Avrei dovuto scrivere questo post molto tempo fa, ma com’è come non è la cosa è scivolata nel dimenticatoio insieme a questo quaderno degli appunti virtuali.
Meglio tardi che mai mi verrebbe da dire, mentre butto giù queste righe su word del computer dell’ufficio (quello incapace di bucare il firewall aziendale che mi impedisce di fare quello che voglio nei sempre più frequenti momenti morti di questo lavoro).
Facciamo qualche passo indietro e chiudiamo gli occhi per qualche istante. Ora possiamo riaprirli e come per magia è il 17 maggio, una data a lungo attesa.
La giornata in ufficio scorre veloce, alle cinque esco di gran carriera e galoppo verso casa, dove ho giusto il tempo di lasciare giù la borsa e cambiarmi. Insieme a Marito usciamo, destinazione Alcatraz: tra poco suoneranno i Transatlantic.
Sono molto emozionata perché il supergruppo progressive rock è tra i miei preferiti ed il sogno di vederli dal vivo si stava per avverare dopo moltissimi anni in cui avevo sperato e pregato ogni santo del paradiso per vedere un loro concerto.
La speranza che era andata in fumo dopo la decisione di Neal Morse di abbandonare il gruppo ma poi, grazie agli dei del rock, c’è stata la reunion e il conseguente ritorno in studio che ha dato i natali allo splendido The Whirlwind e finalmente l’annuncio del tour con una data a Milano!
Cammino a due metri da terra dalla gioia mentre sono sulla strada verso l’Alcatraz, fantasticando su una probabile scaletta e sull’assenza del gruppo spalla.
Quando arriviamo al club, c’è già una discreta fila ed è un tripudio di magliette di gruppi progressive come Rush, The Who, Pink Floyd, Yes, Genesis intervallate dalle immancabili camicie a quadretti che tanto piacciono ai progster.
Marito, che non è esattamente un fanatico della scena progressive, si sente un po’ pesce fuor d’acqua, in mezzo a tutta quella gente, ma sono felice che sia li con me in quel momento perché non mi sarei persa questo concerto per nulla al mondo (ho dato forfait ad una cena di lavoro per i mei eroi!).
Quando verso le 6 e mezzo si aprono i cancelli io e Marito entriamo e cerchiamo subito un posto strategico dove metterci e qui succede qualcosa che per me ha dell’incredibile.
Il sottopalco non è gremito come succede sempre a qualsiasi concerto rock/metal a cui ho partecipato, così ci avviciniamo senza troppi indugi e ridendo e scherzando finiamo in seconda fila, proprio sotto alle tastiere di Neal Morse. La cosa che ha ancora più dell’incredibile è che il pubblico è così tranquillo e pacato che non corriamo alcun rischio di essere spintonati e schiacciati dalla calca.
(La qualità della foto fa schifo perchè è fatta con il cellulare)
Verso le sette l’Alcatraz si è riempito e i miei eroi salgono sul palco, l’emozione è palpabile e quando Neal Morse fa il suo ingresso il pubblico esplode in un abbraccio collettivo per il cantautore figliol prodigo.
Si parte con l’intera suite The Whirlwind suonata tutta d’un fiato (Out of the night, Rose colored glasses e Dancing with eternal glory i momenti più emozionanti) ed è solo l’inizio. Dopo una breve pausa di una decina di minuti i nostri tornano a far loro il palco ed è ancora musica e magia con All of the above, We all need some light (pelle d’oca!!!) e Duel with the Devil. A questo punto il concerto potrebbe pure finire, dei musicisti normali avrebbero chiuso, ma qui ci troviamo di fronte a gente palesemente non umana, pechè dopo dieci minuti Morse, Portnoy, Trevavas, Stolte e Gildenlow ritornano sul palco per il terzo set tra gli applausi deliranti del pubblico.
Sulle note di una malinconica tastiera Morse inizia una struggente Bridge across forever sulla quale mi commuovo e mi perdo in un vortice di emozioni indescrivibile, seguita da un’incredibile Stranger in your soul che si trasforma sul finale in Heaven and Hell e poi in Holy Diver, immancabile tributo a Dio scomparso da un paio di giorni.
Le luci si riaccendono i nostri si godono i meritati applausi e salutano il pubblico.
Personalmente ritengo questo concerto il migliore a cui abbia mai assistito per il coinvolgimento emotivo, la durata e la straordinaria bravura della band e spero vivamente in futuro di avere la fortuna di poter assistere ad un altro dei loro concerti.
No comments:
Post a Comment