Finito l'episodio number 2 della saga pennachiana dei Malausene mi tuffo subito in un altra impresa letteraria.
Finita la mia dose di surrealismo metropolitano d'oltralpe mi sparo in vena le pagine che sanno di favola e autunno di Gaiman.
Ieri pomeriggio ho iniziato Stardust, che era da qulche mese a prender polvere su uno scaffale della mia libreria (che è sempre più piena... inizio davvero a considerare l'ipotesi di portare un pò di libri alla biblioteca di zona).
Leggevo dunque del giovane Tristram Thorn, leggevo di una campagna squisitamente inglese, tra le parole traspiravano sensazioni, colori, odori e simboli: immagini degne di Turner.
Pioveva ieri notte, e pioveva anche nel libro.
Così sono giunta ad un illuminazione: i libri hanno una stagione.
Perchè leggere un libro che parla di freddo, neve e tampesta in agosto non rende così bene come leggerlo in gennaio.
Lo so ho una mente vulcanica che elabora concetti stralunati, ma che ci volete fare.
E ora tornerò ad annegare nel dolce mare della lettura, i Genesis mi accompagneranno per mano, l'odore del the si spanderà dolce e discreto per casa e fuori dalla finestra, spero riprenda a piovere.
1 comment:
che bello anche tu un bloggo ^___^
Corro subito a vederlo :)
Che bello anche non essere la sola con troppa fantasia ^__^
Baci!
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