Visto che Alzheimer impazza, nella classifica del meglio 2009 ho dimenticato la miglore colonna sonora
And the winner iiiiiiiiiiis:
I love Radio Rock.
Se lo cercate su internet dovete goglare The Boat that rocked ovvero il titolo originale usato per la versione britannica, mentre nella versione US è stato intitolato Pirate Radio.
Il film, se non lo avete ancora visto, è una deliziosa commedia inglese sulle (dis)avventure di una radio pirata durante gli anni 60. La colonna sonora è una raccolta dei brani più significativi di quegli anni, che privilegia alcune perle poco conosciute e cita grandi classici del rock anni 60.
di seguito la tracklist dei due cd.
Disc 1
1. Stay With Me Baby - Duffy
2. All Day And All Of The Night - The Kinks
3. Elenore - The Turtles
4. Judy In Disguise (With Glasses) - John Fred & His Playboy Band
5. Dancing In The Street - Martha Reeves And The Vandellas
6. Wouldn't It Be Nice - The Beach Boys
7. Ooo Baby Baby - Smokey Robinson
8. This Guy's In Love With You - Herb Alpert & The Tijuana Brass
9. Crimson And Clover - Tommy James & The Shondells
10. Hi Ho Silver Lining - Jeff Beck
11. I Can See For Miles - The Who
12. With A Girl Like You - The Troggs
13. The Letter - The Box Tops
14. I'm Alive - The Hollies
15. Yesterday Man - Chris Andrews
16. I've Been A Bad Bad Boy - Paul Jones
17. Silence Is Golden - The Tremeloes
18. The End Of The World - Skeeter Davis
Disc 2
1. Friday On My Mind - The Easybeats
2. My Generation - The Who
3. I Feel Free - Cream
4. The Wind Cries Mary - Jimi Hendrix
5. A Whiter Shade Of Pale - Procol Harum
6. These Arms Of Mine - Otis Redding
7. Cleo's Mood - Jr. Walker & The All Stars
8. The Happening - The Supremes
9. She'd Rather Be With Me - The Turtles
10. 98.6 - The Bystanders
11. Sunny Afternoon - The Kinks
12. Father And Son - Cat Stevens
13. Nights In White Satin - Moody Blues
14. You Don't Have To Say You Love Me - Dusty Springfield
15. Stay With Me (Baby) - Lorraine Ellison
16. Hang On Sloopy - The McCoys
17. This Old Heart Of Mine (Is Weak For You) - The Isley Brothers
18. Let's Dance - David Bowie
Thursday, December 31, 2009
2009 - Il punto della situascion
Da quando questo Blog esiste non ho mai fatto una classifica, con i migliori dell'anno, però forse questo di 2009, uno dei peggiori anni che possa annoverare nel mio archivio storico, voglio ricordare quelle due o tre cose degne di nota.
Miglior Film
Miglior disco
E per finire il 2009 mi ha portato da leggere The Ministry of Food di Jaime Oliver, Wunderkid di GL e Dollhouse da vedere.
Ci vediamo nel 2010!
Miglior Film
Miglior disco
E per finire il 2009 mi ha portato da leggere The Ministry of Food di Jaime Oliver, Wunderkid di GL e Dollhouse da vedere.
Ci vediamo nel 2010!
Saturday, December 26, 2009
Sopravvivenza.
Non credo supererò la notte dopo la quantità di cibo ingerita tra ieri l'atro, ieri ed oggi.
Dalla regia mi dicono che domani ci sono da finire gli avanzi di questi giorni.
Ricordatemi come una brava donna di casa, mentre cucino la pasta al forno e i gingerbread cookies.
Thursday, December 24, 2009
Tuesday, December 22, 2009
E domani Gingerbread Cookies :D
Sono quasi in partenza. La giornata di domani sarà dedicata ai biscotti pan di zenzero ^_^
Friday, December 04, 2009
Le Teste Parlanti
E' da un paio di giorni che in test mi ronzano le canzoni dei Talking Heads, gruppo new wave statunitense capeggiato dal poliedrico David Byrn.
Se avete voglia di farvi un'idea dell'articolo date un occhio alla pagina di Foxy Tunes altrimenti vi consiglio il best of (che come inizio/infarinature va sempre bene) Once in a Lifetime - The best of Talking Heads.
I Talking Heads rientrano nella New Wave, però essndo loro americani di NYC, hanno un sound un po' più modaiolo e fighetto, che si caratterizza per uno stile un po' più punk improntato all'estetismo puro, insomma siamo distanti anni luce dallo stilema di genere a cui ci hanno abituato gruppi chiave di questa corrente. Provare per credere. I Talking Heads sono il mio sottofondo ottimale per leggere American Psycho, credo incarnino in toto la satira feroce e surreale di quel romanzo, anche se Pat Bateman dice in un capitolo di amare i Genesis degli anni '80, ma questa è un' altra storia.
I Talking Heads rappresentano per me uno dei ricordi musicali più influenti della mia infanzia.
Quando ero piccola la mia famiglia non arrivava a fine mese. Eravamo in una situazione di precarietà normale per una famiglia che non era certo una di quelle visioni anni '80 che cercava di propinarci la tv. Uno dei miei sogni ricorrenti di quel periodo era andare a viveve in un vecchio mulino rimesso a nuovo, fare colazione tutti insieme la mattina (come si vedeva nello spot di alcune merendine per la colazione) e ricevere mille giocattoli e videogiochi per Natale.
Invece vivevamo nell'appartamento di mia nonna, un vecchio trilocale in periferia, la mattina ognuno di noi faceva colazione con merendine sottomarca e ad orari diversi perchè mio papà la sera lavorava e a Natale ricevevo tonnellate di vestiti del mercato, e di giocattoli ne vedevo pochini.
E siccome tutta la mia famiglia lavorava, quando stavo a casa da scuola, i miei non potevano pagare per una baby sitter, mio papà mi portava a fare il giro dei clienti con lui.
In macchina con lui sentivamo sempre tantissima musica e giravamo Milano in lungo e in largo (ed ecco il perchè conosco la città come un tom-tom) di locale in locale; e così ecco che la piccola Mab imparava a conoscere generi e numeri sconosciuti a i suoi compagnucci di giochi. Non ricordavo i vari titoli delle canzoni, ma ricordavo i nomi dei gruppi, e spesso associavo la musica a diversi momenti televisivi (l'altra mia baby sitter), robe del tipo "Ma questa è la pubbliccità di quello".
Sempre grazie a questo mio primo rinascimento musicale derivano i primi imbarazzi con i mondani, i bimbi della mia età, che al sentire nominare certe canzoni mi guardavano strano, come se stessi parlando in un altra lingua, ma del resto con gli anni avevo sviluppato una certa abitudine a questa cosa, dato che quando chiedevo agli altri bambini di giocare a "Iello Sammarin" oppure di provare qualche "gioco fantasì" (nella mia testa l'antesignano di Dì'en'Dì) la reazione era sempre quella.
Ritornando ai giorni nostri, sto realizzando che i miei genitori negli anni '80 erano patiti di New Wave. Ed è buffo che anche io, più o meno alla loro età di allora, faccia uso e consumo dello stesso genere.
Se avete voglia di farvi un'idea dell'articolo date un occhio alla pagina di Foxy Tunes altrimenti vi consiglio il best of (che come inizio/infarinature va sempre bene) Once in a Lifetime - The best of Talking Heads.
I Talking Heads rientrano nella New Wave, però essndo loro americani di NYC, hanno un sound un po' più modaiolo e fighetto, che si caratterizza per uno stile un po' più punk improntato all'estetismo puro, insomma siamo distanti anni luce dallo stilema di genere a cui ci hanno abituato gruppi chiave di questa corrente. Provare per credere. I Talking Heads sono il mio sottofondo ottimale per leggere American Psycho, credo incarnino in toto la satira feroce e surreale di quel romanzo, anche se Pat Bateman dice in un capitolo di amare i Genesis degli anni '80, ma questa è un' altra storia.
I Talking Heads rappresentano per me uno dei ricordi musicali più influenti della mia infanzia.
Quando ero piccola la mia famiglia non arrivava a fine mese. Eravamo in una situazione di precarietà normale per una famiglia che non era certo una di quelle visioni anni '80 che cercava di propinarci la tv. Uno dei miei sogni ricorrenti di quel periodo era andare a viveve in un vecchio mulino rimesso a nuovo, fare colazione tutti insieme la mattina (come si vedeva nello spot di alcune merendine per la colazione) e ricevere mille giocattoli e videogiochi per Natale.
Invece vivevamo nell'appartamento di mia nonna, un vecchio trilocale in periferia, la mattina ognuno di noi faceva colazione con merendine sottomarca e ad orari diversi perchè mio papà la sera lavorava e a Natale ricevevo tonnellate di vestiti del mercato, e di giocattoli ne vedevo pochini.
E siccome tutta la mia famiglia lavorava, quando stavo a casa da scuola, i miei non potevano pagare per una baby sitter, mio papà mi portava a fare il giro dei clienti con lui.
In macchina con lui sentivamo sempre tantissima musica e giravamo Milano in lungo e in largo (ed ecco il perchè conosco la città come un tom-tom) di locale in locale; e così ecco che la piccola Mab imparava a conoscere generi e numeri sconosciuti a i suoi compagnucci di giochi. Non ricordavo i vari titoli delle canzoni, ma ricordavo i nomi dei gruppi, e spesso associavo la musica a diversi momenti televisivi (l'altra mia baby sitter), robe del tipo "Ma questa è la pubbliccità di quello".
Sempre grazie a questo mio primo rinascimento musicale derivano i primi imbarazzi con i mondani, i bimbi della mia età, che al sentire nominare certe canzoni mi guardavano strano, come se stessi parlando in un altra lingua, ma del resto con gli anni avevo sviluppato una certa abitudine a questa cosa, dato che quando chiedevo agli altri bambini di giocare a "Iello Sammarin" oppure di provare qualche "gioco fantasì" (nella mia testa l'antesignano di Dì'en'Dì) la reazione era sempre quella.
Ritornando ai giorni nostri, sto realizzando che i miei genitori negli anni '80 erano patiti di New Wave. Ed è buffo che anche io, più o meno alla loro età di allora, faccia uso e consumo dello stesso genere.
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