Friday, December 04, 2009

Le Teste Parlanti

E' da un paio di giorni che in test mi ronzano le canzoni dei Talking Heads, gruppo new wave statunitense capeggiato dal poliedrico David Byrn.

Se avete voglia di farvi un'idea dell'articolo date un occhio alla pagina di Foxy Tunes altrimenti vi consiglio il best of (che come inizio/infarinature va sempre bene) Once in a Lifetime - The best of Talking Heads.
Once in a lifetime talking heads
I Talking Heads rientrano nella New Wave, però essndo loro americani di NYC, hanno un sound un po' più modaiolo e fighetto, che si caratterizza per uno stile un po' più punk improntato all'estetismo puro, insomma siamo distanti anni luce dallo stilema di genere a cui ci hanno abituato gruppi chiave di questa corrente. Provare per credere. I Talking Heads sono il mio sottofondo ottimale per leggere American Psycho, credo incarnino in toto la satira feroce e surreale di quel romanzo, anche se Pat Bateman dice in un capitolo di amare i Genesis degli anni '80, ma questa è un' altra storia.


I Talking Heads rappresentano per me uno dei ricordi musicali più influenti della mia infanzia.
Quando ero piccola la mia famiglia non arrivava a fine mese. Eravamo in una situazione di precarietà normale per una famiglia che non era certo una di quelle visioni anni '80 che cercava di propinarci la tv. Uno dei miei sogni ricorrenti di quel periodo era andare a viveve in un vecchio mulino rimesso a nuovo, fare colazione tutti insieme la mattina (come si vedeva nello spot di alcune merendine per la colazione) e ricevere mille giocattoli e videogiochi per Natale.

Invece vivevamo nell'appartamento di mia nonna, un vecchio trilocale in periferia, la mattina ognuno di noi faceva colazione con merendine sottomarca e ad orari diversi perchè mio papà la sera lavorava e a Natale ricevevo tonnellate di vestiti del mercato, e di giocattoli ne vedevo pochini.

E siccome tutta la mia famiglia lavorava, quando stavo a casa da scuola, i miei non potevano pagare per una baby sitter, mio papà mi portava a fare il giro dei clienti con lui.
In macchina con lui sentivamo sempre tantissima musica e giravamo Milano in lungo e in largo (ed ecco il perchè conosco la città come un tom-tom) di locale in locale; e così ecco che la piccola Mab imparava a conoscere generi e numeri sconosciuti a i suoi compagnucci di giochi. Non ricordavo i vari titoli delle canzoni, ma ricordavo i nomi dei gruppi, e spesso associavo la musica a diversi momenti televisivi (l'altra mia baby sitter), robe del tipo "Ma questa è la pubbliccità di quello".

Sempre grazie a questo mio primo rinascimento musicale derivano i primi imbarazzi con i mondani, i bimbi della mia età, che al sentire nominare certe canzoni mi guardavano strano, come se stessi parlando in un altra lingua, ma del resto con gli anni avevo sviluppato una certa abitudine a questa cosa, dato che quando chiedevo agli altri bambini di giocare a "Iello Sammarin" oppure di provare qualche "gioco fantasì" (nella mia testa l'antesignano di Dì'en'Dì) la reazione era sempre quella.

Ritornando ai giorni nostri, sto realizzando che i miei genitori negli anni '80 erano patiti di New Wave. Ed è buffo che anche io, più o meno alla loro età di allora, faccia uso e consumo dello stesso genere.

2 comments:

Petrvs said...

hmm...confesso che la New Wave la conosco pochino (sono molto piú ferrato sulla Dark Wave)... per cui, dato che mi fido, andró a cercarmi il "best of".... ;-)

Anonymous said...

Grandissimo gruppo!!!!
Stop Making Sense è qualcosa di straordinario!!!