Friday, January 25, 2008

[CRONACA] Un oggetto misterioso

Il post di oggi è un estratto di una cronaca, ovvero una narrazione collettiva ad opera dei membri della comunità "Paiolo Magico" ospitata da yahoogruppi.
Ogni parte di cronaca viene portata avanti da uno "scrittore" diverso, che non solo manovra un suo personaggio (nel mio caso sono la mente dietro alle malefatte di Mabelle Stonewolf, tassorosso quindicenne dai capelli rosa e un po' troppo attaccata ai comfort della vita babbana), ma coinvolge nella sua narrazione anche personaggi di altre persone, cercando di manovrarli nel modo corretto.

Ho deciso di pubblicare proprio questo pezzo, vuoi perchè esco reduce dalla lettura dei doni della morte, vuoi perchè sono particolarmente soddisfatta di quel che ho scritto, che volevo rendervi partecipi dello scritto.
Nella cronaca menziono Occhio, Finarfin, Angmar e Serghjej, personaggi che appartengono rispettivamente a Gabe, Sam G, Massi e Federica. Occhio è il custode della scuola, Finarfin e Angmar sono due compagni di scuola di Mab, rispettivamente Corvonero e Tassorosso e Serghjej è il preside

Enjoy

[22 gennaio - Bubblewoods]
L'aula brulicava di attività, gli studenti, fatti entrare a forza da
Occhio, si godevano quella parentesi di libertà, mentre i professori
erano in riunione altrove.
C'era chi si lanciava aeroplanini di carta incantati, chi giocava a
volano, servendosi delle bacchette magiche come racchette.
Mab provava a scrivere con la penna d'oca.
"E' un'impresa disperaata" sospirò lamentandosi con tono rassegnato,
ma su questo punto Gabe era stata irrevocabile quando l'aveva chiamata
a colloquio privato qualche mese prima. "Però gli altri prof, non sono
così esigenti, Fin, mi fanno scrivere con la mia penna a sfera..."
Fece al compagno, che la osservava con fare distratto. Finarfin le
ritirò la pergamena e diede un occhiata ai vani progressi della
tassorosso.
"Per fortuna che le punte delle penne sono incantate, per non
spezzarsi mai, però tutte queste macchie non sono normali..." disse
contemplando l'ennesimo foglio di pergamena devastato dagli esercizi
di calligrafia della compagna.
Di li a poco il professore entrò in classe, e gli studenti furono
richiamati all'ordine, la lezione incominciò, ma i ragazzi avvertirono
qualcosa di diverso, come di sbagliato nell'aria e una leggera
tensione si impadronì dell'aula.
Come attratta da un silenzioso richiamo Mabelle, per tutto il
protrarsi della lezione continuò a fissare fuori dalla vicina finestra
verso la foresta.

Qualche ora più tardi, a lezioni finite, la Tassorosso era seduta in
disparte in sala grande con un libro di incantesimi aperto d'avanti
agli occhi, che sfogliava in maniera distratta. Era evidente che la
sua attenzione non era focalizzata sul libro di scuola.
Una voce le ronzava in testa, un sibilo persistente e costante, che le
faceva venire i brividi come una folata di vento gelido, se ci si
soffermava troppo.
Avrebbe voluto ignorare quel richiamo, ma non poteva. Sapeva quello
che doveva fare ma l'idea di farlo non la metteva di buon umore,
qualcosa le diceva che questa non era una di quelle occazioni che
avrebbero riservato buone notizie.
Chiuse il libro, lo prese sottobraccio per riporlo nella sua tascapane
nera, riempita alla ben e meglio di toppe di gruppi musicali babbani.
Senza farsi notare scivolò fuori dalla sala grande, alla volta della
torre di Tassorosso. Camminò silenziosamente, quasi sospinta dalla
forza d'inerzia, l'espressione leggermente preoccupata sul volto.
Scivolò all'interno della sala comune dei tassi e abbandonò, senza
curarsi dove la aveva lasciata, la sua cartella. Uscì di fretta, così
di fretta che urtò la spalla di Angmar. Mabelle incrociò per un attimo
la faccia del tasso e mentre accellerava il passo si scusò in modo
asciutto, senza dare tempo al compagno più grande di replicare.

Corse per una scala, curvò in un corridoio e dopo pochi minuti era in
cortile, girò un angolo del castello, aspettando di essere coperta da
un muro. Un colpo di bacchetta e tutto intorno a lei si fece enorme e
smisurato. Il musetto bianco della lepre si alzò nervoso ad annusare
l'aria un paio di volte, poi le sue zampe posteriori scattarono verso
la forsta, passando per una fessura del muro di cinta giusta giusta
per un aimale di quella taglia. Mai come quella volta Mab si rabbuiò,
pensando che a Occhio quella grossolana crepa fosse sfuggita.

A ggrandi balzi confondendosi nella neve si fece strada nella foresta,
sapeva che Ghiaccio si trovava lì, sapeva che la stava aspettando.
Mabelle fissò lo sidhe silenziosamente, gli occhi rosa carichi di
agitazione "Perchè mi hai chiamato?" gli disse la ragazza con le
sembianze di una lepre "Vi avevamo avvisatogià una volta, voi uomini
non vi accorgete di un problema, finchè questo non vi si para innanzi.
Ora dovrete combattere nuovamente."
Mabelle scosse la testa, sentiva che la rabbia le stava crescendo
dentro, con Ghiaccio era sempre così, la frustrazione si accompagnava
al senso di disagio.
Qualcosa fece voltare Ghiaccio, per un attimo Mabelle giurò di aver
scorto sul volto imperturbabile del sidhe una smorfia riconducibile al
turbamento. Pochi secondo dopo Ghiaccio si voltò d nuovo a
fronteggiare la ragazza "Mabelle Stonewolf, figlia della Corte di
Inverno, stanno arrivando, sono più vicini di quel che tu possa
immaginare. Ora corri" disse con voce piatta, per poi svanire
lasciando dietro di lui una folata di vento gelido.
Mabelle Iniziò a correre, il respiro corto per la paura, voleva
tornare al castello, non lo aveva mai desiderato così tanto prima
d'ora.

Le mura della scuola erano ormai prossime, questa visione la
rinfrancava, così si fermò un attimo per riprendere fiato, il torace
le faceva male per il freddo e mentre pensava a chi raccontare quello
che Ghiaccio le aveva detto, vide saettare a pochi centimetri da lei
un brillamento rosso. Istintivamente scattò di lato.
Un altro brillamento, questo la colpì di striscio ad un orecchio,
frastornandola per qualche secondo e bruciacchiandole la punta
dell'orecchio, a stento trattene uno strillo. Sentì dei passi nella
neve congelata, si stavano avvicinando.

Vedeva il buco nel muro, era a poche decine di metri, con uno scatto
l'avrebbe raggiunto, ma aveva troppa paura a muoversi. I passi erano
sempre più vicini "Vediamo che cosa ho preso" diceva una voce
strascicata, Mab si riscosse da quel leggero torpore, doveva vincere
la paura assolutamente. Respirò e contò fino a tre.

"AVADA KEDAVRA!" tuonò la voce dell'uomo alle sue spalle, Ma la lepre
dal ciuffo rosa era scattata in avanti con uno scatto fulmineo
evitando la saetta verde, Mabelle si meravigliò di quella mossa, era
stata la sua volontà o l'istinto di sopravvivenza della sua parte
animale?
"Ma che fai???" cinguettò una seconda voce, questa vlta di donna,
dolce come il miele e suadente e strisciante come un grosso serpente
"Non perdere tempo con quel coniglio... abbiamo altro da fare, lo
sai."

Mabelle si infilò nel buco, senza guardarsi indietro, corse a rotta di
collo, fino a quando la sua corsa non venne interrotta dalla figura di
un uomo.
Serghjej la guardava accigliato. Mabelle cercò di cambiare di nuovo
rotta. "Signorina Stonewolf, la strada per la torre di Tassorosso è
dall'altra parte. Più tardi avrei piacere a scambiare quattro
chiacchiere con lei nel mio uffico, e per finire, lo consideri un
compito speciale, quel ciuffo rosa... impari a trasfigurarlo
correttamente."

*Più in là, in un corridoio del castello Alrune Ask dei Piduli sternutiva.
"Staranno parlando male di me?" si disse mentre tirava su col naso, poi inarcò un sopraciglio e guardando Pavarotti - il suo rospo - si rispose, tronfia del suo ruolo da Caposcuola "No impossibile".


***

Ti è piaciuta questa avventura? vorresti far vivere un tuo alterego potteriano nella magica scuola di Bubblewoods, allora iscriviti!!!

*Mi fanno notare sottilmente che qualcuno potrebbe offendersi se non racconto anche del suo personaggio.
Ti voglio bene, vecchia ciabatta mia.

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