Friday, November 27, 2009
L'Avenue Q in italiano
Questa foto è stata scattata a Londra nel dicembre del 2006, durante le mie vacanze di Natale di quell'anno, se siete nostalgici o curiosi potete leggere le cronache di quella trasferta qui.
Credo che nel 2006 Avenue Q ce lo filassimo in 4, qui in Italia, e nella mia testolina fantasticavo sulla (im)possibilità di vederlo su italico suolo, per via della sua satira dissacrante, che mai e poi mai avrebbe potuto superare il muro della censura italiana. Fortunatamente sono stata smentita e evidentemente l'idea non doveva essere venuta solo a me.
Così arriviamo a questo autunno - il 2009 - e a scorrazzare per dei bei teatri italiani abbiamo il nostro Avenue Q, che canta in italiano invece che in inglese, che ha i pupazzi ridisegnati da Brachetti
Il cast originale
I pupazzi italiani
La prima differenza che si nota sono appunto i pupazzi, se nella versione originale lo stile dei character si rifà palesemente a Sesame Street, la produzione italiana ha ben pensato di rifarsi ad uno stile più nostrano, non avendo noi purtroppo nel nostro background la familiarità con uno show come Sesame Street (Sic!).
Tuttavia devo ammettere, che nonostante la trasfigurazione brachettiana, i pupazzi conservano la loro personalità originale. Princeton rimane sempre un giovincello appena uscito, fresco di laurea, dall'universita, Trekkie una bestia porno-dipendete e così tutti gli altri. Una cosa che invece mi ha divertito pearecchio è il nuovo design dei "Bad Ideas Bears" - in italiano reso con un adorabile "Orsetti Diavoletti"- che hanno la faccia dello stesso Brachetti e di cui purtroppo non ho trovato un'immagine :(.
La cosa che invece mi preoccupava di più era l'adattamento delle canzoni in italiano.
Quando si è molto affezionati ad una cosa, e si ha la tendenza ad essere puristi, il cambiamento è sempre accolto con scetticismo.
Se in un primo momento l'ascolto dei samples mi aveva lasciato perplessa, devo dire che inseriti nel contesto dello spettacolo ho trvato le nuove canzoni bene integrate, nonostante un arrangiamento un po' più funky rispetto all'originale un po' strano ma per nulla sgradevole, e ben interpretate. Credo che il segreto per non rimanere delusi dalle nuove canzoni sia appunto farsi coinvolgere dalla bravura e l'impegno degli attori.
Ho trovato un buon cast, capace di destreggiarsi con pupazzi, canzone e piccole coreografie, guardando uno spettacolo del genere si rimane subito catturati dalla magia della recitazione con i pupazzi, in cui attore e marionetta di fondono in un unico personaggio. Bravissimi tutti gli attori, ma io ho amato in particolare Maria Dolores Diaz - Gary Coleman - Mauro Simone, bravissimo nei suoi tre ruoli - Nicky, Trekkie e uno degli oresetti.
Ed in ultimo, ma non meno importante vorrei ringraziare Elisa Santarosa - Vigilia di Natale - perchè finalmente ho capito le battute di Christmass Eve, che in inglese mi erano praticamente incomprensibili, visto che parlava con l'accento giapponese (oh noes!!).
La versione italiana ha alcuni cambiamenti di battute importanti da quelle originali, ve le elencherò qui sotto.
Princeton in inglese ha una laurea in inglese "What do you do with a B.A. in English/ What is my life going to be?" mentre in italiano la stessa battuta è diventata "Cosa farò con la mia nuova laurea/ Storia dei grammofoni". Capisco che la canzone richiedesse un'adattamento in metrica, ma almeno potevano trovare una facoltà meno campata per aria.
Sempre nella canzone di apertura "It sucks to be me/Che sfiga che ho" Princeton esclama vedendo Gary Coleman per la prima volta "Oh my God! You are Gary Coleman!" in italiano la battuta è stata cambiata "Oh mio Dio, tu sei Arnold". In un secondo momento dopo la canzone c'è un dialogo, che non esiste nella versione originale, in cui Gary puntualizza che il suo nome non è Arnold ma Gary Coleman.
In Avenuq Q un importante tema è l'integrzione tra gli umani e i mostri (Monsters) - Kate e Trekkie sono due mostri - come succede in Sesame Street, dove i pupazzi sono appunto mostri; nella versione italiana invece i mostri sono diventati "Pelosi". Personalmente non condivido molto la scelta, preferivo un Kate Mostro, piuttosto che il Kate Pelosa della versiona italiana.
Nella canzone "If you were gay" Rodd inizia con questa battuta: "An afternoon alone, with my favourite book... Brodway musicals of the 1940..." Il personaggio di Rodd è un omosessuale non dichiarato, per rendere il senso della battuta nella versione italiana è diventata:
"Un pomeriggio da solo con il mio libro preferito "Le Regine di Italia": Mina, Anna Oxa e Raffaella Carrà".
La canzone "Mix-tape" è sata completamente tradotta, notevolmente a mio avviso, con titoli di canzoni italiane (non chiedetemele che non le ricordo tutte).
Nella canzone "Special" (il brano di Lucy the Slutt) Brian la introduce dicendo:
"So here's the woman you all came to see, the Around the Clock is proud to present, fresh from her world tour headlining in Amsterdam, Bankock and Celebration - Florida...."
Mentre in italiano l'ultima data del tour è Villa Certosa! C'è da dire che nella versione di Londra dicono Vatican City, quindi a seconda delle produzoni varia un po' ^_^.
In una battuta verso la fine dello spettacolo Kate dice a Princeton che lavora da Starbuck's, in italiano è diventata una generica libreria (eh si... Starbuck's questo sconosciuto!).
La canzone "I wish I could go back to college" è diventata "Vorrei tornare al liceo".
E per finire nella canzone "For Now/E' così" la battuta "Is only for now! (George Bush!)" è diventata "Per ora! (Bossi!)", ma anche questa battuta credo che vari di tempo in tempo e di produzione in produzione, anche se quando l'ho visto a Londra la battuta era quella originale. Tuttavia credo che se "Berlusconi" fosse stato in metrica, avrebbero messo lui :P
Credo di aver scritto tutte le differenze tra una versione ed un altra, se qualcuno che legge queste pagine ne avesse notate altre me lo dica ^_^.
Bene, siamo arrivati alla fine di questa recensione, decidete voi se lo spettacolo vale o meno la pena, sappiate solo che io ho riso dall'inizo alla fine.
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