Wednesday, February 17, 2010

Perchè sanremo è sanremo 1

Edit: ho aggiunto link e immgini qui e la al fine di rendere questo wall-of-text più simpatico ^^

Premessa #1:
Ieri sera non pensavo proprio che oggi avrei redatto una cronaca mabbsca di sanremo, tuttavia la visione ridotta dello stesso mi ha fornito una quantità considerevole di materiale (tragi)comico.
Purtoppo non so quante srate seguirò a causa di WOW e altri impegni, tuttavia cercherò di documentare quanto più mi è possibile.

Premessa #2:
La tastiera del computer dell’ufficio (dal quale ho scritto questo post) non prende bene alcune lettere, se trovate parole che hanno perso caratteri per strada, è per questo motivo.

Ieri sera è finalmente cominciato quel carrozzone mediatico che è sanremo. Io ero pronta a sopportare stoica, in contemporanea al raid ad icc, ore e ore di agonia televisiv-radiofonica, in compagnia dei gialappi su radio 2, che puntuali da diversi anni accompagnavano le mie (dis)avventure sanremesi, regalandomi perle comiche epocali come “Svolta Rock” e tante altre coniate negli anni. Purtroppo ieri sera verso le otto e mezzo ho scoperto con mio rammarico che la diretta radiofonica era stata cancellata :( e rimpiazzata con una trasmissione sanremese condotta da Carlo Pastore.

Ho cercato di rifugiarmi in WOW, concentrandomi sul raid in programma, ma con poco successo perché oltre alla delusione per la maratona radiofonica cancellata, c’era anche la stanchezza accumulata durante un’ordinaria giornata in ufficio (evviva il data entry!).

Così dopo qualche try infruttuoso sul Prof, ho deciso di andare a fare il mollusco sul divano e vedere a che punto erano dalle parti dell’Ariston.

Arrivo che mancano solo poche canzoni, e ovviamente mi sono persa tutte quelle che mi interessavano :P, però il quadro generale è sconfortante, quando giro su rai1 la Clerici, che è vestita come una maitresse di una casa d’appuntamenti, – e credetemi la vista delle sue tette su un 40 pollici full HD non è un bello spettacolo – si trova in compagnia di Cassano (il tipico usufruitore di case d’appuntamento), ma questo è solo l’inizio, al peggio, si sa, non c’è mai limite.

La Clerici mi lascia perplessa, dice di presentare sanremo, ma in realtà nel suo intimo è convinta di trovarsi alla prova del cuoco. La sua conduzione è talmente ingenua e sempliciona che è in grado di trascendere le barriere del trash del kitch. Consegnare nelle mani di Antonellona la conduzione del programma più importante della stagione, non solo aziendalmente parlando, è un suicidio, tanto che fare ironia sulla serata è praticamente sparare sulla croce rossa. Le sue competenze in materia di prime serate sono pari a quelle di una massaia mandata a relazionare ad una conferenza mondiale sulla fisica quantistica.

Dopo una coreografia inutile al confine tra Mulin Rouge e We Will Rock You e un cambio d’abito dell’Antonella (sempre sullo stile casa d’appuntamenti), sale sul palco Ruggeri che canta la sua “La notte delle fate”.

La canzone di Enrico mi lascia perplessa, non so se mi sembra una brutta canzone di Vasco o una brutta canzone di Ruggeri.

Subito dopo la Clerici chiama i Sohnora (o come diavolo si scrive) con l’acca. I due sono francamente imbarazzanti e si presentano con due chitarre, che fingono di suonare. Loro ci credono tantissimo e il biondo pettinato con i mortaretti si esalta manco fosse Joe Satriani. Intanto in prima fila qualche biNbaminkia viene colta da crisi isterica e abbandona questa valle di lacrime, con buona pace della sottoscritta.

E’ il turno di Povia e la sua discussa canzone su Eluana. Povia si prsenta sul palco con una mise che definire terrona è fargli un complimento. Complice la stempiatura incipiente, il nostro sembra una fusion tra il cantante dei Tazenda e un pappone albanese (si lo so, sono sul pezzo oggi :P). Francamente non potevo sperare di meglio.

Ascolto la canzone. Sono interdetta (e sono a 2).

E’ un motivo orecchiabile, intarsiato dalla presenza di archi che lo rendono armonioso, ma il testo mi sembra paraculo, perché mi da l’impressione di prestarsi a diverse interpretazioni e quindi di non schierarsi apertamente né da una parte né dall’altra. A rendermi ancora più insopportabile il momento c’è l’interpretazione gestuale del testo da parte di Povia. In quel momento sento l’irefrenabile impulso di rapire 6 vergini e offrirle in sacrificio al dio del metal. In tutto questo il lato veramente negativo della faccenda è che il brano è davvero orecchiabile e, purtroppo, mi è entrato subito in testa, infatti il mio mattino è accompagnato dalla tedioso ritornello.

Sale sul palco la figlia di Zucchero accompagnata dai Nomadi. La sua canzone si chiama “Il Mondo Piange”. Credo che la canzone stessa sia il motivo della disperazione del mondo. Mentre la ascolto (mio malgrado) la mia attenzione è catturata dal naso ipnotico della Zuccherofiglia e dal cantante dei Nomadi, vestito come un soldato sudista.

Le ultime due canzoni sono di Noemi (che non avevo mai sentito prima, nonostante il suo successo) e di Fabrizio Moro.

La canzone di Noemi mi piace, o forse mi piace come la canta lei, ma soprattutto mi piacciono i suoi capelli.
Della canzone di Moro rimango colpita dall’ecletticità (sanremisticamente parlando) del sound. Il brano parte ska e poi si evolve generando rif graffianti e sonorità crossover.

In tutto questo fa la sua comparsa anche Dita Von Teese (La Mia Signora e Padrona), ovviamente introdotta dalla premiata ditta Clerici/Cassano. Ovviamente Cassano si distingue per la sua mediocricità e ignoranza non sapendo cosa sia il burlesque e chi sta per salire sul palco.

LMSP arriva, fa quello che deve fare in un tripudio di svarosky, esprssioni ammiccanti e vodka martini, ed io vorrei essere quell’oliva in quel momento, vorrei TANTO essere quell’oliva.
Terminato il numero de LMSP l’espressione di Cassano è impagabile.
Ci avviciniamo a grandi falcate (era ora) alla conclusione della prima serata e l’annuncio dei tre eliminati, ma Antonellona la tira per le lunghe ed il pensiero di me inglobata dal mio divano tylosand si fa pressante.

Dopo pause pubblicitarie, messaggi promozionali, inutili filmati di presentazione del Gggiovani, arriva la busta.

Rimango basita dall’ingenuità civettuola della Clerici. Se hai una lista di X cantanti, che conosci perché sei la presentatrice (quindi devi sapere a memoria chi ti sale sul palco e canta cosa), e sai che a fine serata tre saranno eliminati è logico che, andando per esclusione saprai chi passa e chi no.

Invece Antonellona continua con fare giulivo e spensierato, senza fare caso ai cantanti che hanno superato la prima selezione. E a questo punto si consuma il dramma psicologico della maitresse (che è ancora convinta di presentare la prova del cuoco).

Vengono eliminati Toto Cutugno, Nino d’Angelo e Pupo e scEmanale Filiberto!
Questa non è un’eliminazione, questa è pulizia etnica, e nel mio piccolo non posso che gongolare. L’espressione della Clerici, una volta realizzati i nomi degli scartati, è di puro terrore; sul suo volto si legge chiaramente ciò che sta pensando:

AC: “Ommioddio! Hanno eliminato i tre a cui avevo promesso la vittoria del Festivalle!”

Chiaramente i manager riuniti degli interpreti scartati le faranno trovare la testa mozzata di Bigazzi nel letto di Antonellona, con buova pace della sottoscritta.

Fine della prima serata.

1 comment:

Bobby S. Pedersen said...

Che Uzala ti conservi così come sei, figliuola, sto ancora ridendo per la figlia di zucchero! (minuscolo voluto). Però mi aspettavo anche due righe sull' epitaffio di morgan, i cui trascorsi con gli stupefacenti spiegano finalmente la sua relazione con asia argento...(minuscoli voluti)