Wednesday, April 29, 2009
Friday, April 24, 2009
Oggi è venerdì.
Ed è un buon giorno per essere felici.
Già assaporo la chiusurra della giornata lavorativa, la pizza fatta in casa (da me medesima e con le mie sante manine, perchè mi piace sperimentare), la serata D&Desca con gli amici di sempre e il ritorno in tram con un libro nuovo da leggere.
Avevo iniziato timidamente il granitico Johnatan Strange e il Siggnor Norrel, ma complice la giornata del libro ieri da Feltrinelli - che mi ha visto uscire vittoriosa con 4 (quattro) volumi sotto braccio e 43 (invece di 63) euri in meno nel portafoglio - e l''approssimarsi della fiera del libbbbrrroooo di Torino dove incontrerò G.L, ho messo un attimo da parte il volume della Clarke, per concentrarmi sull'esordio di quest'ultimo: Wunderkind.
Ora retoricamente dovrei avere paura, perchè si tratta di un fantasy italiano (edito da Mondadori e editato da Dazieri, tanto per rincarare la dose), ma ho voluto dargli fiducia.
In primo luogo perchè Wunderkind è un fantasy urbano che si discosta dal solito cliché del fantasy classico, e in secondo luogo perchè G.L. mi ispira fiducia. Leggendo il suo quartino di presentazione (leggete la sezione BIO), quello che scrive sul suo blog e in ultimo dando un occhio ala sua libreria aNobiiana potrete constatare voi stessi come il personaggio sia interessante.
Detto questo, quando finirò il libro vi farò sapere se mi è piaciuto o meno, anche se le prime pagine lette stamattina lasciano ben sperare.
E poi vuuoi mettere la soddisfazione di incontrare G.L. di persona e discutere sul suo libro?
Già assaporo la chiusurra della giornata lavorativa, la pizza fatta in casa (da me medesima e con le mie sante manine, perchè mi piace sperimentare), la serata D&Desca con gli amici di sempre e il ritorno in tram con un libro nuovo da leggere.
Avevo iniziato timidamente il granitico Johnatan Strange e il Siggnor Norrel, ma complice la giornata del libro ieri da Feltrinelli - che mi ha visto uscire vittoriosa con 4 (quattro) volumi sotto braccio e 43 (invece di 63) euri in meno nel portafoglio - e l''approssimarsi della fiera del libbbbrrroooo di Torino dove incontrerò G.L, ho messo un attimo da parte il volume della Clarke, per concentrarmi sull'esordio di quest'ultimo: Wunderkind.
Ora retoricamente dovrei avere paura, perchè si tratta di un fantasy italiano (edito da Mondadori e editato da Dazieri, tanto per rincarare la dose), ma ho voluto dargli fiducia.
In primo luogo perchè Wunderkind è un fantasy urbano che si discosta dal solito cliché del fantasy classico, e in secondo luogo perchè G.L. mi ispira fiducia. Leggendo il suo quartino di presentazione (leggete la sezione BIO), quello che scrive sul suo blog e in ultimo dando un occhio ala sua libreria aNobiiana potrete constatare voi stessi come il personaggio sia interessante.
Detto questo, quando finirò il libro vi farò sapere se mi è piaciuto o meno, anche se le prime pagine lette stamattina lasciano ben sperare.
E poi vuuoi mettere la soddisfazione di incontrare G.L. di persona e discutere sul suo libro?
Wednesday, April 22, 2009
L'antro del nerd @aNobii
Visto che su aNobii mancava un gruppo veramente nerd-intellettual-elitista prono a proselitismo, mi sono detta "Ehi perchè non crearne uno?"
Così eccomi qui a farmi autopromozione, come spesso accade in queste occasioni.
Se vi interessa qui c'è la pagina del gruppo, potete iscrivervi e parlare di cose squisitamete nerd-filosofico, tipo che differenza c'è tra un nerd e un geek, oppure come applichereste la tal regola del tal manuale nella situazione x che è condizionata da un fattore y, o ancora potreste chiarire i vostri dubbi sul torbido passato di Scotty.
Suvvia non siate timidi :)
E se vi state chiedendo il perchè di tutto questo, darò la colpa a mia mamma, che da piccola mi ha sottoposto alla visione forzata di tutto il ciclo di Heimat.
Monday, April 20, 2009
Schegge da fattore X
Tra un incazzatura ed un altra (brutta storia, se li incontro per strada in un vicolo buio li ammazzo di botte e poi li schiaccio con la macchina, passandoci sopra in retro), tra un file ed un altro, - si ieri ho lavorato tutto il giorno, come del resto da una settimana a questa parte - sono riuscita a vedere la finale di X-Factor.
Ora è necessario che io spenda due parole due sul programma. Non avevo mai visto una puntata di questo talent show, ma grazie alle ottime recensioni di Diego "Diegozilla" Cajelli mi tenevo aggiornata sull'andamento della trasmissione.
La finale si annunciava molto interessante e combattuta: in corsa per la vittoria due dei miei preferiti - i Bastardi e Matteo - quindi la visione era d'obbligo.
Perchè mi piacciono i Bastardi: perchè sono la cosa più vicina al mio gusto personale che sia uscita da quello scatolone, e perchè Mara Maionchi li ha davvero torchiati e plasmati, riguardando i provini e le prime puntate potrete capire quanto sono cresciuti pofessionalente.
Perchè mi piace Matteo: perchè rappresenta il bel canto. Non mi piace il suo genere - prevalentemente musica italiana leggera - però la sua voce e il suo talento sono invidiabili. Matteo si è sempre distinto per eleganza e semplicità e questa sua formula cattura il cuore di chi lo ascolta. Davvero qui conta solo la musica.
Ed ecco i due momenti che mi hanno emozionato di più.
A mio avviso questo è il duetto migliore dei tre (Matteo duetta con Cocciante cantando Margherita e Juri con Grignani cantando La mia storia tra le dita). Le due componenti musicali sono ben distinte, senza però penalizzare la loro esibizione. Molto significativo poi il passaggio di testimone di Elio ai ragazzi "Noi siamo i vecchi bastrdi, voi siete i nuovi".
A questo punto per me la gara è chiusa. Vada come vada i vincitori morali sono loro.
Sono in pochi quelli che si possono permettere di coverizzare i Queen in modo convincente, rispettoso e personale. Matteo, non solo interpreta con passione e personalità questa canzone, che ha un alto grado di difficoltà, ma è in grado di emozionarmi in maniera davvero profonda.
Alla fine vince Matteo, nonostante il verdetto tiratissimo (La scimmia in bretelle dice che i sono solo 16 voti di scarto) e che già questa mattina girino polemiche sull'attendibilità dei voti, io sono contenta. Non si può dire che non sia un risultato meritato.
E poi seriamente, chi ha veramente trionfato l'anno scorso è stata la Ferreri, che non aveva vinto, quindi io non mi dispererei per la sorte dei Bastardi, la loro fata Madrina è pur sempre una dei discografici più influenti d'Italia. Quando si dice avere un santo in paradiso.
Ora è necessario che io spenda due parole due sul programma. Non avevo mai visto una puntata di questo talent show, ma grazie alle ottime recensioni di Diego "Diegozilla" Cajelli mi tenevo aggiornata sull'andamento della trasmissione.
La finale si annunciava molto interessante e combattuta: in corsa per la vittoria due dei miei preferiti - i Bastardi e Matteo - quindi la visione era d'obbligo.
Perchè mi piacciono i Bastardi: perchè sono la cosa più vicina al mio gusto personale che sia uscita da quello scatolone, e perchè Mara Maionchi li ha davvero torchiati e plasmati, riguardando i provini e le prime puntate potrete capire quanto sono cresciuti pofessionalente.
Perchè mi piace Matteo: perchè rappresenta il bel canto. Non mi piace il suo genere - prevalentemente musica italiana leggera - però la sua voce e il suo talento sono invidiabili. Matteo si è sempre distinto per eleganza e semplicità e questa sua formula cattura il cuore di chi lo ascolta. Davvero qui conta solo la musica.
Ed ecco i due momenti che mi hanno emozionato di più.
A mio avviso questo è il duetto migliore dei tre (Matteo duetta con Cocciante cantando Margherita e Juri con Grignani cantando La mia storia tra le dita). Le due componenti musicali sono ben distinte, senza però penalizzare la loro esibizione. Molto significativo poi il passaggio di testimone di Elio ai ragazzi "Noi siamo i vecchi bastrdi, voi siete i nuovi".
A questo punto per me la gara è chiusa. Vada come vada i vincitori morali sono loro.
Sono in pochi quelli che si possono permettere di coverizzare i Queen in modo convincente, rispettoso e personale. Matteo, non solo interpreta con passione e personalità questa canzone, che ha un alto grado di difficoltà, ma è in grado di emozionarmi in maniera davvero profonda.
Alla fine vince Matteo, nonostante il verdetto tiratissimo (La scimmia in bretelle dice che i sono solo 16 voti di scarto) e che già questa mattina girino polemiche sull'attendibilità dei voti, io sono contenta. Non si può dire che non sia un risultato meritato.
E poi seriamente, chi ha veramente trionfato l'anno scorso è stata la Ferreri, che non aveva vinto, quindi io non mi dispererei per la sorte dei Bastardi, la loro fata Madrina è pur sempre una dei discografici più influenti d'Italia. Quando si dice avere un santo in paradiso.
Sunday, April 19, 2009
L'incubo ricorrente della settimana
Non so perchè, ma è tutta la settimana che ho questo pensiero - incubo, ossessione, timore, ecc ecc - ricorrente.
Juri vince X-Factor, facendola in barba a Mattero e ai BSOD.
Stasera vedremo se sono stata (ahimè) profetica oppure è solo esurimento...
PS
Per me dovrebbero vincere loro:
"Praticamente una canzone dei Manowar su rai2"
-- Diego Cajelli.
Saturday, April 18, 2009
Anobii redux
Mi fanno notare - giustamente - che in questo post, il link alla mia wishlist non funziona.
Rimedio subito, non sia mai che qualcuno mi regali qualcosa, che con i tempi che corrono è una gran bella cosa :) (e scusate il gioco di parole squallido!)
LA MIA WISHLIST anobiana
Now playing: Shadow Gallery - Room V
Buon fine settimana.
Rimedio subito, non sia mai che qualcuno mi regali qualcosa, che con i tempi che corrono è una gran bella cosa :) (e scusate il gioco di parole squallido!)
LA MIA WISHLIST anobiana
Now playing: Shadow Gallery - Room V
Buon fine settimana.
Friday, April 17, 2009
Serravalle di Chienti - 1998
Nel settembre del '97 un terremoto sconvolse la vita di migliaia di persone, che abitavano tra le Marche e l'Umbria, lo slancio umanitario e l'abbraccio solidale degli italiani, anche quella volta, non tardò ad arrivare.
Durante le vacanze di Natale del '97, io e la mia compagnia scout (CNGEI Milano2 "Sephiro" e i nostri gemellini del Milano9 "Zefiro") prestammo servizio come volontari della protezione civile nel campo di Serravalle di Chienti. Partimmo da Milano il 27 dicembre, per farvi ritorno il 7 gennaio.
Con noi molti altri volontari, uomini della CRI (Croce Rossa Italiana), altre compagnie scout, semplici cittadini, che facevano del loro meglio per aiutare.
Le giornate erano lunghe e il lavoro era faticoso, ci si svegliava presto, alle 6.00 del mattino quando il sole, che in quella maledetta conca si affacciava timido per un paio d'ore, non era ancora sorto. Giornalmente ci venivano assegnati i compiti, che erano tutti di natura logistica, visto che nessuno di noi era addestrato per affrontare situazioni del genere. Tra le varie mansioni mi toccò pulire i bagni del campo, scaricare enormi e pesantissimi cartoni, che arrivavano a pesare anche 20 kg, con derrate alimentari, pulire le roulotte dell'accampamento, distribuire pacchi di cibo agli sfollati, pulire i tavoli della tenda/sala comune, fare il giro dei paesi vicini per distribuire i pasti caldi agli altri accampamenti, sbrinare i parabrezza dei mezzi di servizio.
La nostra compagnia alloggiava nelle tendone blu della protezione civile, non certo un albergo a quattro stelle. Al loro interno c'era giusto lo spazio per otto brandine, su cui erano adagiati i nostri sacchi a pelo e le coperte di lana pesante della CRI, e un paio di stufette elettrice, fondamentali per contrastare i freddo umido e pungente tipico di quel periodo dell'anno. Era bello addormentarsi la sera stravolti di fatica, ma con la consapevolezza che il tuo lavoro era, seppur banale e per nulla eroico, di conforto per la vita di quelle persone che si trovavano in una situazione di disagio.
Stringere amicizie con gli altri volontari in quella situazione era naturale come respirare l'aria, così nei rari momenti di riposo ci si trovava tutti insieme per ridere, cantare, giocare a pallone, ed essere felici anche se ci avevano le ossa a pezzi e si era coperti di fango fin sopra i capelli.
Dieci giorni più tardi la nostra avventura era giunta al termine. Ci salutammo tra le lacrime di commozione, per tutto quello che avevamo condiviso, e gli immancabili scambi di telefono e indirizzi, quando ancora la parola e-mail era solo una presenza volatile e sconosciuta nell'aria.
Thursday, April 16, 2009
SMPTe again!!
Oggi è una data storica per il prog-rock!!! I transatlantic si riuniscono per produrre un nuovo studio album!
Qui potete leggere la news ufficiale sul loro sito
Per chi non sapesse di chi sto parlando, i Transatlantic sono un super gruppo formato da Mike Portnoy (Dream Theater) Pete Trevavas (Marillion) Neal Morse (ex Spock's Beard) e Roine Stolt (The Flower Kings).
In una parola sono il meglio del prog riuniti sotto un unica bandiera!
E per festeggiare:
La Signora Cordoglio
La Sig.ra Cordoglio è la portinaia del condominio dove si trova lo Studiodiò, la chiamo così perchè tutte le volte che la incrocio nel cortile dello stabile mi guarda sempre con aria rassegnata e contrita, come se attorno a me ci fosse un aura luttuosa, e i suoi occhioni acquosi sembrano pormi le loro più sentite condolianze tutte le volte.
Fin qui sarebbe bene o male normale, cioè la Sig.ra Cordoglio rientrerebbe tranquillamente nello stralunato campionario di umanità di mia conoscenza, se così fosse sarebbe troppo facile.
La Sig.ra Cordoglio, essendo una portinaia, passa la maggior parte delle sue ore spazzando il cortile, e voi vi chiederete che cosa c'è di sbagliato, nulla di male, è una portinaia in fondo, ma la Sig.Ra Cordoglio spazza il cortile anche quando piove!
E che portinaia sarebbe se tutte le volte che ti incrocia non ti ferma per attaccare bottone su argomenti di circostanza? Del resto nessuna portinaia che si rispetti non lo farebbe, è scritto nel loro codice genetico: acido desossiribonucleico (wow, che parolone) e zabettume.
Di solito con me non attacca, perchè al mattino e alla sera, quando entro ed esco dall'ufficio, ho sparato nelle orecchie l'iPod. Dopo due settimane anche il cane di Pavlov avrebbe imparato che Mab quando ha le cuffie non risponde.
Purtroppo ieri non ho avuto tutta questa fortuna.
Miss E è in Riunione con Mrs. MLP e Mr. M2, in ufficio ci sono solo io.
Suona la porta, mi tocca andare ad aprire. E' la Sig.ra Cordoglio.
La guardo stupita, come se non avessi mai visto una portinaia in vita mia, lei mi porge due buste raccomandate con ricevuta di ritorno, io la guardo ancora persa nel fantabosco di illustrator, lei mi rispedisce un occhiata pesante come tutta la sofferenza umana.
Poi all'improvviso il dramma, Cordoglio mi parla. Si, si sta rivolgendo a me in un una lingua a me sconosciuta: napoletano stretto.
In tuti questi anni in cui ho viaggiato (Londra, Parigi, Valencia, Ligornetto, Roseto degli Abruzzi, Ariccia...) non ho mai avuto problemi con le lingue autoctone, in quel momento, invece, mi sentivo con le spalle al muro. La Sig.ra Cordoglio biascica un'unica interminabile parola, formata da una frase principale e alcune subordinate, quando finalmente dopo pochi secondi mi si accende la lampadina!
Prendo le lettere e la ringrazio. Lei vorrebbe chiedermi se a casa stanno tutti bene e farsi un cosideto pentolino di fatti miei, ma io devo tornare a lavorare, così la saluto e la ringrazio.
Lei mi ripaga con un' espressione a metà del guado tra quella del bovino, che va in contro al bastone pneumatico del mattatoio e quella della suora missionaria che opera nelle bidoneville di Mumbai, dopodichè fa spallucce ed è torna a spazzare il cortile.
Fin qui sarebbe bene o male normale, cioè la Sig.ra Cordoglio rientrerebbe tranquillamente nello stralunato campionario di umanità di mia conoscenza, se così fosse sarebbe troppo facile.
La Sig.ra Cordoglio, essendo una portinaia, passa la maggior parte delle sue ore spazzando il cortile, e voi vi chiederete che cosa c'è di sbagliato, nulla di male, è una portinaia in fondo, ma la Sig.Ra Cordoglio spazza il cortile anche quando piove!
E che portinaia sarebbe se tutte le volte che ti incrocia non ti ferma per attaccare bottone su argomenti di circostanza? Del resto nessuna portinaia che si rispetti non lo farebbe, è scritto nel loro codice genetico: acido desossiribonucleico (wow, che parolone) e zabettume.
Di solito con me non attacca, perchè al mattino e alla sera, quando entro ed esco dall'ufficio, ho sparato nelle orecchie l'iPod. Dopo due settimane anche il cane di Pavlov avrebbe imparato che Mab quando ha le cuffie non risponde.
Purtroppo ieri non ho avuto tutta questa fortuna.
Miss E è in Riunione con Mrs. MLP e Mr. M2, in ufficio ci sono solo io.
Suona la porta, mi tocca andare ad aprire. E' la Sig.ra Cordoglio.
La guardo stupita, come se non avessi mai visto una portinaia in vita mia, lei mi porge due buste raccomandate con ricevuta di ritorno, io la guardo ancora persa nel fantabosco di illustrator, lei mi rispedisce un occhiata pesante come tutta la sofferenza umana.
Poi all'improvviso il dramma, Cordoglio mi parla. Si, si sta rivolgendo a me in un una lingua a me sconosciuta: napoletano stretto.
In tuti questi anni in cui ho viaggiato (Londra, Parigi, Valencia, Ligornetto, Roseto degli Abruzzi, Ariccia...) non ho mai avuto problemi con le lingue autoctone, in quel momento, invece, mi sentivo con le spalle al muro. La Sig.ra Cordoglio biascica un'unica interminabile parola, formata da una frase principale e alcune subordinate, quando finalmente dopo pochi secondi mi si accende la lampadina!
Prendo le lettere e la ringrazio. Lei vorrebbe chiedermi se a casa stanno tutti bene e farsi un cosideto pentolino di fatti miei, ma io devo tornare a lavorare, così la saluto e la ringrazio.
Lei mi ripaga con un' espressione a metà del guado tra quella del bovino, che va in contro al bastone pneumatico del mattatoio e quella della suora missionaria che opera nelle bidoneville di Mumbai, dopodichè fa spallucce ed è torna a spazzare il cortile.
Wednesday, April 15, 2009
Paura e delirio a Las Vegas
Come tuo avvocato ti consiglio di noleggiare una decappottabile velocissima e ti servirà della cocaina, un registratore per musica speciale, camicie di Acapulco, andartene da Los Angeles per almeno 48 ore, addio mio week-end, perché naturalmente dovrò venire con te. E in più dovremmo andarci armati anche, fino ai denti.
Mi si chiede di dissertare su questo film di Gilliam del '98
Velo riassumo in un'unica parola: lisergico.
Non c'è un singolo elemento del film che non si rifaccia a questo concetto.
Non rientra nei film più significativi per la sottoscritta, però è un film che vale la pena guardare.
Mi si chiede di dissertare su questo film di Gilliam del '98
Velo riassumo in un'unica parola: lisergico.
Non c'è un singolo elemento del film che non si rifaccia a questo concetto.
Non rientra nei film più significativi per la sottoscritta, però è un film che vale la pena guardare.
Friday, April 10, 2009
Dieci film (1)
Da oggi parte un nuovo post randomico, interamente copiato dal blog di Diego Cajelli, perchè sono una persona e pigra e poco creativa (come si diceva da queste parti qualche giorno fa) ma soprattutto paracula, quindi in quanto tale non mi prendo la briga di inventarmi nulla di nuovo, anzi se un'idea è buona e geneeera spunti interessanti, perchè non copiarla?
Come dicevo: I dieci film che occupano un posto d'onore sul mio scaffale delle visioni importanti.
Post randomico, senza nessuna logica di classifica.
(Mi sa che dopo questi dieci, ce ne saranno altri dieci...)
Un grande Landis, un grandissimo John Belushi, in quello che è la college-commedia per eccellenza, in cui non è possibile non citare scene emblematiche come il toga-party, il lancia cibo, la bottiglia di Jack Daniel's alla goccia e via discorrendo.
Titolo originale: National Lampoon's Animal House
Titolo italiano: Animal House
Paese: Usa
Anno: 1978
Durata: 110 min
Genere: commedia
Regia: John Landis
Come dicevo: I dieci film che occupano un posto d'onore sul mio scaffale delle visioni importanti.
Post randomico, senza nessuna logica di classifica.
(Mi sa che dopo questi dieci, ce ne saranno altri dieci...)
Un grande Landis, un grandissimo John Belushi, in quello che è la college-commedia per eccellenza, in cui non è possibile non citare scene emblematiche come il toga-party, il lancia cibo, la bottiglia di Jack Daniel's alla goccia e via discorrendo.
Titolo originale: National Lampoon's Animal House
Titolo italiano: Animal House
Paese: Usa
Anno: 1978
Durata: 110 min
Genere: commedia
Regia: John Landis
Thursday, April 09, 2009
Voglia di lavorare, saltami addosso
... che mi sposto!
Non c'è niente di più deleterio che avere davanti agli occhi, oltre il muro di monitor dove illustrator regna sovrano, un bel prato costellato di puntini colorati che vibra di un bel verde vivace per invogliarti a lavorare.
Non c'è niente di più deleterio che avere davanti agli occhi, oltre il muro di monitor dove illustrator regna sovrano, un bel prato costellato di puntini colorati che vibra di un bel verde vivace per invogliarti a lavorare.
Wednesday, April 08, 2009
Un regalo sempre ben accetto
Sabato scorso (per la serie, evviva le notizie di prima mano) sono finalmente riuscita a spendere un buono da 30 euro alla Feltrinelli, regalo di Natale da parte dei cognati =)
Io e Marito ci siamo dati alla pazza gioia letteraria, infatti se ci avete fatto caso sulla mia anobii libreria hanno fatto capolino ben 4 libri nuovi di pacca :D due dei quali erano presenti nella mia wish-list.
Io sono Rossamünd
Jonathan Strange & il Signor Norrell
La svastica sul sole
Esercizi di stile
Tutti e quattro sono titoli davvero interessanti, infatti non vedo l'ora di finire un libro che ho iniziato mesi fa (e che ho abbandonato li per pigrizia) per attaccare uno di questi 4 - presumibilmente inizierò da Johnatan strange e il signor norrell - che al momento attendono sul ripiano più alto della mia mastodontica libreria.
E già che siamo in tema librario e di regali ecco il link alla mia wish-list, anche se riconosco che è abbastanza squallida come cosa e fa molto ragazza gettone, ma non l'ho mai fatto prima ^_^... e poi vabbè si tratta di un fine nobile: la buona lettura :D
Tranquilli non vi chiederò mai di regalarmi TUAILAIT.
Io e Marito ci siamo dati alla pazza gioia letteraria, infatti se ci avete fatto caso sulla mia anobii libreria hanno fatto capolino ben 4 libri nuovi di pacca :D due dei quali erano presenti nella mia wish-list.
Io sono Rossamünd
Jonathan Strange & il Signor Norrell
La svastica sul sole
Esercizi di stile
Tutti e quattro sono titoli davvero interessanti, infatti non vedo l'ora di finire un libro che ho iniziato mesi fa (e che ho abbandonato li per pigrizia) per attaccare uno di questi 4 - presumibilmente inizierò da Johnatan strange e il signor norrell - che al momento attendono sul ripiano più alto della mia mastodontica libreria.
E già che siamo in tema librario e di regali ecco il link alla mia wish-list, anche se riconosco che è abbastanza squallida come cosa e fa molto ragazza gettone, ma non l'ho mai fatto prima ^_^... e poi vabbè si tratta di un fine nobile: la buona lettura :D
Tranquilli non vi chiederò mai di regalarmi TUAILAIT.
Tuesday, April 07, 2009
Punto.
"Le persone con poca creatvità è meglio che facciano gli esecutivisti"
Plauso per la vaga allusione che mi è stata rivolta.
Dov'è un branco di pitbull affamati quando ti serve?
E siamo solo a quota 10.
Monday, April 06, 2009
Push la recensione
Vi ricordate questo post?
Erano tempi non sospetti per il mercato del cinema italiano, ma io avevo giocato in anticipo e li avevo preceduti spendendo qualche parola per questo film, che a scatola chiusa sembrava promettere bene.
Soprattutto la mia attenzione era stata catturata dai quei punti di contatto che condivideva con il mio gioco di ruolo preferito (Mage the Ascension).
Nonostante l'hype per quello che sembrava il nuovo matrix, o il film di mage, l'aura di una colossale minchiata (vedi watchmen :P) mi si era cucita addosso, paura che in parte si era dissipata nel momento in cui avevo realizzato che il regista di Push era lo stesso di Lucky Number Slevin (da noi Slevin, patto criminale), sorprendente thriller con un cast d'eccezione.
Ma ancora non mi bastava, perchè errare è umano (e perseverare è diabolico, come ben sanno Boll e Snyder) e anche i migliori cadono (anche Kevin Smith ne sa qualcosa), così un residuo di timore e inquietudine mi era rimasta cucita addosso.
Il film è uscito da noi il 27, ma per problemi di varia natura non ho potuto vederlo prima di sabato 4. Per un'intera settimana ho atteso pazientemente, e mentre aspettavo l'hype cresceva.
Veniamo dunque al nocciolo della questione, che qui ci si è dilungati abbastanza.
In primo luogo è necessario fare una precisazione Push è un film con superpoteri e non supereroi.
La differenza tra supereroi e superpoteri sta nella caratterizzazione del personaggio. Un supereroe prevede molti elementi, tra cui un character persona (un costume o un'identità segreta), una motivazione, un codice morale determinante. Ho citato solo tre elementi determinati, ma la lista è lunga, potete leggere questo articolo su wikipedia per approfondire.
Solo alcuni di questi elementi sono condivisi da chi, invece, si limita ad utilizzare i superpoteri, come possono essere personaggi più moderni spesso protagonisti di serie televisive o film (Matrix, Streghe, Heroes, Rosewell etc...)
La trama è molto semplice e comune a tutto il genere dei superpoteri, ma pur rispondendo allo stereotipo dei protagonisti inesperti che si trovano a superare le varie peripezie in modo rocambolesco, non scade mai nel banale, anzi forse una delle debolezze della trama è il piano fin troppo macchiavellico utilizzato nella risoluzione finale della vicenda.
Restando in tema di scene poco convincenti, su tutto il film ne ho individuate solo due.
La prima è a metà film.
Il gruppo si sta nascondendo dai cattiviTM e sta utilizzando i poteri di un occultante per non farsi individuare. Cassie (una ragazzina veggente) decide di uscire a fare un giro e incontra la veggente del gruppo avversario, con cui scambia una serie di battute acide (molto bello il loro dialogo, tra l'altro). Le due si salutano e Cassie torna dagli altri.
A questo punto, alla cattiva, basterebbe seguire la ragazzina per scoprire dove i nostri sono rintanati, ma nel film le cose vanno in modo diverso, rendendo la scena inverosimile.
La seconda scena è nel combattimento finale.
Nick(il protagonista), cattrato dai cattiviTM, viene chiuso nel bagagliaio di un auto, alcuni minuti dopo il sopracitato riuscirà a liberarsi grazie all'impatto fortuito di un generico sgherro, scaraventato giù da un edificio in costruzione.
La cosa non ha senso per due motivi fondamentali:
- Nick è un mover, ovvero utilizza la telecinesi e i campi di forza, bastava un suo battito di ciglia per divelgere lo sportello del baule.
- Avrebbe potuto liberarsi anche senza l'aiuto dei super poteri, i bagagliai delle auto moderne, dispongono di una leva di emergenza per l'apertura dall'inerno dello sportello.
Il film ha un buon ritmo, i tempi morti non trovano spazio e le scene leggere si alternano a quelle di azone e quelle di tensione in un buon equilibrio, il tutto supportato da un ottima regia, il vero punto di forza di questo film.
Le inquadrature sono tecnicamente perfette, la composizione è sempre ben misurata al tipo di scena e al sentimento che vuole comunicare, con la colonna sonora che fa da giusto sotofondo e non prevarica mai sulla recitazione.
Una delle scene più riuscite del film è all'inizio, dove abbiamo una biglia che rotola, apparentemente un particolare insignificante, ma che subito dopo ci sorprende assumendo un ruolo fondamentale. Per il mio modestissimo parere dovrebbe essere inclusa nel manuale del bravo regista, su come si gira una buona scena =)
Ma in Push non sono solo le inquadrature ad avere una bellezza magnetica, la fotografia ha un ruolo fondamentale, nel rendere le immagini vibranti e donare ai colori degli spazi una dimensione interpretativa. Basta pensare alle dominanti di colore delle scene più importanti che giocano un ruolo quasi grafico (il verde del ristorante cinese, un rosso scuro del corridoio dell'albergo, l'oro del night club, il nero del magazzio...) enfatizzando il momento.
Per concludere vorrei spendere due parole sul finale del film.
Purtroppo si tratta di un finale aperto e questo si deve imputare principalmente alla produzione. Push nasce come inizio di una saga, che purtroppo difficilmente vedrà un seguto (o un prequel) visti gli scarsi incassi in America, il che è davvero un peccato, perchè all'interno della trama molti sono i punti in sospeso che meriterebbero una risposta o una risoluzione.
Erano tempi non sospetti per il mercato del cinema italiano, ma io avevo giocato in anticipo e li avevo preceduti spendendo qualche parola per questo film, che a scatola chiusa sembrava promettere bene.
Soprattutto la mia attenzione era stata catturata dai quei punti di contatto che condivideva con il mio gioco di ruolo preferito (Mage the Ascension).
Nonostante l'hype per quello che sembrava il nuovo matrix, o il film di mage, l'aura di una colossale minchiata (vedi watchmen :P) mi si era cucita addosso, paura che in parte si era dissipata nel momento in cui avevo realizzato che il regista di Push era lo stesso di Lucky Number Slevin (da noi Slevin, patto criminale), sorprendente thriller con un cast d'eccezione.
Ma ancora non mi bastava, perchè errare è umano (e perseverare è diabolico, come ben sanno Boll e Snyder) e anche i migliori cadono (anche Kevin Smith ne sa qualcosa), così un residuo di timore e inquietudine mi era rimasta cucita addosso.
Il film è uscito da noi il 27, ma per problemi di varia natura non ho potuto vederlo prima di sabato 4. Per un'intera settimana ho atteso pazientemente, e mentre aspettavo l'hype cresceva.
Veniamo dunque al nocciolo della questione, che qui ci si è dilungati abbastanza.
In primo luogo è necessario fare una precisazione Push è un film con superpoteri e non supereroi.
La differenza tra supereroi e superpoteri sta nella caratterizzazione del personaggio. Un supereroe prevede molti elementi, tra cui un character persona (un costume o un'identità segreta), una motivazione, un codice morale determinante. Ho citato solo tre elementi determinati, ma la lista è lunga, potete leggere questo articolo su wikipedia per approfondire.
Solo alcuni di questi elementi sono condivisi da chi, invece, si limita ad utilizzare i superpoteri, come possono essere personaggi più moderni spesso protagonisti di serie televisive o film (Matrix, Streghe, Heroes, Rosewell etc...)
La trama è molto semplice e comune a tutto il genere dei superpoteri, ma pur rispondendo allo stereotipo dei protagonisti inesperti che si trovano a superare le varie peripezie in modo rocambolesco, non scade mai nel banale, anzi forse una delle debolezze della trama è il piano fin troppo macchiavellico utilizzato nella risoluzione finale della vicenda.
Restando in tema di scene poco convincenti, su tutto il film ne ho individuate solo due.
La prima è a metà film.
Il gruppo si sta nascondendo dai cattiviTM e sta utilizzando i poteri di un occultante per non farsi individuare. Cassie (una ragazzina veggente) decide di uscire a fare un giro e incontra la veggente del gruppo avversario, con cui scambia una serie di battute acide (molto bello il loro dialogo, tra l'altro). Le due si salutano e Cassie torna dagli altri.
A questo punto, alla cattiva, basterebbe seguire la ragazzina per scoprire dove i nostri sono rintanati, ma nel film le cose vanno in modo diverso, rendendo la scena inverosimile.
La seconda scena è nel combattimento finale.
Nick(il protagonista), cattrato dai cattiviTM, viene chiuso nel bagagliaio di un auto, alcuni minuti dopo il sopracitato riuscirà a liberarsi grazie all'impatto fortuito di un generico sgherro, scaraventato giù da un edificio in costruzione.
La cosa non ha senso per due motivi fondamentali:
- Nick è un mover, ovvero utilizza la telecinesi e i campi di forza, bastava un suo battito di ciglia per divelgere lo sportello del baule.
- Avrebbe potuto liberarsi anche senza l'aiuto dei super poteri, i bagagliai delle auto moderne, dispongono di una leva di emergenza per l'apertura dall'inerno dello sportello.
Il film ha un buon ritmo, i tempi morti non trovano spazio e le scene leggere si alternano a quelle di azone e quelle di tensione in un buon equilibrio, il tutto supportato da un ottima regia, il vero punto di forza di questo film.
Le inquadrature sono tecnicamente perfette, la composizione è sempre ben misurata al tipo di scena e al sentimento che vuole comunicare, con la colonna sonora che fa da giusto sotofondo e non prevarica mai sulla recitazione.
Una delle scene più riuscite del film è all'inizio, dove abbiamo una biglia che rotola, apparentemente un particolare insignificante, ma che subito dopo ci sorprende assumendo un ruolo fondamentale. Per il mio modestissimo parere dovrebbe essere inclusa nel manuale del bravo regista, su come si gira una buona scena =)
Ma in Push non sono solo le inquadrature ad avere una bellezza magnetica, la fotografia ha un ruolo fondamentale, nel rendere le immagini vibranti e donare ai colori degli spazi una dimensione interpretativa. Basta pensare alle dominanti di colore delle scene più importanti che giocano un ruolo quasi grafico (il verde del ristorante cinese, un rosso scuro del corridoio dell'albergo, l'oro del night club, il nero del magazzio...) enfatizzando il momento.
Per concludere vorrei spendere due parole sul finale del film.
Purtroppo si tratta di un finale aperto e questo si deve imputare principalmente alla produzione. Push nasce come inizio di una saga, che purtroppo difficilmente vedrà un seguto (o un prequel) visti gli scarsi incassi in America, il che è davvero un peccato, perchè all'interno della trama molti sono i punti in sospeso che meriterebbero una risposta o una risoluzione.
Sunday, April 05, 2009
Flight 666 in Italia
Il 21 aprile alle 21 sarà il Maiden day e in diversi cinema del mondo verrà propiettato il documentario Flight 666.
Per chi tra di voi non sapesse di che si tratta, riassumerò in breve.
Ed Force one è il nome dell'aereo degli Iron Maiden pilotato dal loro frontman - Bruce Dickinson <3 - durante il loro ultimo world tour Somewhere back in time, dove hanno ripercorso il loro repertorio dal 1984 al 1988 (Powerslave, Somewhere in Time e 7th son of a 7th son).
Fortunatamente per noi il documentario verrà proiettato il 21 alle 21 in tre sale della catena Uci-Cinemas.
Ecco le sale in cui potrete vederlo:
Uci-cinema Milano Bicocca
Uci-cinema Meridiana Bologna
Uci-cinema Casoria Napoli
SCREAM FOR ME Uci-cinemas!
Friday, April 03, 2009
(meno)Pausa pranzo
Una cosa bella (tra le tante) del nuovo lavoro è la pausa pranzo.
Io e Ms. E mangiamo sempre insieme in uno dei tanti baretti della zona e poi nel tempo che avanza ci facciamo 4 passi per vetrine.
Oggi ci siamo concesse un mecdonal, perchè volevamo vedere un negozietto un po' più lontano degli altri. Ho provato il tanto reclamizzato CBO (ma senza O che sennò poi lo digerisco a pasqua 2010) e devo dire che non è affatto male =)
Ma degustazioni paninare a parte, la cosa che mi ha sconvolto del mecdonald è stata la tovaglietta, che declamava i 7 consigli per una vita sana.
Giustamente ne cita 7, perchè l'8 sarebbe stato: non mangiare da noi!
PS
Stanotte poi ho finito di lavorare alle 3.
Stakanov e i suoi amichetti
Sto lavorando.
Si è l'una meno venti.
Ne avrò ancora per un'ora almeno.
Ad essere ottimisti.
L'ottimismo vola!
Pensiero estemporaneo: è incredibile come sto rivalutando Black Holes and revelation in questo momento. Solo ora, nel silenzio di camera mia e accompagnata da degli esecutivi che devono essere consegnti sulla scrivania di Mr. L domanimattina, mi rendo conto che non lo avevo mai ascoltato con attenzione.
Buonanotte a tutti, buon lavoro a me.
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