Me ne stavo tranquilla al mio desk, ascoltando i Depeche in cuffia, quando improvisamente suona l’altoparlante:
“Attenzione, a causa di un problema tecnico, tutto il personale deve lasciare l’edificio”
Evviva! Una prova di evacuazione antincendio!
Tutti fuori come all'intervallo a scuola.
Faccio intempo a mettere tutte le mie cose nello zaino (contenitore del pranzo e La collina dei conigli, che le cose importanti vanno salvate) e mi dirigo verso la scala antincendio. Scendo con tutta la calma di questo mondo e una volta in cortile mi giro, per ammirare la colleganza che esegue la manovra di evacuazione, quand’ecco che guardando quello spettacolo un’immagine si stampa nella mia mente:
Lemmings!
E in quel momento penso intensamente ad una scala di metallo che esplode.
HIPIIIIIEEEEHHHH
Friday, September 24, 2010
Tuesday, September 21, 2010
Arthas l'ascesa del Re dei Lich
Sono molto grata ai miei amici che mi hanno regalato, per il mio compleanno, questo romanzo, perché non solo han deciso di andare sul sicuro puntando su qualcosa marchiato WOW (una garanzia di successo sicuro con la sottoscritta), ma anche perché i durante i miei raid librari i romanzi di World of Warcraft mi hanno sempre suscitato interesse e curiosità, ma non a sufficienza da spingermi a comprarli, soprattutto perché la paura di trovarsi qualcosa per le mani di scadente o insoddisfacente è sempre dietro l’angolo.
Ad ogni modo se dovessi basarmi sulle mie regole d’oro dei libri che puzzano di fregatura dalla copertina non avrei mai letto, né consigliato questo libro, perché il quartino recita:
La sua malvagità è leggenda. Signore del Flagello e nemico giurato di tutti i popoli liberi di Azeroth, il Re dei Lich è un'entità di incommensurabile potere e ineguagliabile malizia, un'anima gelida che trama senza posa per la distruzione di ogni forma di vita presente nel World of Warcraft. Ma non è sempre stato così. Molto prima che il suo spirito si fondesse con quello dello sciamano degli orchi Ner'zhul, il Re dei Lich era Arthas Menethil, principe ed erede al trono di Lordaeron, devoto paladino della Mano D'Argento. Quando la misteriosa comparsa di una pestilenza in grado di diffondere il contagio della non morte sembra minacciare tutto ciò che ama, Arthas si spingerà fino alle gelide distese di Northrend alla sciagurata ricerca di un'antica lama runica i cui leggendari poteri potrebbero salvare la sua terra natale. Ma sarà proprio l'oggetto della sua ricerca a farlo precipitare nel baratro della dannazione, esigendo dal nuovo padrone un prezzo terribile.
Ed infatti se non fossi un’accanita giocatrice di WoW leggendo semplicemente questo estratto - tutt’altro che originale - non mi sarebbe mai e poi mai passato per l’anticamera del cervello la benché minima idea o semplice curiosità legata a questo titolo.
Tuttavia c’è da dire che la lore azerothiana è densa di spunti, personaggi e storie degne di essere raccontati. Figuriamoci quando il protagonista indiscusso è Arthas Menethil, uno dei personaggi icona (insieme a Illidan) e più amati della saga videoludica che tutti noi ben conosciamo.
Prima di procedere con questa recensione, vorrei spendere un paio di parole sul commento che andrete a leggere.
Non sono una critica professionista, tuttavia le mie osservazioni si basano, ne più ne meno, su quello che ho letto. Siete liberissimi di pensarla diversamente da me, ma non erigetevi a paladini della letteratura di genere se secondo voi le mie critiche sono sbagliate. Sono le mie critiche punto e a capo. Il dialogo è benvenuto purché questo sia mantenuto in tono civile e non offenda nessuno (me in primis :P).
Ebbene cosa posso dire di questo libro? Che si legge molto velocemente. Avendo a disposizione solo la pausa pranzo e i viaggi casa-ufficio (una media di meno di tre ore al giorno) ho letteralmente divorato le 357 pagine. Purtroppo i pregi di questo libro si fermano qui ed il perché si può riassumere in tre passaggi chiave:
- lo stile confuso e poco curato,
- la caratterizzazione bidimensionale dei personaggi principali
- una scarsa cura per quel che riguarda l’editing della versione italiana (sigh!).
Ad essere del tutto onesta con me stessa e con voi, o miei affezionatissimi, devo segnalarvi per onor di cronaca che il motivo per cui sono arrivata fino in fondo a questa brutta faccenda, è il mio amore per la lore warcraftiana e che ho trovato estremamente piacevoli alcuni rari passaggi, perlopiù nei primi capitoli, in cui ritrovavo spunti di gioco, che ho vissuto in prima persona tramite i miei personaggi in WoW. A parte questa piccola parentesi, il libro alterna momenti di facepalm a scene WTF continue e questa è una situazione tragicomica, che rasenta il surreale.
Arthas narra la vita del Principe di Lordareon dalla sua infanzia fino alla sua (spoiler spoiler :P) autoincoronazione come Lich King. Va da se che, a parte alcune scene di raccordo, il grosso della vicenda è la trascrizione in forma romanzata della trama giocata in Warcraft 3 (campagna umani e non morti) e The Frozen Trone. Quello di cui non mi capacito appunto, è come la signora Golden abbia, pur avendo a disposizione già la pappa pronta (trama di un certo spessore già esistene e dei protagonisti complessi), trasformato il tutto in una prolissa fanfiction degna del peggior fanboy emo.
Ma andiamo per ordine i tre punti fondamentali riassumono il perché boccio questo libro, vorrei analizzarli qui con voi, facendovi capire il perché e il percome delle mie motivazioni.
Questione di stile.
Esistono mille modi di narrare una storia, lo stile in un romanzo è tutto, quando il plot principale non si distingue per originalità, perché da sapore alla trama e determina la vera qualità di quello che stai leggendo. Qui non si discute della qualità trama che non aggiunge nulla di nuovo al genere, ma a come questa viene sviluppata e raccontata al lettore.
Ogni genere narrativo ha bisogno di uno stile adeguato per rendere l’esperienza della lettura qualcosa di piacevole e non tedioso, nel fantasy classico, dove i protagonisti sono cavalieri umani, mi aspetto quanto meno un registro curato, una ricerca di vocaboli che richiami ed evochi in me la sospensione temporale di un medioevo artefatto, invece il romanzo è scritto in modo discorsivo e rapido con dialoghi asciutti e che sembrano ideati da un quattordicenne.
Questo è un dialogo tipo tra Arthas e Jaina
[Arthas sta lasciando Jaina pag120]
A:“E’ la cosa migliore. Forse un giorno le nostre cose saranno diverse e potremo provarci di nuovo. Non è che io non… che tu…”
[segue descrizione in cui il nostro abbraccia addolorato Jaina]
J:“Va tutto bene, Arthas ho capito”
A:“Davvero?”
J:“Onestamente? No. Ma va tutto bene. Succederà se deve succedere. Lo so”
A:“Jaina, voglio solo essere sicuro di fare la cosa giusta per tutti e due”
A questo punto mi sarei aspettata una scena tipo il vecchio spot della pubblicità della Sip.
Le descrizioni di ambienti e dei personaggi sono sacrificate in base al principio che chi sta leggendo questo romanzo conosce già i personaggi e i luoghi perché li ha visti, quanto meno, in Warcraft 3 o in World of Warcraft e purtroppo questo romanzo non è esente dal difetto peggiore dei brutti romanzi fantasy: l’uso sconsiderato ed in quantità elevate di metafore ed aggettivi fini a loro stesso.
Ma quello per cui ho sofferto di più leggendo questo libro è il senso di smarrimento e confusione nelle scene di battaglia causatomi dalla scarsa chiarezza temporale dello svolgersi dei fatti.
Infatti, si nota uno stacco netto nei pezzi di romanzo dove l’autrice si limita a romanzare le missioni compiute dai protagonisti di Warcraft 3 e i punti di raccordo, i capitoli 18 e 19 dove si narra la caduta di Quel’Thalas sono un esempio lampante di quanto il fattore tempo sia eccessivamente compresso e gestito in maniera poco chiara. Una campagna di conquista verosimile richiede diversi mesi, se non altro per percorrere fisicamente vasti territori descritti nel libro, mentre la disfatta degli elfi è liquidata in poche pagine. Tutte le battaglie (ovvero le parti che riguardano le missioni della campagna di gioco) subiscono questo stile sciatto e confusionario, addirittura in quella che dovrebbe essere la seconda missione della campagna umani, Arthas incontra in maniera rocambolesca e totalmente casuale i preti elfi e il mortar team dei nani (il suo esercito nella missione).
I personaggi dovrebbero essere in 3D anche nel libro.
Arthas è un personaggio complesso che travolto dagli eventi subisce una crescita notevole. Il nostro eroe passa da giovane principe amato dal suo popolo a spietato assassino e distruttore di regni, per poi divenire egli stesso parte del male assoluto.
Detto questo anche uno stupido si accorgerebbe che un’evoluzione del genere richiede uno sviluppo del personaggio appropriato, coerente con lo svolgersi della trama (vero, George Lucas? /sarcasm).
Per coloro che non sono proprio pratichi della storia di questo personaggio, riproporrò qui sotto i punti chiave della sua storia personale.
Arthas assiste alla nascita di Invincibile
Arthas incontra Jaina Proudmoore e dopo alcuni trascorsi i due si innamorano
Arthas è costretto ad uccidere il suo cavallo perche’ si azzoppa per colpa sua
Arthas prende coscienza della gravita della pestilenza e decide di sterminare la popolazione infetta di Stratholme
Arthas si imbarca nella spedizione al Nord per uccidere Tichondrius e reclama Frostmourne uccidendo il suo mentore, diventando Cavaliere della morte
Arthas torna in patria e assassina il padre
Arthas uccide Uther e profana i resti del padre
Arthas distrugge la nazione degli elfi e corrompe il pozzo solare
Arthas fa in modo che Archimonde arrivi su Azeroth e distrugga Dalaran
Arthas si fonde con Ner’zhul e diventa il Lich King
In tutto questo ci sono due eventi traumatici che segnano l’adolescenza del giovane principe: la morte dell’amato cavallo Invincibile e il rapporto con Jaina.
Ora posso capire che questi due siano eventi importanti e che segnino il carattere di una persona, ma il rimorso che può scaturire da queste ferite ha un senso fino all’assasinio del padre e dei suoi maestri, una volta ucciso Uther Lightbringer mi aspetto che Arthas perda definitivamente la sua umanità, ma invece dalle pagine del libro Arthas viene dipinto come un bambino capriccioso ed egoista capace solo di addossare la colpa delle sue azioni su altri, incapace di superare i suoi demoni, anche quando compie atti efferati palesemente in contrasto con la sua psicologia infantile. Nella testa della Golden Arthas dovrebbe essere il cavaliere della morte spietato e terribile, ma lei riesce solo a renderlo un bimbominkia lamentoso che passa quasi 300 pagine a sentire fitte allo stomaco perché secondo lui Jaina gli ha voltato le spalle.
Il motivo di questa scelta narrativa ci viene spiegato in un epilogo abbastanza scontato e bruttino.
E se questo non è abbastanza anche Panini ci mette del suo.
Ebbene si, anche Panini ci mette del suo per aggiungere rovina a qualcosa che aveva già i suoi grattacapi.
In realtà l’editing italiano è responsabile di una traduzione sciatta, dalla quale pensa di discolparsi mettendo un disclaimer all’inizio del libro in cui avverte i lettori che i nomi propri dei personaggi non saranno tradotti, per evitare che nei giocatori che sono abituati ad interagire con quei personaggi si crei confusione, mentre per quel che riguarda i luoghi questi saranno tradotti come da indicazioni di Mamma Blizz.
Come per dire “Oh regà, se ci sono cose tradotte a cazzo non è colpa nostra”
Bel discorso, peccato che per alcuni nomi di città tradotti più o meno in modo decente (Città Sotterranea per Undercity, Lunargenta per Silvermoon) ne abbiamo altri che non sono stati tradotti, ma quel che è peggio sono i nomi che sono stati tradotti a metà (Ghiacciaio dell’Icecrown, Campi di Felstone, Baia di Daggercap…).
Una traduzione degna di tale nome si sarebbe battuta per dare nomi in italiano a tutte le località, come ad esempio sono i luoghi ne “Il Signore degli Anelli” che suonano in italiano sempre appropriati e familiari, oppure avrebbero potuto lasciare i nomi di tutti i luoghi in originale, applicando allo stesso modo la regola usata per i nomi dei personaggi.
Ma queste, tanto, sono parole al vento perché è inutile chiedere una buona traduzione quando in partenza il titolo è sbagliato: Lich King si traduce Re Lich non Re dei Lich.
Vorrei proprio chiedere al signor Andrea Toscani da dove salta fuori quel “dei”.
E siccome a noi piace ricordarlo così, beccatevi una compilation dei momenti topici del nostro principe Lich King preferito
Ci sono, eh!
Lo so, avevo promesso che avrei aggiornato il blog con più costanza, però la cosa sembra riuscirmi molto difficile e la cosa non dipende del tutto dal fatto che in ufficio abbia problemi con firewall vari.
Ciononostante rieccomi qui, dopo aver immagazzinato qualche avventura da raccontare (rigorosamente in incoerente ordine sparso).
GRV
Passata Adunanza, con il CDA alle porte, Lunina (aka il Vescovo Stonewolf) fa i conti con la politica elaviana, ritrovandosi ad odiare quella posizione (così come la odiava quando era maestro di gilda) in quanto preferirebbe concentrarsi più sulle questioni di chiesa e la materia mistico teologica e a prendere a calci qualche culo demoniaco. Dannazione a me e a quando mi sono illusa che il cambio di istituzione mi avrebbe risparmiato queste menate colossali, ma a parte questo la chiesa di Iaboth mi sta regalando grandi momenti di roleplay: che bellezza finalmente poter dedicarsi a tempo pieno ad uno dei lati più caratteristici il mio personaggio, senza rischiare lavate di capo da parte dei superiori. Vuoi mettere la soddisfazione?
Viaggio a Londra
Abbiamo camminato un sacco, anzi di più!
Mi sono tolta alcuni sassolini dalla scarpa (uno era andare a teatro a vedere we will rock you) e mi sono parcheggiata da Starbucks il più possibile, per poter assecondare la mia astinenza da white mocha e frappuccini vari. A questo giro non ho parole per descrivere tutte le emozioni che ho provato mentre respiravo e vivevo questa città, per quelli di voi che non le hanno ancora viste, qui trovate quelle che secondo me sono le foto più riuscite di questa avventura.
Macchina fotografica nuova
Giustamente, le foto di cui sopra, sono state fatte con il nuovo giocattolo di casa. Dal momento che il Bianchi doveva cambiare la sua attrezzatura, sono stata ben felice di adottare la sua vecchia Canon 450D, regalandomi per un prezzo più che ragionevole una degna fotocamera reflex digitale. Non mi ricordavo di quanto mi mancasse mettermi a scattare foto su foto e poi vuoi mettere? La reflex digitale è uno status symbol tra noi blogstar, è proprio bello darsi un tono ed atteggiarsi a creativi della domenica…
Feste di compleanno
Ci siamo dati alla pazza gioia, eravami in 31, abbiamo portato disordine e scompiglio in un posto fighissimo dietro casa e la torta, che ha richiesto più di 4 ore di lavorazione, ha riscosso un gran successo, mi spiace solo averne mangiato una fettina piccola così… mi toccherà rifarla in versione mignon ^^
Arthas
Quello che amo dei miei amici è che sanno che sono nerd e a loro va bene così. Infatti tra i regali di compleanno sono spuntate cose brandizzare WoW, tra cui il libro che sto leggendo in questi giorni: Arthas – l’ascesa del Re dei Lich.
Mi ha fatto molto piacere ricevere questo libro, perché si tratta di uno di quei libri che mi incuriosiva, ma che non ho mai avuto il coraggio di comprare in libreria.
Il libro ha il pregio di leggersi veramente velocemente e credo che i lati positivi si fermino qui, però voglio finirlo (non mi manca molto per fortuna) prima di lanciarmi in una recensione come si deve.
Credo che per il momento sia più o meno tutto, non voglio buttare troppa carne al fuoco onde evitare di esaurire ancora il barattolo delle idee.
Ciononostante rieccomi qui, dopo aver immagazzinato qualche avventura da raccontare (rigorosamente in incoerente ordine sparso).
GRV
Passata Adunanza, con il CDA alle porte, Lunina (aka il Vescovo Stonewolf) fa i conti con la politica elaviana, ritrovandosi ad odiare quella posizione (così come la odiava quando era maestro di gilda) in quanto preferirebbe concentrarsi più sulle questioni di chiesa e la materia mistico teologica e a prendere a calci qualche culo demoniaco. Dannazione a me e a quando mi sono illusa che il cambio di istituzione mi avrebbe risparmiato queste menate colossali, ma a parte questo la chiesa di Iaboth mi sta regalando grandi momenti di roleplay: che bellezza finalmente poter dedicarsi a tempo pieno ad uno dei lati più caratteristici il mio personaggio, senza rischiare lavate di capo da parte dei superiori. Vuoi mettere la soddisfazione?
Viaggio a Londra
Abbiamo camminato un sacco, anzi di più!
Mi sono tolta alcuni sassolini dalla scarpa (uno era andare a teatro a vedere we will rock you) e mi sono parcheggiata da Starbucks il più possibile, per poter assecondare la mia astinenza da white mocha e frappuccini vari. A questo giro non ho parole per descrivere tutte le emozioni che ho provato mentre respiravo e vivevo questa città, per quelli di voi che non le hanno ancora viste, qui trovate quelle che secondo me sono le foto più riuscite di questa avventura.
Macchina fotografica nuova
Giustamente, le foto di cui sopra, sono state fatte con il nuovo giocattolo di casa. Dal momento che il Bianchi doveva cambiare la sua attrezzatura, sono stata ben felice di adottare la sua vecchia Canon 450D, regalandomi per un prezzo più che ragionevole una degna fotocamera reflex digitale. Non mi ricordavo di quanto mi mancasse mettermi a scattare foto su foto e poi vuoi mettere? La reflex digitale è uno status symbol tra noi blogstar, è proprio bello darsi un tono ed atteggiarsi a creativi della domenica…
Feste di compleanno
Ci siamo dati alla pazza gioia, eravami in 31, abbiamo portato disordine e scompiglio in un posto fighissimo dietro casa e la torta, che ha richiesto più di 4 ore di lavorazione, ha riscosso un gran successo, mi spiace solo averne mangiato una fettina piccola così… mi toccherà rifarla in versione mignon ^^
Arthas
Quello che amo dei miei amici è che sanno che sono nerd e a loro va bene così. Infatti tra i regali di compleanno sono spuntate cose brandizzare WoW, tra cui il libro che sto leggendo in questi giorni: Arthas – l’ascesa del Re dei Lich.
Mi ha fatto molto piacere ricevere questo libro, perché si tratta di uno di quei libri che mi incuriosiva, ma che non ho mai avuto il coraggio di comprare in libreria.
Il libro ha il pregio di leggersi veramente velocemente e credo che i lati positivi si fermino qui, però voglio finirlo (non mi manca molto per fortuna) prima di lanciarmi in una recensione come si deve.
Credo che per il momento sia più o meno tutto, non voglio buttare troppa carne al fuoco onde evitare di esaurire ancora il barattolo delle idee.
Tuesday, August 31, 2010
Un saluto festoso a tutti
E Lunga vita e prosperità, la sottoscritta è in partenza per Londra, passeò quasi una settimana facendo di tutto e di più, drogandomi di Starbucks, Krispy Kreme e wagamama.
Grazie al dott. ing. Bianchi sono una felice posseditrice(?) di una fotocamera digitale nuova, quindi l'obiettivo sarà fare più foto possibili.
Ci sentiamo in viaggio, grazie al cielo l'ipod touch ha la connettività wi-fi e trovare un hot spot a Londra non è un'impresa come qua da noi.
Grazie al dott. ing. Bianchi sono una felice posseditrice(?) di una fotocamera digitale nuova, quindi l'obiettivo sarà fare più foto possibili.
Ci sentiamo in viaggio, grazie al cielo l'ipod touch ha la connettività wi-fi e trovare un hot spot a Londra non è un'impresa come qua da noi.
Tuesday, August 24, 2010
Photoshop, dopo tanto tempo...
Dopo molto tempo mi ritrovo a cazzeggiare con photoshop senza una ragione precisa, ma solo ed esclusivamente per diletto personale.
Ecco due WIP che ho in ballo al momento.
(clicca chee si ingrandiscono)
Volevo sperimentare un tutorial per creare gli effetti di luce che vedete ^_^ non è del tutto finito nel senso che manca qualcosa ma non so cosa andare ad aggiungere per terminare la composizione.
Questo disegno dall'anatomia discutibile ritrae Shantia Blanc, il personaggio della campagna Adunanza di Klaudia. E' tutto molto abbozzato, mi ci vorranno ancora diverse ore per finirlo, dato che dopo che avevo quasi del tutto finito di mettere i colori base ho deciso che il disegno base non mi piaceva e che avrei dovuto ridisegnarlo ex-novo. Va da se che quando avrò finito le linee rifarò i colori e compagnia cantante.
Ecco due WIP che ho in ballo al momento.
(clicca chee si ingrandiscono)
Volevo sperimentare un tutorial per creare gli effetti di luce che vedete ^_^ non è del tutto finito nel senso che manca qualcosa ma non so cosa andare ad aggiungere per terminare la composizione.
Questo disegno dall'anatomia discutibile ritrae Shantia Blanc, il personaggio della campagna Adunanza di Klaudia. E' tutto molto abbozzato, mi ci vorranno ancora diverse ore per finirlo, dato che dopo che avevo quasi del tutto finito di mettere i colori base ho deciso che il disegno base non mi piaceva e che avrei dovuto ridisegnarlo ex-novo. Va da se che quando avrò finito le linee rifarò i colori e compagnia cantante.
Friday, August 20, 2010
Cosmic Chaos reloaded: Transatlantic live in concert.
Avrei dovuto scrivere questo post molto tempo fa, ma com’è come non è la cosa è scivolata nel dimenticatoio insieme a questo quaderno degli appunti virtuali.
Meglio tardi che mai mi verrebbe da dire, mentre butto giù queste righe su word del computer dell’ufficio (quello incapace di bucare il firewall aziendale che mi impedisce di fare quello che voglio nei sempre più frequenti momenti morti di questo lavoro).
Facciamo qualche passo indietro e chiudiamo gli occhi per qualche istante. Ora possiamo riaprirli e come per magia è il 17 maggio, una data a lungo attesa.
La giornata in ufficio scorre veloce, alle cinque esco di gran carriera e galoppo verso casa, dove ho giusto il tempo di lasciare giù la borsa e cambiarmi. Insieme a Marito usciamo, destinazione Alcatraz: tra poco suoneranno i Transatlantic.
Sono molto emozionata perché il supergruppo progressive rock è tra i miei preferiti ed il sogno di vederli dal vivo si stava per avverare dopo moltissimi anni in cui avevo sperato e pregato ogni santo del paradiso per vedere un loro concerto.
La speranza che era andata in fumo dopo la decisione di Neal Morse di abbandonare il gruppo ma poi, grazie agli dei del rock, c’è stata la reunion e il conseguente ritorno in studio che ha dato i natali allo splendido The Whirlwind e finalmente l’annuncio del tour con una data a Milano!
Cammino a due metri da terra dalla gioia mentre sono sulla strada verso l’Alcatraz, fantasticando su una probabile scaletta e sull’assenza del gruppo spalla.
Quando arriviamo al club, c’è già una discreta fila ed è un tripudio di magliette di gruppi progressive come Rush, The Who, Pink Floyd, Yes, Genesis intervallate dalle immancabili camicie a quadretti che tanto piacciono ai progster.
Marito, che non è esattamente un fanatico della scena progressive, si sente un po’ pesce fuor d’acqua, in mezzo a tutta quella gente, ma sono felice che sia li con me in quel momento perché non mi sarei persa questo concerto per nulla al mondo (ho dato forfait ad una cena di lavoro per i mei eroi!).
Quando verso le 6 e mezzo si aprono i cancelli io e Marito entriamo e cerchiamo subito un posto strategico dove metterci e qui succede qualcosa che per me ha dell’incredibile.
Il sottopalco non è gremito come succede sempre a qualsiasi concerto rock/metal a cui ho partecipato, così ci avviciniamo senza troppi indugi e ridendo e scherzando finiamo in seconda fila, proprio sotto alle tastiere di Neal Morse. La cosa che ha ancora più dell’incredibile è che il pubblico è così tranquillo e pacato che non corriamo alcun rischio di essere spintonati e schiacciati dalla calca.
(La qualità della foto fa schifo perchè è fatta con il cellulare)
Verso le sette l’Alcatraz si è riempito e i miei eroi salgono sul palco, l’emozione è palpabile e quando Neal Morse fa il suo ingresso il pubblico esplode in un abbraccio collettivo per il cantautore figliol prodigo.
Si parte con l’intera suite The Whirlwind suonata tutta d’un fiato (Out of the night, Rose colored glasses e Dancing with eternal glory i momenti più emozionanti) ed è solo l’inizio. Dopo una breve pausa di una decina di minuti i nostri tornano a far loro il palco ed è ancora musica e magia con All of the above, We all need some light (pelle d’oca!!!) e Duel with the Devil. A questo punto il concerto potrebbe pure finire, dei musicisti normali avrebbero chiuso, ma qui ci troviamo di fronte a gente palesemente non umana, pechè dopo dieci minuti Morse, Portnoy, Trevavas, Stolte e Gildenlow ritornano sul palco per il terzo set tra gli applausi deliranti del pubblico.
Sulle note di una malinconica tastiera Morse inizia una struggente Bridge across forever sulla quale mi commuovo e mi perdo in un vortice di emozioni indescrivibile, seguita da un’incredibile Stranger in your soul che si trasforma sul finale in Heaven and Hell e poi in Holy Diver, immancabile tributo a Dio scomparso da un paio di giorni.
Le luci si riaccendono i nostri si godono i meritati applausi e salutano il pubblico.
Personalmente ritengo questo concerto il migliore a cui abbia mai assistito per il coinvolgimento emotivo, la durata e la straordinaria bravura della band e spero vivamente in futuro di avere la fortuna di poter assistere ad un altro dei loro concerti.
Meglio tardi che mai mi verrebbe da dire, mentre butto giù queste righe su word del computer dell’ufficio (quello incapace di bucare il firewall aziendale che mi impedisce di fare quello che voglio nei sempre più frequenti momenti morti di questo lavoro).
Facciamo qualche passo indietro e chiudiamo gli occhi per qualche istante. Ora possiamo riaprirli e come per magia è il 17 maggio, una data a lungo attesa.
La giornata in ufficio scorre veloce, alle cinque esco di gran carriera e galoppo verso casa, dove ho giusto il tempo di lasciare giù la borsa e cambiarmi. Insieme a Marito usciamo, destinazione Alcatraz: tra poco suoneranno i Transatlantic.
Sono molto emozionata perché il supergruppo progressive rock è tra i miei preferiti ed il sogno di vederli dal vivo si stava per avverare dopo moltissimi anni in cui avevo sperato e pregato ogni santo del paradiso per vedere un loro concerto.
La speranza che era andata in fumo dopo la decisione di Neal Morse di abbandonare il gruppo ma poi, grazie agli dei del rock, c’è stata la reunion e il conseguente ritorno in studio che ha dato i natali allo splendido The Whirlwind e finalmente l’annuncio del tour con una data a Milano!
Cammino a due metri da terra dalla gioia mentre sono sulla strada verso l’Alcatraz, fantasticando su una probabile scaletta e sull’assenza del gruppo spalla.
Quando arriviamo al club, c’è già una discreta fila ed è un tripudio di magliette di gruppi progressive come Rush, The Who, Pink Floyd, Yes, Genesis intervallate dalle immancabili camicie a quadretti che tanto piacciono ai progster.
Marito, che non è esattamente un fanatico della scena progressive, si sente un po’ pesce fuor d’acqua, in mezzo a tutta quella gente, ma sono felice che sia li con me in quel momento perché non mi sarei persa questo concerto per nulla al mondo (ho dato forfait ad una cena di lavoro per i mei eroi!).
Quando verso le 6 e mezzo si aprono i cancelli io e Marito entriamo e cerchiamo subito un posto strategico dove metterci e qui succede qualcosa che per me ha dell’incredibile.
Il sottopalco non è gremito come succede sempre a qualsiasi concerto rock/metal a cui ho partecipato, così ci avviciniamo senza troppi indugi e ridendo e scherzando finiamo in seconda fila, proprio sotto alle tastiere di Neal Morse. La cosa che ha ancora più dell’incredibile è che il pubblico è così tranquillo e pacato che non corriamo alcun rischio di essere spintonati e schiacciati dalla calca.
(La qualità della foto fa schifo perchè è fatta con il cellulare)
Verso le sette l’Alcatraz si è riempito e i miei eroi salgono sul palco, l’emozione è palpabile e quando Neal Morse fa il suo ingresso il pubblico esplode in un abbraccio collettivo per il cantautore figliol prodigo.
Si parte con l’intera suite The Whirlwind suonata tutta d’un fiato (Out of the night, Rose colored glasses e Dancing with eternal glory i momenti più emozionanti) ed è solo l’inizio. Dopo una breve pausa di una decina di minuti i nostri tornano a far loro il palco ed è ancora musica e magia con All of the above, We all need some light (pelle d’oca!!!) e Duel with the Devil. A questo punto il concerto potrebbe pure finire, dei musicisti normali avrebbero chiuso, ma qui ci troviamo di fronte a gente palesemente non umana, pechè dopo dieci minuti Morse, Portnoy, Trevavas, Stolte e Gildenlow ritornano sul palco per il terzo set tra gli applausi deliranti del pubblico.
Sulle note di una malinconica tastiera Morse inizia una struggente Bridge across forever sulla quale mi commuovo e mi perdo in un vortice di emozioni indescrivibile, seguita da un’incredibile Stranger in your soul che si trasforma sul finale in Heaven and Hell e poi in Holy Diver, immancabile tributo a Dio scomparso da un paio di giorni.
Le luci si riaccendono i nostri si godono i meritati applausi e salutano il pubblico.
Personalmente ritengo questo concerto il migliore a cui abbia mai assistito per il coinvolgimento emotivo, la durata e la straordinaria bravura della band e spero vivamente in futuro di avere la fortuna di poter assistere ad un altro dei loro concerti.
Tuesday, August 17, 2010
Acquisti!
Siccome rimango un'inguaribile consumista oggi mi sono data alla pazza gioia nel mio negozietto di musica preferito.
Il film dei Rush è una vera chicca, i Blind hanno fatto qualcosa di carino (finalmente) e purtroppo sui Maiden voglio aver ascoltato il disco almeno 10 volte prima di qualsiasi opinione.
Il film dei Rush è una vera chicca, i Blind hanno fatto qualcosa di carino (finalmente) e purtroppo sui Maiden voglio aver ascoltato il disco almeno 10 volte prima di qualsiasi opinione.
Tuesday, August 10, 2010
And I'm back!
Il ritorno al mondo reale è sempre difficile, un giorno sei un guerriero senza macchia che lotta contro i demoni per la sopravvivenza della realtà in cui vive, il giorno dopo sei solo un impiegato comune che svolge mansioni meccaniche e per nulla eroiche.
Ed è così che si riassume il mio stato d’animo al momento, l’Adunanza è finita sono
sopravvissuta anche quest’anno e nella mia valigia oltre ai costumi sporchi e le armi di gomma c’è tanta malinconia, non tanto perché il gioco sia momentaneamente fermo, ma perché partire da Elivia per far ritorno alla vita normale significa salutare gli amici di sempre che con me hanno camminato per sette giorni condividendo momenti meravigliosi in gioco, ma soprattutto fuori gioco.
Comunque sia questa settimana spesa lontano da casa, immersa in altri mondi mi ha fatto davvero bene ho lavato via tutto lo stress a suon di spada e magia; rientrando in ufficio ieri mi sentivo leggera come una piuma.
Le cose migliori di questa adunanza sono state la convivenza con le persone che hanno
condiviso con me la casa presa in affitto, i momenti passati a truccare gli altri giocatori, vedere dal vivo una grossa scenografia che ho realizzato in tempi record (e della quale vado davvero orgogliosa) e un momento di gioco significativo che aspettavo da quasi otto anni, che per il mio pg significa sacrificio e riscatto!
Essere coinvolta in un aspetto del gioco così delicato ed importante rappresenta per il personaggio Luna Stonewolf la massima aspirazione, del resto come dico sempre quando vesto i suoi panni “Non mi importa del potere e dei tesori, voglio solo combattere!” e combattere per lo scopo più alto e nobile di tutti credo sia la gratificazione maggiore per un personaggio del genere.
In attesa della prossima avventura guardo le prime foto dell’eventone e mi concentro
sulla prossima tappa vacanziera (Londra i primi di settembre).
Ed è così che si riassume il mio stato d’animo al momento, l’Adunanza è finita sono
sopravvissuta anche quest’anno e nella mia valigia oltre ai costumi sporchi e le armi di gomma c’è tanta malinconia, non tanto perché il gioco sia momentaneamente fermo, ma perché partire da Elivia per far ritorno alla vita normale significa salutare gli amici di sempre che con me hanno camminato per sette giorni condividendo momenti meravigliosi in gioco, ma soprattutto fuori gioco.
Comunque sia questa settimana spesa lontano da casa, immersa in altri mondi mi ha fatto davvero bene ho lavato via tutto lo stress a suon di spada e magia; rientrando in ufficio ieri mi sentivo leggera come una piuma.
Le cose migliori di questa adunanza sono state la convivenza con le persone che hanno
condiviso con me la casa presa in affitto, i momenti passati a truccare gli altri giocatori, vedere dal vivo una grossa scenografia che ho realizzato in tempi record (e della quale vado davvero orgogliosa) e un momento di gioco significativo che aspettavo da quasi otto anni, che per il mio pg significa sacrificio e riscatto!
Essere coinvolta in un aspetto del gioco così delicato ed importante rappresenta per il personaggio Luna Stonewolf la massima aspirazione, del resto come dico sempre quando vesto i suoi panni “Non mi importa del potere e dei tesori, voglio solo combattere!” e combattere per lo scopo più alto e nobile di tutti credo sia la gratificazione maggiore per un personaggio del genere.
In attesa della prossima avventura guardo le prime foto dell’eventone e mi concentro
sulla prossima tappa vacanziera (Londra i primi di settembre).
Tuesday, July 27, 2010
Ce la posso fare!
Non è che ho fatto un'attacco mordi e fuggi, ma tra tre giorni parto per un'altra dimensione (finalmente!).
Mi sto preparando a vestire i panni del Vescovo Stonewolf e che Iaboth me la mandi buona.
Nel frattempo ho un mucchio di cose da organizzare in vista della partenza.
Se non ci sentiamo in questi giorni (cosa più che plausibile) vi saluto in anticipo rimandandovi ad agosto inoltrato. Avrò molto di cui raccontare ^_^
Mi sto preparando a vestire i panni del Vescovo Stonewolf e che Iaboth me la mandi buona.
Nel frattempo ho un mucchio di cose da organizzare in vista della partenza.
Se non ci sentiamo in questi giorni (cosa più che plausibile) vi saluto in anticipo rimandandovi ad agosto inoltrato. Avrò molto di cui raccontare ^_^
Friday, July 23, 2010
Vorrei tanto leggere questo libro...
...quindi se potete aiutatemi!
Lancio su queste pagine il mio appello.
Cerco disperatamente una copia di "La Luna è una severa maestra" di Robert A. Heinlein collezione urania 037.
Si tratta di un Urania quindi è irreperibile nel circuito delle librerie e l'unico modo per averlo è sentire in giro tra gli appasionati di sci-fi.
Grazie mille a chi mi presterà aiuto.
Lancio su queste pagine il mio appello.
Cerco disperatamente una copia di "La Luna è una severa maestra" di Robert A. Heinlein collezione urania 037.
Si tratta di un Urania quindi è irreperibile nel circuito delle librerie e l'unico modo per averlo è sentire in giro tra gli appasionati di sci-fi.
Grazie mille a chi mi presterà aiuto.
Tuesday, July 20, 2010
I dolori di un giovane jedi 3
Finalmente riesco a completare la mia saga costumistica che mi ha visto coinvolta nella realizzazione del costume della Padawan Barriss Ofee.
Di seguito la prima e la seconda puntata
Per completare il costume mancavano solo la spada e la cintura. Per realizzare questi due prop è stato necessario recuperare materiali particolari, abbiamo speso due pomeriggi in grossi negozi di bricolage, mentre per l’assemblaggio ci sono voluti diverse serate dedicate a tale scopo.
Per la cintura ho utilizzato:
una cintura di cuoio alta 4 dita – costo 15€ comprata alla bancarella delle cinture del mercatino di piazzale Lima (Milano)
un pezzo di cuoio recuperato tra gli scarti di una pelletteria – costo 0€
fermacampione – costo 1,50 € comprati in una cartoleria qualunque
scarti di ecopelle del costume di Ayla Secura – costo 0€ gentilemente offerti da Bya
scothc di carta alto 4 dita – gentile dono di mio papà
tubetto di pattex – costo 3,50€ comprato nel colorificio sotto casa
La cintura di Barriss prevede una fibbia in cuoio decorata con un fiore a forma di cuore,circondata da borchiette dorate.
Per ottenere il risultato desiderato ho preso una cintura di cuoio marrone dell’altezza e della forma giusta, con la fibbia più semplice possibile, perché avrei coperto la fibbia vera con la fibbia finta, mediante dei passanti che avrebbero permesso l’inserimento sulla cintura. Il primo passo per la creazione della fibbia è stata la creazione del decoro, che come vedete dall’immagine qui sopra non è altro che un’applicazione di diversi strati di cuoiosulla base della fibbia.
Ho ritagliato sugli strati di ecopelle i singoli elementi (cuore esterno, decori interni e foglia) e poi ho cucito sul cuore esterno i due decori interni. Siccome avevo solo un tipo di ecopelle per variare i colori e evitare che le varie parti si confondessero ho usato il fronte (del colore giusto) e il retro della finta pelle (più scuro). Una volta cucito il cuore ho dato spessore alla foglia ed al cuore stesso con lo scotch di carta per enfatizzare l’effetto rilievo.
Il secondo passaggio è stato tagliare nella dimensione desiderata e subito dopo ricoprire con l’ecopelle il pezzo di cuoio, perché lo scarto che mi era stato regalato non era del marrone giusto ma grigio scuro. Una volta incollata l’ecopelle alla base della fibbia ho incollato a loro volta le sagome del cuore e della foglia. A questo punto ho iniziato a bucare il cuoio, ricavando i fori per alloggiare i fermacampione-borchie. Una volta borchiato tutto il perimetro della fibbia, ho preso un rettangolo di ecopelle e l’ho incollato sul retro della fibbia, in modo da coprire le parti potenzialmente taglienti dei fermacampione. L’ultimo passaggio è stato aggiungere i passanti ricavati con gli avanzi della cintura che Bya aveva utilizzato per creare la cintura di Ayla.
La costruzione della spada è stata più lunga e complessa e la spesa complessiva dei materiali non ha superato i 15€. Come accennato prima per acquistare tutti i componenti necessarie alla costruzione delle quattro spade laser del nostro gruppo, abbiamo fatto una puntata in un paio di brico center, perché abbiamo utilizzato pezzi come tubi e guarnizioni trovate nel reparto di idraulica, viti e rondelle, pomelli di cassetti e piedini per sedie e tavolini. Il nostro criterio per la ricerca dei vari componenti si basava infatti su confronto con la foto del prop originale. Se un pezzo di minuteria da ferramenta o altro aveva la forma giusta finiva nel nostro carrello della spesa, altrimenti si passava in rassegna della corsia successiva in cerca della forma giusta. Posso assicurarvi che la scena, osservata dall’esterno era davvero divertente: gli avventori del negozio si trovavano davanti tre persone intente a confrontare i vari pezzi, che apparentemente non centravano nulla l’un con l’altro, con le stampe che raffiguravano le spade complete. Una volta comprato tutto il materiale necessario alla costruzione si poteva iniziare con lafase di montaggio.
Per prima cosa Fulvio ha tagliato i tubi idraulici nelle misure desiderate (ogni spada era lunga in proporzione con la nostra altezza) e l’operazione ha richiesto una certa attenzione e cautela perché il taglio del tubo doveva essere il più dritto possibile. Una volta eseguiti tutti i tagli abbiamo proseguito con la creazione degli spessori e delle sezioni necessarie a simulare le scanalature delle spade. Questi spessori sono stati creatisovrapponendo strati e strati di scotch di carta.
Osservando l’immagine dell’impugnatura delle varie spade, si nota subito come tutte queste presentino scanalature sulla loro superficie. Una soluzione per questo problema poteva essere ottenuta disegnando le scanalature con un pennarello dopo la verniciatura della spada, ma in questo modo non ci sarebbe stato un effetto convincente. Così abbiamo pensato di replicare le scanalature sul tubo mediante incisione con un dremel. In entrambi i casi la difficoltà era disegnare su una superficie curva delle linee dritte. Utilizzando lo scotch di carta, come base, abbiamo disegnato le linee guida delle scanalature.
Una volta completato il disegno, abbiamo applicato il nastro adesivo al tubo, ottenendo delle perfette guide per il trapano. Non restava altro che incidere e fare i buchi necessari agli innesti dei vari componenti che avrebbero simulato i pulsanti.
La fase successiva, nonché una delle più delicate, è stata quella dell’assemblaggio. I vari pezzi sono stati incollati tra loro con della colla a caldo, che ha consentito la creazione di ulteriori spessori che hanno rafforzato la compattezza della struttura. Una volta asciugata la colla abbiamo spruzzato la vernice metallica (la struttura è stata prima trattata con un passaggio di carta vetrata a grana fine ed uno strato di vernice nera per rafforzare la tenuta della vernice metallica). A vernice asciutta ho dipinto i particolari, come le scanalature, che avevano colori diversi dalla base color metallo e una volta finito con questa fase di colorazione dei piccoli dettagli le spade sono state trattate con uno strato di vernice trasparente protettiva. Ed ecco il risultato finale.
E così dopo questo post lunghissimo siamo arrivati alla fine. Su facebook trovate le foto fatte durante la fiera al gruppo di maestri + padawan più cool del mondo, anche se l’ambizione maggiore sarebbe quella di ritoccarle tutte per aggiungere le lame laser alle spade e sistemare le parti di makeup sbiadite.
Di seguito la prima e la seconda puntata
Per completare il costume mancavano solo la spada e la cintura. Per realizzare questi due prop è stato necessario recuperare materiali particolari, abbiamo speso due pomeriggi in grossi negozi di bricolage, mentre per l’assemblaggio ci sono voluti diverse serate dedicate a tale scopo.
Per la cintura ho utilizzato:
una cintura di cuoio alta 4 dita – costo 15€ comprata alla bancarella delle cinture del mercatino di piazzale Lima (Milano)
un pezzo di cuoio recuperato tra gli scarti di una pelletteria – costo 0€
fermacampione – costo 1,50 € comprati in una cartoleria qualunque
scarti di ecopelle del costume di Ayla Secura – costo 0€ gentilemente offerti da Bya
scothc di carta alto 4 dita – gentile dono di mio papà
tubetto di pattex – costo 3,50€ comprato nel colorificio sotto casa
La cintura di Barriss prevede una fibbia in cuoio decorata con un fiore a forma di cuore,circondata da borchiette dorate.
Per ottenere il risultato desiderato ho preso una cintura di cuoio marrone dell’altezza e della forma giusta, con la fibbia più semplice possibile, perché avrei coperto la fibbia vera con la fibbia finta, mediante dei passanti che avrebbero permesso l’inserimento sulla cintura. Il primo passo per la creazione della fibbia è stata la creazione del decoro, che come vedete dall’immagine qui sopra non è altro che un’applicazione di diversi strati di cuoiosulla base della fibbia.
Ho ritagliato sugli strati di ecopelle i singoli elementi (cuore esterno, decori interni e foglia) e poi ho cucito sul cuore esterno i due decori interni. Siccome avevo solo un tipo di ecopelle per variare i colori e evitare che le varie parti si confondessero ho usato il fronte (del colore giusto) e il retro della finta pelle (più scuro). Una volta cucito il cuore ho dato spessore alla foglia ed al cuore stesso con lo scotch di carta per enfatizzare l’effetto rilievo.
Il secondo passaggio è stato tagliare nella dimensione desiderata e subito dopo ricoprire con l’ecopelle il pezzo di cuoio, perché lo scarto che mi era stato regalato non era del marrone giusto ma grigio scuro. Una volta incollata l’ecopelle alla base della fibbia ho incollato a loro volta le sagome del cuore e della foglia. A questo punto ho iniziato a bucare il cuoio, ricavando i fori per alloggiare i fermacampione-borchie. Una volta borchiato tutto il perimetro della fibbia, ho preso un rettangolo di ecopelle e l’ho incollato sul retro della fibbia, in modo da coprire le parti potenzialmente taglienti dei fermacampione. L’ultimo passaggio è stato aggiungere i passanti ricavati con gli avanzi della cintura che Bya aveva utilizzato per creare la cintura di Ayla.
La costruzione della spada è stata più lunga e complessa e la spesa complessiva dei materiali non ha superato i 15€. Come accennato prima per acquistare tutti i componenti necessarie alla costruzione delle quattro spade laser del nostro gruppo, abbiamo fatto una puntata in un paio di brico center, perché abbiamo utilizzato pezzi come tubi e guarnizioni trovate nel reparto di idraulica, viti e rondelle, pomelli di cassetti e piedini per sedie e tavolini. Il nostro criterio per la ricerca dei vari componenti si basava infatti su confronto con la foto del prop originale. Se un pezzo di minuteria da ferramenta o altro aveva la forma giusta finiva nel nostro carrello della spesa, altrimenti si passava in rassegna della corsia successiva in cerca della forma giusta. Posso assicurarvi che la scena, osservata dall’esterno era davvero divertente: gli avventori del negozio si trovavano davanti tre persone intente a confrontare i vari pezzi, che apparentemente non centravano nulla l’un con l’altro, con le stampe che raffiguravano le spade complete. Una volta comprato tutto il materiale necessario alla costruzione si poteva iniziare con lafase di montaggio.
Per prima cosa Fulvio ha tagliato i tubi idraulici nelle misure desiderate (ogni spada era lunga in proporzione con la nostra altezza) e l’operazione ha richiesto una certa attenzione e cautela perché il taglio del tubo doveva essere il più dritto possibile. Una volta eseguiti tutti i tagli abbiamo proseguito con la creazione degli spessori e delle sezioni necessarie a simulare le scanalature delle spade. Questi spessori sono stati creatisovrapponendo strati e strati di scotch di carta.
Osservando l’immagine dell’impugnatura delle varie spade, si nota subito come tutte queste presentino scanalature sulla loro superficie. Una soluzione per questo problema poteva essere ottenuta disegnando le scanalature con un pennarello dopo la verniciatura della spada, ma in questo modo non ci sarebbe stato un effetto convincente. Così abbiamo pensato di replicare le scanalature sul tubo mediante incisione con un dremel. In entrambi i casi la difficoltà era disegnare su una superficie curva delle linee dritte. Utilizzando lo scotch di carta, come base, abbiamo disegnato le linee guida delle scanalature.
Una volta completato il disegno, abbiamo applicato il nastro adesivo al tubo, ottenendo delle perfette guide per il trapano. Non restava altro che incidere e fare i buchi necessari agli innesti dei vari componenti che avrebbero simulato i pulsanti.
La fase successiva, nonché una delle più delicate, è stata quella dell’assemblaggio. I vari pezzi sono stati incollati tra loro con della colla a caldo, che ha consentito la creazione di ulteriori spessori che hanno rafforzato la compattezza della struttura. Una volta asciugata la colla abbiamo spruzzato la vernice metallica (la struttura è stata prima trattata con un passaggio di carta vetrata a grana fine ed uno strato di vernice nera per rafforzare la tenuta della vernice metallica). A vernice asciutta ho dipinto i particolari, come le scanalature, che avevano colori diversi dalla base color metallo e una volta finito con questa fase di colorazione dei piccoli dettagli le spade sono state trattate con uno strato di vernice trasparente protettiva. Ed ecco il risultato finale.
E così dopo questo post lunghissimo siamo arrivati alla fine. Su facebook trovate le foto fatte durante la fiera al gruppo di maestri + padawan più cool del mondo, anche se l’ambizione maggiore sarebbe quella di ritoccarle tutte per aggiungere le lame laser alle spade e sistemare le parti di makeup sbiadite.
Monday, July 19, 2010
Riassunto delle puntate precedenti
Devo ammetterlo ci avevo un po’ preso gusto a slackerare così. Non un post da mesi, che comportamento disdicevole per una blogger come la sottoscritta.
E la giustificazione a questa mancanza sconsiderata? Solo perché la mia utenza in ufficio non mi permette di accedere ad internet? Mi sembra una giustificazione povera povera dietro alla quale nascondersi per legittimare un’apatia scrittoria.
Comunque l’inverno è finito ed è tempo di svegliarsi dal letargo, vi starete chiedendo, o miei affezionatissimi, cosa vi siete persi in tutti questi mesi silenzio da Mablandia.
Non molto devo dire, purtroppo Accabicì non è un posto che regala avventure avvincenti, più che altro ci sono molti tempi morti in cui l’unica cosa che mi è concessa (non potendo nuotare nella rete) è guardare il soffitto o far finta di lavorare, perché bisogna dare l’impressione di produrre produrre e ancora produrre, anche se non c’è nulla da fare. Ai capi risulta più digeribile credere che noi pigiabottoni stiamo fingendo di fare qualcosa per l’azienda piuttosto che accettare l’idea di vederci in altre faccende affaccendati.
Per me questo rappresenta un vero e proprio dramma, soprattutto considerando il ritmo di lavoro sostenuto a cui ero abituata in Paleo.
A dirla tutta quel posto mi manca da morire per innumerevoli ragioni la più importante di tutte è che facevo qualcosa che mi piaceva. Con questo non voglio dire che farei a cambio, perché lavorare in Paleo (per quanto sia grata a Mr. L e Mr. M per tutto quello che ho imparato con loro) aveva un sacco di aspetti negativi che l’attuale impiego non ha e alla fine dei giochi però posso sommare gli aspetti positivi contro quelli negativi per accorgermi che alla fine, anche se mi lamento tanto, il lavoro che sto facendo ora non è poi così male.
Il problema è che non riesco a farmene una ragione per tutta una serie di motivi che non starò ad elencarvi perché non mi piace apparire come una che sputa nel piatto in cui mangia ed è anche per questo che questa sarà l’ultima volta che scriverò dell’ufficio.
Passando ad argomenti più leggeri ed interessanti l’Adunanza è alle porte!
Si tratta del primo evento maggiore a cui parteciperò dopo quasi un anno di stop autoimposto a causa della mia condizione di disoccupata.
L’idea che nel giro di una decina di giorni dovrò rivestire i panni del mio personaggio ha monopolizzato il poco tempo libero di questi ultimi mesi.
La mia Lunina ha subito alcuni cambiamenti fondamentali in gioco che hanno riacceso ora più che mai la voglia di giocare. Dopo l’Adunanza dell’anno scorso ero ad un passo da ritirare il mio pg perché non trovavo più stimoli nel gioco che stavo ostinatamente portando avanti (vuoi anche per via del periodo di depressione che stavo attraversando).
Dopo alcuni scazzi in gioco e la perdita di un rango (da 5 a 4) per motivi prettamente fuorigioco ero più che mai decisa a ricominciare da capo con un nuovo personaggio, quando mi giunge inaspettata la possibilità di passare al gioco di chiesa come Vescovo del Dio della Guerra.
Non è stata una scelta facile da prendere, perché accettare la proposta voleva dirsi staccarsi definitivamente dalla gilda in cui ho militato per sette anni, però una volta accettata la proposta mi sono resa conto di aver fatto la scelta migliore. Più passavano i giorni più mi riappropriavo del mio personaggio e riscoprivo una serenità di gioco che nell’ultimo periodo era venuta meno. Serenità di gioco non vuol dire che in gioco il proprio personaggio non viva tensioni o non abbia problemi da affrontare, al contrario questi non vengono vissuti in maniera passiva.
Il passaggio a votato di chiesa mi ha dato moltissimi spunti di gioco e la possibilità di fare davvero la differenza all’interno della mia nuova istituzione, nonché di conoscere meglio ed apprezzare gli altri giocatori che fanno parte della chiesa.
L’Adunanza è stato anche il grande pretesto per iscrivermi in palestra, cosa che non avevo mai fatto prima per un misto di pigrizia e costi non sostenibili (ecco uno dei lati positivi del mio lavoro, prendere di più rispetto al lavoro precedente), ebbene si da maggio sto andando in palestra per arrivare preparata alla prova costume… quella del mio pg!
Vi assicuro che giocare per tutto il giorno con un’armatura indosso richiede uno sforzo atletico, aggiungete il caldo, gli orari sregolati e un pesante trucco e capirete perché ho deciso di correre ai ripari iscrivendomi in palestra. Anche se la mia armatura è leggera (pesa poco più di 5 kg) quando ho cominciato il mio fisico era decisamente fuori forma e ora dopo un paio di mesi di allenamento quasi costante, va decisamente meglio, sento i muscoli reagire meglio e il mio corpo ha un aspetto più sano. Però che fatica con questo caldo ^_^’’’
E per finire letture!
Avevo cominciato a leggere Johnatan Strange e il signor Norrell, ma devo ammettere che alla lunga mi ha stancato, ora come ora sono ferma intorno al capitolo 37 (circa metà libro) senza essermi fatta un’idea precisa su dove la storia vada a parare.
Nel frattempo è uscito anche il W2, che ho dovuto leggere e finire per sapere come andava avanti la baracca (GL ti odio :P).
Finito il W2 ho continuato un po’ con Strange e Norrel, ma motivata dall’incombente Adunanza che si preannuncia di guerra, ho cominciato a leggere Fanteria dello spazio, per trovare qualche spunto di gioco per Luna.
Fanteria è una miniera d’oro, le sue uniche colpe sono avere ispirato un film che non ha molto a che spartire con la storia originale e il ritmo di lettura, Fanteria si legge così velocemente che ci ho messo pochissimi giorni per finirlo. Era molto tempo che non leggevo un libro scritto così bene, tanto che sul finale ero così triste al pensiero di finirlo che volontariamente avevo rallentato il ritmo.
Ma che dire sulla storia? E’ un libro epico di guerra e sulla guerra, adattissimo se vi trovate in un periodo in cui avete bisogno di carica emotiva (il finale è epico oltre ogni modo). Io l’ho amato dall’inizio alla fine in ogni sua singola parola nonostante l’ambientazione fascista, ma una storia così intensa ed epica non sarebbe stata possibile in uncontesto diverso da quello descritto.
E così arriviamo ad oggi. Sto scrivendo su word del mio computer dell’ufficio, tra poco spedirò questo wall of text via mail per essere pubblicato il prima possibile.
Nei prossimi giorni tirerò fuori dall’armadio delle storie la terza e ultima parte del racconto “come si costruisce uno jedi”.
E la giustificazione a questa mancanza sconsiderata? Solo perché la mia utenza in ufficio non mi permette di accedere ad internet? Mi sembra una giustificazione povera povera dietro alla quale nascondersi per legittimare un’apatia scrittoria.
Comunque l’inverno è finito ed è tempo di svegliarsi dal letargo, vi starete chiedendo, o miei affezionatissimi, cosa vi siete persi in tutti questi mesi silenzio da Mablandia.
Non molto devo dire, purtroppo Accabicì non è un posto che regala avventure avvincenti, più che altro ci sono molti tempi morti in cui l’unica cosa che mi è concessa (non potendo nuotare nella rete) è guardare il soffitto o far finta di lavorare, perché bisogna dare l’impressione di produrre produrre e ancora produrre, anche se non c’è nulla da fare. Ai capi risulta più digeribile credere che noi pigiabottoni stiamo fingendo di fare qualcosa per l’azienda piuttosto che accettare l’idea di vederci in altre faccende affaccendati.
Per me questo rappresenta un vero e proprio dramma, soprattutto considerando il ritmo di lavoro sostenuto a cui ero abituata in Paleo.
A dirla tutta quel posto mi manca da morire per innumerevoli ragioni la più importante di tutte è che facevo qualcosa che mi piaceva. Con questo non voglio dire che farei a cambio, perché lavorare in Paleo (per quanto sia grata a Mr. L e Mr. M per tutto quello che ho imparato con loro) aveva un sacco di aspetti negativi che l’attuale impiego non ha e alla fine dei giochi però posso sommare gli aspetti positivi contro quelli negativi per accorgermi che alla fine, anche se mi lamento tanto, il lavoro che sto facendo ora non è poi così male.
Il problema è che non riesco a farmene una ragione per tutta una serie di motivi che non starò ad elencarvi perché non mi piace apparire come una che sputa nel piatto in cui mangia ed è anche per questo che questa sarà l’ultima volta che scriverò dell’ufficio.
Passando ad argomenti più leggeri ed interessanti l’Adunanza è alle porte!
Si tratta del primo evento maggiore a cui parteciperò dopo quasi un anno di stop autoimposto a causa della mia condizione di disoccupata.
L’idea che nel giro di una decina di giorni dovrò rivestire i panni del mio personaggio ha monopolizzato il poco tempo libero di questi ultimi mesi.
La mia Lunina ha subito alcuni cambiamenti fondamentali in gioco che hanno riacceso ora più che mai la voglia di giocare. Dopo l’Adunanza dell’anno scorso ero ad un passo da ritirare il mio pg perché non trovavo più stimoli nel gioco che stavo ostinatamente portando avanti (vuoi anche per via del periodo di depressione che stavo attraversando).
Dopo alcuni scazzi in gioco e la perdita di un rango (da 5 a 4) per motivi prettamente fuorigioco ero più che mai decisa a ricominciare da capo con un nuovo personaggio, quando mi giunge inaspettata la possibilità di passare al gioco di chiesa come Vescovo del Dio della Guerra.
Non è stata una scelta facile da prendere, perché accettare la proposta voleva dirsi staccarsi definitivamente dalla gilda in cui ho militato per sette anni, però una volta accettata la proposta mi sono resa conto di aver fatto la scelta migliore. Più passavano i giorni più mi riappropriavo del mio personaggio e riscoprivo una serenità di gioco che nell’ultimo periodo era venuta meno. Serenità di gioco non vuol dire che in gioco il proprio personaggio non viva tensioni o non abbia problemi da affrontare, al contrario questi non vengono vissuti in maniera passiva.
Il passaggio a votato di chiesa mi ha dato moltissimi spunti di gioco e la possibilità di fare davvero la differenza all’interno della mia nuova istituzione, nonché di conoscere meglio ed apprezzare gli altri giocatori che fanno parte della chiesa.
L’Adunanza è stato anche il grande pretesto per iscrivermi in palestra, cosa che non avevo mai fatto prima per un misto di pigrizia e costi non sostenibili (ecco uno dei lati positivi del mio lavoro, prendere di più rispetto al lavoro precedente), ebbene si da maggio sto andando in palestra per arrivare preparata alla prova costume… quella del mio pg!
Vi assicuro che giocare per tutto il giorno con un’armatura indosso richiede uno sforzo atletico, aggiungete il caldo, gli orari sregolati e un pesante trucco e capirete perché ho deciso di correre ai ripari iscrivendomi in palestra. Anche se la mia armatura è leggera (pesa poco più di 5 kg) quando ho cominciato il mio fisico era decisamente fuori forma e ora dopo un paio di mesi di allenamento quasi costante, va decisamente meglio, sento i muscoli reagire meglio e il mio corpo ha un aspetto più sano. Però che fatica con questo caldo ^_^’’’
E per finire letture!
Avevo cominciato a leggere Johnatan Strange e il signor Norrell, ma devo ammettere che alla lunga mi ha stancato, ora come ora sono ferma intorno al capitolo 37 (circa metà libro) senza essermi fatta un’idea precisa su dove la storia vada a parare.
Nel frattempo è uscito anche il W2, che ho dovuto leggere e finire per sapere come andava avanti la baracca (GL ti odio :P).
Finito il W2 ho continuato un po’ con Strange e Norrel, ma motivata dall’incombente Adunanza che si preannuncia di guerra, ho cominciato a leggere Fanteria dello spazio, per trovare qualche spunto di gioco per Luna.
Fanteria è una miniera d’oro, le sue uniche colpe sono avere ispirato un film che non ha molto a che spartire con la storia originale e il ritmo di lettura, Fanteria si legge così velocemente che ci ho messo pochissimi giorni per finirlo. Era molto tempo che non leggevo un libro scritto così bene, tanto che sul finale ero così triste al pensiero di finirlo che volontariamente avevo rallentato il ritmo.
Ma che dire sulla storia? E’ un libro epico di guerra e sulla guerra, adattissimo se vi trovate in un periodo in cui avete bisogno di carica emotiva (il finale è epico oltre ogni modo). Io l’ho amato dall’inizio alla fine in ogni sua singola parola nonostante l’ambientazione fascista, ma una storia così intensa ed epica non sarebbe stata possibile in uncontesto diverso da quello descritto.
E così arriviamo ad oggi. Sto scrivendo su word del mio computer dell’ufficio, tra poco spedirò questo wall of text via mail per essere pubblicato il prima possibile.
Nei prossimi giorni tirerò fuori dall’armadio delle storie la terza e ultima parte del racconto “come si costruisce uno jedi”.
Wednesday, March 24, 2010
Bad Fantasy
La vedete questa foto?
E’ stata scattata questa fine settimana dalle parti di Vara Inferiore (da qualche parte tra Novi Ligure e Savona) durante un live di grvitalia.
Quando l'ho vista ho subito pensato che fosse davvero bella, perché ritraeva il mio personaggio e quello di alcuni amici in un momento piuttosto particolare e importante del live, però poi osservandola a mente fredda non ho potuto notare che questa immagine, per composizione, scenario e soggetti sarebbe stata perfetta come tipica illustrazione di copertina per uno di quei libri fantasy italioti belli zeppi di luoghi comuni che ci piacciono tanto.
Così ho deciso di fare un giochino stupido ed ho analizzato la foto come una persona che non ha mai giocato di ruolo dal vivo e non sa chi sono i personaggi ritratti.
Quello che scriverò sarà niente di più che l’analisi di quello che una persona digiuna di live, ma appassionata di genere, coglierebbe osservando questa foto.
Partiamo dalla composizione dell’immagine.
Abbiamo in primo piano i cinque protagonisti, in posa e leggermente sfalsati tra di loro per dare il giusto ritmo visivo che armonizzi il senso di lettura dell’immagine. L’equilibrio tra sfondo e soggetti è quello giusto che permette poi l’inserimento del titolo e autore del libro.
Lo scenario in cui è ambientato poi è la classica ambientazione montana d’atmosfera: neve per terra, nebbia che fonde gli alberi della foresta sullo sfondo che lasciano intendere che il gruppo sta per affrontare o ha affrontato insidie indicibili nella Foresta Proibita TM.
E ora la parte più interessante: i protagonisti.
Come ogni romanzo fantasy di una certa levatura intellettuale (leggi destinato ai peggio biNbiminkia d&dari o con tendenze troisiane) abbiamo il classico gruppo di spostati, i quali non hanno nulla in comune tra di loro, se non che essersi trovati insieme in maniera rocambolesca (deus ex machina docet) contro Il Signore Del Male TM nell’impresa di recuperare l’Artefatto del Potere X.
I protagonisti poi sono un ricettacolo di stereotipi e archetipi di genere, a partire dal fatto che i cinque protagonisti non hanno nulla che li accomuni e provengono da situazioni completamente estranee tra di loro.
Partendo da sinistra abbiamo il barbaro (o mercenario) violento e sanguinario, che riconosce solo l’uso della forza e che è convinto di non avere bisogno degli altri membri del gruppo. Probabilmente si ritrova imbarcato in questa missione perché il suo villaggio è stato distrutto o perché è mosso da motivi economici (arraffa il tesoro).
Poi troviamo il giovane mago intraprendente e spericolato, tutto genio e sregolatezza della sua accademia magica, per questo motivo isolato dagli altri maghi che si attengono alle rigide regole imposte dai maghi più anziani. Un personaggio del genere potrebbe avere tre motivi diversi per essere introdotto nella storia come ad esempio essere inviato dall’accademia dei maghi per recuperare l’artefatto, oppure perché è talmente indisciplinato che solo un’avventura del genere può metterlo in riga.
A questo punto introduciamo i due elementi esotici della storia: l’uomo bestia e l’elfo particolare.
L’uomo bestia è tipicamente uno sciamano, di una società tribale, che crede negli spiriti e nell’armonia naturale, che ultimamente va tanto di moda visto Avatar. I motivi per cui questo personaggio fa parte dei protagonisti sono sostanzialmente tre: il primo e più funzionale alla trama è che si tratta di un guaritore, il secondo è che il Kattivo di turno nell’attuare il suo Piano Malvagio di Konkuista sta distruggendo l’ambiente (evviva l’ecologismo della domenica) e il terzo è che essendo lui uno sciamano egli si unisce al gruppo perché gli spiriti gliel’hanno detto, ovviamente dando per assoluti questi segni rivelatori.
L’elfo particolare è un must. Non può essere un vero fantasy senza un elfo particolare.
La rappresentazione di questo personaggio è particolare, si discosta dal solito stereotipo dell’elfo tolkeniano, semplicemente perché l’autore/trice per fare l’origggginale, avrà caratterizzato una razza con le orecchie a punta. L’immagine ci dice che questa personaggia è una guerriera e dal tipo di armatura e spada si può dedurre che è di nobili natali ed essendo elfa le sue abilità non si limiteranno esclusivamente alle capacità marziali. E’ quasi certo che la sua presenza nel gruppo sia dovuta al fatto che si tratta dell’ambasciatore della razza di elfi particolari, che inviano un unico esponente della loro razza per combattere il Signore Del Male.
Dulcis in fundo abbiamo il ramingo/ranger umano (il vero leader!), in grado di uccidere qualunque cosa grazie alla sua furtività (neanche fosse Altair di Assasin’s Creed) determinato al compimento della missione, ma dal passato tormentato, che sicuramente ha perso la sua amata o la sua famiglia, oppure ha causato in maniera più o meno accidentale la morte del suo migliore amico.
Mi sono davvero divertita a ricamare su questi personaggi e posso assicurarvi che gli originali non hanno nulla a che fare con la mia minuziosa descrizione, tuttavia ho voglia di divertirmi ancora un pochino e quindi ecco a voi i rapporti tra i protagonisti!
Tutti e cinque i protagonisti avranno un momento iniziale di diffidenza l’uno con l’altro, perché nessuno ha nulla in comune, ma saranno forzati a collaborare per qualche motivo (ri-deus ex machina). Il Barbaro/Mercenario non approva i metodi del Ranger-Leader e del Mago in quanto ritiene il mago debole (è un mago, accidenti!) e vorrebbe essere lui il capo, per questo osteggia il Ranger; riconosce nell’Uomo Bestia una certa affinità primordiale, mentre prova una certa qual attrazione fisica per l’Elfa Particolare di cui ammira la sua abilità combattiva.
Il Giovane Mago Spericolato è attratto dal potere e vede gli altri membri del gruppo come strumenti, l’elemento che lo caratterizza di più è il suo smisurato ego. Tuttavia con il passare del tempo potrebbe sviluppare un senso del gruppo che potrebbe portare a sacrificarsi per i suoi compagni.
L’Uomo Bestia all’inizio non comprende i metodi degli altri, dal suo punto di vista sono i suoi compagni ad essere selvaggi che non si comportano secondo i cicli naturali. La persona più vicina al suo modo di pensare è ovviamente il Ranger-Leader.
L’Elfa Particolare si rapporta con gli altri con fare distaccato e freddo, il personaggio che disprezza più di tutti è il Barbaro/Mercenario per via della sua furia che non esita a utilizzare per ogni minima cosa, cosa che è in antitesi con il suo modo di combattere che è più difensivo e misurato. Volendo stare ancora di più sul luogo comune si potrebbe scommettere qualcosa sul fatto che tra il Ranger-Leader e l’Elfa Particolare potrebbe nascere qualcosa.
E per finire vediamo il Ranger-Leadr. Questo personaggio ricalca in tutto e per tutto Aragorn e l’unico conflitto evidente all’interno del gruppo lo ha nei confronti del Barbaro/Mercenario.
Vedendo quanto ho scritto, partendo solo da una singola immagine, non avrei mai immaginato che questa potesse raccontare così tanto agli occhi di una persona estranea ai fatti che hanno portato alla foto.
Così ora mi sorge un’insana curiosità: voi, o miei affezionatissimi, che storia ci vedete in questa foto? Chi sono per voi i personaggi ritratti? Perché si trovano alle porte di una foresta oscura in un gelido giorno invernale? Che titolo dareste alla vostra versione della storia?
Rispondete nei commenti e farete di me una blogger felice ^_^
E’ stata scattata questa fine settimana dalle parti di Vara Inferiore (da qualche parte tra Novi Ligure e Savona) durante un live di grvitalia.
Quando l'ho vista ho subito pensato che fosse davvero bella, perché ritraeva il mio personaggio e quello di alcuni amici in un momento piuttosto particolare e importante del live, però poi osservandola a mente fredda non ho potuto notare che questa immagine, per composizione, scenario e soggetti sarebbe stata perfetta come tipica illustrazione di copertina per uno di quei libri fantasy italioti belli zeppi di luoghi comuni che ci piacciono tanto.
Così ho deciso di fare un giochino stupido ed ho analizzato la foto come una persona che non ha mai giocato di ruolo dal vivo e non sa chi sono i personaggi ritratti.
Quello che scriverò sarà niente di più che l’analisi di quello che una persona digiuna di live, ma appassionata di genere, coglierebbe osservando questa foto.
Partiamo dalla composizione dell’immagine.
Abbiamo in primo piano i cinque protagonisti, in posa e leggermente sfalsati tra di loro per dare il giusto ritmo visivo che armonizzi il senso di lettura dell’immagine. L’equilibrio tra sfondo e soggetti è quello giusto che permette poi l’inserimento del titolo e autore del libro.
Lo scenario in cui è ambientato poi è la classica ambientazione montana d’atmosfera: neve per terra, nebbia che fonde gli alberi della foresta sullo sfondo che lasciano intendere che il gruppo sta per affrontare o ha affrontato insidie indicibili nella Foresta Proibita TM.
E ora la parte più interessante: i protagonisti.
Come ogni romanzo fantasy di una certa levatura intellettuale (leggi destinato ai peggio biNbiminkia d&dari o con tendenze troisiane) abbiamo il classico gruppo di spostati, i quali non hanno nulla in comune tra di loro, se non che essersi trovati insieme in maniera rocambolesca (deus ex machina docet) contro Il Signore Del Male TM nell’impresa di recuperare l’Artefatto del Potere X.
I protagonisti poi sono un ricettacolo di stereotipi e archetipi di genere, a partire dal fatto che i cinque protagonisti non hanno nulla che li accomuni e provengono da situazioni completamente estranee tra di loro.
Partendo da sinistra abbiamo il barbaro (o mercenario) violento e sanguinario, che riconosce solo l’uso della forza e che è convinto di non avere bisogno degli altri membri del gruppo. Probabilmente si ritrova imbarcato in questa missione perché il suo villaggio è stato distrutto o perché è mosso da motivi economici (arraffa il tesoro).
Poi troviamo il giovane mago intraprendente e spericolato, tutto genio e sregolatezza della sua accademia magica, per questo motivo isolato dagli altri maghi che si attengono alle rigide regole imposte dai maghi più anziani. Un personaggio del genere potrebbe avere tre motivi diversi per essere introdotto nella storia come ad esempio essere inviato dall’accademia dei maghi per recuperare l’artefatto, oppure perché è talmente indisciplinato che solo un’avventura del genere può metterlo in riga.
A questo punto introduciamo i due elementi esotici della storia: l’uomo bestia e l’elfo particolare.
L’uomo bestia è tipicamente uno sciamano, di una società tribale, che crede negli spiriti e nell’armonia naturale, che ultimamente va tanto di moda visto Avatar. I motivi per cui questo personaggio fa parte dei protagonisti sono sostanzialmente tre: il primo e più funzionale alla trama è che si tratta di un guaritore, il secondo è che il Kattivo di turno nell’attuare il suo Piano Malvagio di Konkuista sta distruggendo l’ambiente (evviva l’ecologismo della domenica) e il terzo è che essendo lui uno sciamano egli si unisce al gruppo perché gli spiriti gliel’hanno detto, ovviamente dando per assoluti questi segni rivelatori.
L’elfo particolare è un must. Non può essere un vero fantasy senza un elfo particolare.
La rappresentazione di questo personaggio è particolare, si discosta dal solito stereotipo dell’elfo tolkeniano, semplicemente perché l’autore/trice per fare l’origggginale, avrà caratterizzato una razza con le orecchie a punta. L’immagine ci dice che questa personaggia è una guerriera e dal tipo di armatura e spada si può dedurre che è di nobili natali ed essendo elfa le sue abilità non si limiteranno esclusivamente alle capacità marziali. E’ quasi certo che la sua presenza nel gruppo sia dovuta al fatto che si tratta dell’ambasciatore della razza di elfi particolari, che inviano un unico esponente della loro razza per combattere il Signore Del Male.
Dulcis in fundo abbiamo il ramingo/ranger umano (il vero leader!), in grado di uccidere qualunque cosa grazie alla sua furtività (neanche fosse Altair di Assasin’s Creed) determinato al compimento della missione, ma dal passato tormentato, che sicuramente ha perso la sua amata o la sua famiglia, oppure ha causato in maniera più o meno accidentale la morte del suo migliore amico.
Mi sono davvero divertita a ricamare su questi personaggi e posso assicurarvi che gli originali non hanno nulla a che fare con la mia minuziosa descrizione, tuttavia ho voglia di divertirmi ancora un pochino e quindi ecco a voi i rapporti tra i protagonisti!
Tutti e cinque i protagonisti avranno un momento iniziale di diffidenza l’uno con l’altro, perché nessuno ha nulla in comune, ma saranno forzati a collaborare per qualche motivo (ri-deus ex machina). Il Barbaro/Mercenario non approva i metodi del Ranger-Leader e del Mago in quanto ritiene il mago debole (è un mago, accidenti!) e vorrebbe essere lui il capo, per questo osteggia il Ranger; riconosce nell’Uomo Bestia una certa affinità primordiale, mentre prova una certa qual attrazione fisica per l’Elfa Particolare di cui ammira la sua abilità combattiva.
Il Giovane Mago Spericolato è attratto dal potere e vede gli altri membri del gruppo come strumenti, l’elemento che lo caratterizza di più è il suo smisurato ego. Tuttavia con il passare del tempo potrebbe sviluppare un senso del gruppo che potrebbe portare a sacrificarsi per i suoi compagni.
L’Uomo Bestia all’inizio non comprende i metodi degli altri, dal suo punto di vista sono i suoi compagni ad essere selvaggi che non si comportano secondo i cicli naturali. La persona più vicina al suo modo di pensare è ovviamente il Ranger-Leader.
L’Elfa Particolare si rapporta con gli altri con fare distaccato e freddo, il personaggio che disprezza più di tutti è il Barbaro/Mercenario per via della sua furia che non esita a utilizzare per ogni minima cosa, cosa che è in antitesi con il suo modo di combattere che è più difensivo e misurato. Volendo stare ancora di più sul luogo comune si potrebbe scommettere qualcosa sul fatto che tra il Ranger-Leader e l’Elfa Particolare potrebbe nascere qualcosa.
E per finire vediamo il Ranger-Leadr. Questo personaggio ricalca in tutto e per tutto Aragorn e l’unico conflitto evidente all’interno del gruppo lo ha nei confronti del Barbaro/Mercenario.
Vedendo quanto ho scritto, partendo solo da una singola immagine, non avrei mai immaginato che questa potesse raccontare così tanto agli occhi di una persona estranea ai fatti che hanno portato alla foto.
Così ora mi sorge un’insana curiosità: voi, o miei affezionatissimi, che storia ci vedete in questa foto? Chi sono per voi i personaggi ritratti? Perché si trovano alle porte di una foresta oscura in un gelido giorno invernale? Che titolo dareste alla vostra versione della storia?
Rispondete nei commenti e farete di me una blogger felice ^_^
Wednesday, March 03, 2010
I dolori di un giovane Jedi 2
La confezione dell’abito di Barriss procede spedita, mia mamma se ne sta occupando con tanto amore e solerzia.
Il mantello è quasi finito, allo stato attuale necessita solo delle cuciture finali e l’effetto è davvero niente male. I miei timori sul peso del tessuto sono stati fugati non appena ho visto la stoffa imbastita, l’effetto è molto simile all’originale, in più il pattern impresso sulla stoffa da un effetto gradevole, benché la fantasia del tessuto non fosse identica all’originale. L’unico neo che posso imputargli è il fatto che il tessuto è lucido e questo impedisce al cappuccio di stare bene in posa.
Esauriti i convenevoli, in cui ho fatto un doveroso riassunto delle puntate precedenti, veniamo alle nuove peripezie legate alla realizzazione di questo personaggio. Oggi parlerò dell’aspetto legato al make up di Barris.
Come si vede da questa immagine il colore della pelle dei mirialani – la razza aliena a cui appartengono Barriss e Luminara – ha una tonalità olivastra con una sfumatura verdognola. Questo è dovuto principalmente al colore della pelle delle attrici che hanno interpretato questi personaggi, come potete vedere nella foto qui sotto.
Dovendo replicare questa tonalità sulla mia pelle che è molto chiara, non potevo limitarmi ad applicare del semplice aquacolor verde, perché l’effetto sarebbe stato abbastanza raccapricciante e per nulla simile.
Per superare questo scoglio dovevo per forza affrontare la questione con qualcuno più esperto di me per quel che riguarda il make up.
Faccio una piccola digressione. Ho sempre faticato per recuperare i trucchi per cosplay e grv qui a Milano, ma qualche settimana fa, mentre rientravo dopo un pomeriggio con gli amici ho scoperto con mia enorme sorpresa che in città aveva appena aperto un punto vendita monomarca della Kryolan (i meglio trucchi), sicuramente più fornito del solito negozietto in cui ero solita rifornirmi. Fine della digressione.
Così ieri, in compagnia di Bya che doveva recuperare l’azzurro per Aayla Secura, siamo andate nel negozio in questione (che si trova all’angolo tra viale Brianza e via Soperga), con la speranza di trovare risposte per le nostre domande.
Non solo abbiamo trovato tutto l’occorrente, un azzurro perfetto per Bya diversi trucchi per me (fondotinta coprente, correttore verde e cipria trasparente per fissare il tutto), ma la proprietaria ed i suoi amici si sono dimostrati molto simpatici e disponibili ad ascoltare tutti i nostri problemi ed a consigliarci. Per risolvere il problema colore della pelle, su consiglio dell’esperta, utilizzerò un fondotinta mischiato ad un correttore verde, da stendere sulla pelle con una spugnetta.
Sono contenta per questa soluzione perché è meno complicata di quello che mi ero immaginata, del resto da un ex truccatrice mediaset che espone in negozio un telegatto, non avrei potuto aspettarmi di meglio.
E se pensate che risolto il vestito e risolto il trucco, questo personaggio sia finalmente finito, vi sbagliate di grosso!
All’appello mancano ancora una spada laser e una cintura da realizzare e volete proprio leggere delle nostre - nostre perché da coppia siamo diventati un quartetto di maestri e padawan, e in futuro diventeremo un gruppo di 6/8 persone - peregrinazioni per le corsie di un Castorama alle prese con tubi idraulici, piedini per sedie ed altra minuteria di ferramenta, per non parlare dell’assemblaggio.
Alla prossima mirabolante puntata. Che la forza sia con voi.
Il mantello è quasi finito, allo stato attuale necessita solo delle cuciture finali e l’effetto è davvero niente male. I miei timori sul peso del tessuto sono stati fugati non appena ho visto la stoffa imbastita, l’effetto è molto simile all’originale, in più il pattern impresso sulla stoffa da un effetto gradevole, benché la fantasia del tessuto non fosse identica all’originale. L’unico neo che posso imputargli è il fatto che il tessuto è lucido e questo impedisce al cappuccio di stare bene in posa.
Esauriti i convenevoli, in cui ho fatto un doveroso riassunto delle puntate precedenti, veniamo alle nuove peripezie legate alla realizzazione di questo personaggio. Oggi parlerò dell’aspetto legato al make up di Barris.
Come si vede da questa immagine il colore della pelle dei mirialani – la razza aliena a cui appartengono Barriss e Luminara – ha una tonalità olivastra con una sfumatura verdognola. Questo è dovuto principalmente al colore della pelle delle attrici che hanno interpretato questi personaggi, come potete vedere nella foto qui sotto.
Dovendo replicare questa tonalità sulla mia pelle che è molto chiara, non potevo limitarmi ad applicare del semplice aquacolor verde, perché l’effetto sarebbe stato abbastanza raccapricciante e per nulla simile.
Per superare questo scoglio dovevo per forza affrontare la questione con qualcuno più esperto di me per quel che riguarda il make up.
Faccio una piccola digressione. Ho sempre faticato per recuperare i trucchi per cosplay e grv qui a Milano, ma qualche settimana fa, mentre rientravo dopo un pomeriggio con gli amici ho scoperto con mia enorme sorpresa che in città aveva appena aperto un punto vendita monomarca della Kryolan (i meglio trucchi), sicuramente più fornito del solito negozietto in cui ero solita rifornirmi. Fine della digressione.
Così ieri, in compagnia di Bya che doveva recuperare l’azzurro per Aayla Secura, siamo andate nel negozio in questione (che si trova all’angolo tra viale Brianza e via Soperga), con la speranza di trovare risposte per le nostre domande.
Non solo abbiamo trovato tutto l’occorrente, un azzurro perfetto per Bya diversi trucchi per me (fondotinta coprente, correttore verde e cipria trasparente per fissare il tutto), ma la proprietaria ed i suoi amici si sono dimostrati molto simpatici e disponibili ad ascoltare tutti i nostri problemi ed a consigliarci. Per risolvere il problema colore della pelle, su consiglio dell’esperta, utilizzerò un fondotinta mischiato ad un correttore verde, da stendere sulla pelle con una spugnetta.
Sono contenta per questa soluzione perché è meno complicata di quello che mi ero immaginata, del resto da un ex truccatrice mediaset che espone in negozio un telegatto, non avrei potuto aspettarmi di meglio.
E se pensate che risolto il vestito e risolto il trucco, questo personaggio sia finalmente finito, vi sbagliate di grosso!
All’appello mancano ancora una spada laser e una cintura da realizzare e volete proprio leggere delle nostre - nostre perché da coppia siamo diventati un quartetto di maestri e padawan, e in futuro diventeremo un gruppo di 6/8 persone - peregrinazioni per le corsie di un Castorama alle prese con tubi idraulici, piedini per sedie ed altra minuteria di ferramenta, per non parlare dell’assemblaggio.
Alla prossima mirabolante puntata. Che la forza sia con voi.
Tuesday, February 23, 2010
Liquid Clock
Tra le varie occupazioni del dopo lavoro, continua il mio impegno come “direzione artistica” – massì diamoci un tono dai! – per l’East End.
Una delle scoperte più interessanti degli ultimi giorni arriva da Jamendo, piattaforma per la diffusione gratuita della musica attraverso licenza creative commons.
Il gruppo in questione si chiama Liquid Clock. I prodi sono un quartetto di Lodi (basso, batteria, chitarra e sax) ed il loro genere è un funk di derivazione jazz davvero interessante. Consiglio caldamente l’ascolto di Sense of Self, il loro disco, composto da 7 tracce strumentali. Lo potete scaricare gratuitamente qui.
Monday, February 22, 2010
Buon grigio lunedì
Il mio lunedì mattina inizia non nel migliore dei modi.
Il WE di ordinario delirio sanremo-carnevale-fumettopoli si è concluso stancamente bene. Per darvi un’idea di quanto mi sono esaurita vi dico solo che ieri sera sono andata a dormire alle otto e mezzo (20:30), senza la consueta cena-tutti-insieme post fiera.
Per concludere la parentesi sanremese, mi fa piacere che tutti i miei bei calcoli siano andati a donnine facili a causa della variabile televoto. A parte i biNbiminkia fanatici di Scanu, nessuno mi toglierà mai dalla testa il tarlo che scEmanuele&Pupo i voti se li siano comprati a suon di call-center deputati allo scopo. In tutto questo mi rimane una grande tristezza, soprattutto per Marco ed il suo laconico “Mi dispiace” prima dell’esecuzione finale della sua canzone.
Comunque, tornando al grigio lunedì, alcuni fatti drammatici sono da segnalare.
Ho dimenticato di ricaricare il mio ipod, quindi mi sono dovuta (e dovrò) sorbire un viaggio senza sottofondo musicale. Per lo meno a lavoro ho il cellulare con la radio incorporata.
Nel palazzo dove ci sono gli uffici di accabicì, si sta consumando un dramma, non c’è acqua quindi si sono verificate le seguenti tre cose: i riscaldamenti sono spenti, non si può andare in bagno e non va la macchinetta del caffè.
Direi che come inizio non c’è male.
Il WE di ordinario delirio sanremo-carnevale-fumettopoli si è concluso stancamente bene. Per darvi un’idea di quanto mi sono esaurita vi dico solo che ieri sera sono andata a dormire alle otto e mezzo (20:30), senza la consueta cena-tutti-insieme post fiera.
Per concludere la parentesi sanremese, mi fa piacere che tutti i miei bei calcoli siano andati a donnine facili a causa della variabile televoto. A parte i biNbiminkia fanatici di Scanu, nessuno mi toglierà mai dalla testa il tarlo che scEmanuele&Pupo i voti se li siano comprati a suon di call-center deputati allo scopo. In tutto questo mi rimane una grande tristezza, soprattutto per Marco ed il suo laconico “Mi dispiace” prima dell’esecuzione finale della sua canzone.
Comunque, tornando al grigio lunedì, alcuni fatti drammatici sono da segnalare.
Ho dimenticato di ricaricare il mio ipod, quindi mi sono dovuta (e dovrò) sorbire un viaggio senza sottofondo musicale. Per lo meno a lavoro ho il cellulare con la radio incorporata.
Nel palazzo dove ci sono gli uffici di accabicì, si sta consumando un dramma, non c’è acqua quindi si sono verificate le seguenti tre cose: i riscaldamenti sono spenti, non si può andare in bagno e non va la macchinetta del caffè.
Direi che come inizio non c’è male.
Friday, February 19, 2010
Perchè sanremo è sanremo 3
La puntata di ieri sera del festivalle mi è andata completamente di traverso, perché totalmente fine a se stessa.
Parlando della gara vera e propria, la serata di ieri era dedicata alle esibizioni dei 5 big eliminati (Cutugno, D’angelo, Pupo e i suoi intrepidi amici, i shonhohrha e Scanu) in duetto con cantanti amici e le eliminatorie degli altri 5 giovani.
Le esibizioni dei 5 big sono state francamente imbarazzanti e alquanto trash, e non ho speso più di tanto tempo a guardarli.
Sono rimasta molto delusa al ruolo centrale dato ai cantanti ospiti, che hanno eseguito alcune delle canzoni storiche del festivalle per festeggiarne i 60 anni di ricorrenza.
Questo ha portato i 5 giovani ad esibirsi dopo mezzanotte, una fascia oraria ingrata, non solo per la soglia d’attenzione degli spettatori, che dopo ore e ore non ne possono più, ma anche per le esibizioni dei ragazzi stessi. Il caso di Jessica Brando è emblematico.
Jessica è una cantante di 15 anni, molto brava (anche se il suo genere non è il mio), che per via dell’attuale legge sulla tutela dei minori, che impedisce agli stessi di apparire in tv dopo mezzanotte, non ha potuto cantare la sua canzone dal vivo, ma è stata trasmessa la registrazione della prova generale.
Dopo la solita tiritera in cui la Clerici allunga la zuppo comunicano i due big salvati dal televoto: Scanu e Pupo&scEmanuele Filibertuccia.
Sulla riammissione del dinamico duo la platea si infiamma. Piovono fischi e cori di disapprovazione, Antonellona è sinceramente imbarazzata e cerca di placare il pubblico con qualche frase di circostanza, ma con poco successo.
Parlando di canzoni, come avevo promesso ieri è arrivato il momento di dare qualche giudizio.
Se esistesse la Mabcrazia, sicuramente premierei Cristicchi, perché la sua canzone, sia dal punto di vista delle liriche che della musica, mi piace veramente un sacco, ha mordente un testo critico e sarcastico ed è prona al tormentone mabbesco :D
Un premicino lo darei anche ad Arisa nonostante il suo essere improbabile, per l’originalità del brano (fa tanto canzonetta anni ‘30 ed è adorabile nel suo essere più che vintage e naif) e per aver coinvolto quei geni delle Sorelle Martinetti.
Purtroppo non viviamo in una Mabcrazia e quindi gli scenari che si potrebbero delineare due scenari differenti.
Nel primo il clima meritorio che ha caratterizzato le eliminazioni dei giorni scorsi potrebbe portare alla vittoria de canzoni di Malika o Irene Grandi (grandi favorite) ma temo il tackle di Ruggeri.
Il secondo scenario si delinea invece per il trionfo del populismo, ed il mio lucido terrore è che Povia e la sua paraculaggine possano vincere a mani basse.
Ci potrebbe essere anche un terzo scenario, che chiameremo “V per Vendetta” o “S per Sanremo”, in cui la dirigenza rai vuole prendersi la rivincita per la vittoria di Marco Carta (scuderia Amici) dell’anno scorso e portare alla ribalta uno dei due ragazzi fuori usciti dal laboratorio di X-Factor.
Per quanto le due canzoni di Noemi e Marco non mi dispiacciano, non voglio davvero pensare ad una situazione del genere, perché entrambe non sono all’altezza di una vittoria.
Sul post di domani non garantisco nulla, tutto dipende come sempre da WOW e dai programmi della mia gilda , c’è nell’aria una ICC10 che mi farà perdere i duetti dei big. Purtroppo per quel che riguarda la serata finale so già da ora che non potrò seguirla, causa impegni di lavoro, domenica c’è la fumettopoli e sabato sera sarò impegnata a recuperare fisicamente i premi della gara. Vedremo quanto le mie “previsioni” ci sono andate vicino.
Parlando della gara vera e propria, la serata di ieri era dedicata alle esibizioni dei 5 big eliminati (Cutugno, D’angelo, Pupo e i suoi intrepidi amici, i shonhohrha e Scanu) in duetto con cantanti amici e le eliminatorie degli altri 5 giovani.
Le esibizioni dei 5 big sono state francamente imbarazzanti e alquanto trash, e non ho speso più di tanto tempo a guardarli.
Sono rimasta molto delusa al ruolo centrale dato ai cantanti ospiti, che hanno eseguito alcune delle canzoni storiche del festivalle per festeggiarne i 60 anni di ricorrenza.
Questo ha portato i 5 giovani ad esibirsi dopo mezzanotte, una fascia oraria ingrata, non solo per la soglia d’attenzione degli spettatori, che dopo ore e ore non ne possono più, ma anche per le esibizioni dei ragazzi stessi. Il caso di Jessica Brando è emblematico.
Jessica è una cantante di 15 anni, molto brava (anche se il suo genere non è il mio), che per via dell’attuale legge sulla tutela dei minori, che impedisce agli stessi di apparire in tv dopo mezzanotte, non ha potuto cantare la sua canzone dal vivo, ma è stata trasmessa la registrazione della prova generale.
Dopo la solita tiritera in cui la Clerici allunga la zuppo comunicano i due big salvati dal televoto: Scanu e Pupo&scEmanuele Filibertuccia.
Sulla riammissione del dinamico duo la platea si infiamma. Piovono fischi e cori di disapprovazione, Antonellona è sinceramente imbarazzata e cerca di placare il pubblico con qualche frase di circostanza, ma con poco successo.
Parlando di canzoni, come avevo promesso ieri è arrivato il momento di dare qualche giudizio.
Se esistesse la Mabcrazia, sicuramente premierei Cristicchi, perché la sua canzone, sia dal punto di vista delle liriche che della musica, mi piace veramente un sacco, ha mordente un testo critico e sarcastico ed è prona al tormentone mabbesco :D
Un premicino lo darei anche ad Arisa nonostante il suo essere improbabile, per l’originalità del brano (fa tanto canzonetta anni ‘30 ed è adorabile nel suo essere più che vintage e naif) e per aver coinvolto quei geni delle Sorelle Martinetti.
Purtroppo non viviamo in una Mabcrazia e quindi gli scenari che si potrebbero delineare due scenari differenti.
Nel primo il clima meritorio che ha caratterizzato le eliminazioni dei giorni scorsi potrebbe portare alla vittoria de canzoni di Malika o Irene Grandi (grandi favorite) ma temo il tackle di Ruggeri.
Il secondo scenario si delinea invece per il trionfo del populismo, ed il mio lucido terrore è che Povia e la sua paraculaggine possano vincere a mani basse.
Ci potrebbe essere anche un terzo scenario, che chiameremo “V per Vendetta” o “S per Sanremo”, in cui la dirigenza rai vuole prendersi la rivincita per la vittoria di Marco Carta (scuderia Amici) dell’anno scorso e portare alla ribalta uno dei due ragazzi fuori usciti dal laboratorio di X-Factor.
Per quanto le due canzoni di Noemi e Marco non mi dispiacciano, non voglio davvero pensare ad una situazione del genere, perché entrambe non sono all’altezza di una vittoria.
Sul post di domani non garantisco nulla, tutto dipende come sempre da WOW e dai programmi della mia gilda , c’è nell’aria una ICC10 che mi farà perdere i duetti dei big. Purtroppo per quel che riguarda la serata finale so già da ora che non potrò seguirla, causa impegni di lavoro, domenica c’è la fumettopoli e sabato sera sarò impegnata a recuperare fisicamente i premi della gara. Vedremo quanto le mie “previsioni” ci sono andate vicino.
Thursday, February 18, 2010
Perché sanremo è sanremo 2
Come avevo previsto, all’inizio del post di ieri, causa WOW, non sono riuscita a seguire seconda serata del Festivalle.
Tuttavia ci sono alcune chicche che meritano di essere ricordate:
- i vestiti della Clerici (il tema ieri era l’argento)
- le domande inutili alla Regina di Giordania
- la Clerici che balla il can-can
- la Clerici che canta la canzone di Povia.
Gli eliminati della serata dei big sono stati i Sohonhohra (abbondiamo con le acca) e Valerio Scanu. La loro eliminazione ha portato al seppuku di centinaia di migliaia di biNbeminkia; il mondo ora è un posto migliore.
Devo dire che fino ad ora queste eliminazioni sono in linea con le mie preferenze sanremesi, dato che le canzoni per cui tifo sono ancora tutte in gara, anche se ad onor del vero devo dire che non sono ancora riuscita a sentirle tutte come si deve, il tempo a mia disposizione è poco e devo fare un mucchio di cose.
Stasera spero di avere un po’ di tempo per rimediare e farmi un’idea più definita della situazione, anche se il mio giudizio parziale me lo sono già fatto.
Anche stasera non so quanto WOW invaderà il mio dopocena, ma in linea di massima (se riesco a sentire le canzoni che mi mancano) potrei iniziare a tirare le somme e azzardare qualche pronostico.
Tuttavia ci sono alcune chicche che meritano di essere ricordate:
- i vestiti della Clerici (il tema ieri era l’argento)
- le domande inutili alla Regina di Giordania
- la Clerici che balla il can-can
- la Clerici che canta la canzone di Povia.
Gli eliminati della serata dei big sono stati i Sohonhohra (abbondiamo con le acca) e Valerio Scanu. La loro eliminazione ha portato al seppuku di centinaia di migliaia di biNbeminkia; il mondo ora è un posto migliore.
Devo dire che fino ad ora queste eliminazioni sono in linea con le mie preferenze sanremesi, dato che le canzoni per cui tifo sono ancora tutte in gara, anche se ad onor del vero devo dire che non sono ancora riuscita a sentirle tutte come si deve, il tempo a mia disposizione è poco e devo fare un mucchio di cose.
Stasera spero di avere un po’ di tempo per rimediare e farmi un’idea più definita della situazione, anche se il mio giudizio parziale me lo sono già fatto.
Anche stasera non so quanto WOW invaderà il mio dopocena, ma in linea di massima (se riesco a sentire le canzoni che mi mancano) potrei iniziare a tirare le somme e azzardare qualche pronostico.
Wednesday, February 17, 2010
Perchè sanremo è sanremo 1
Edit: ho aggiunto link e immgini qui e la al fine di rendere questo wall-of-text più simpatico ^^
Premessa #1:
Ieri sera non pensavo proprio che oggi avrei redatto una cronaca mabbsca di sanremo, tuttavia la visione ridotta dello stesso mi ha fornito una quantità considerevole di materiale (tragi)comico.
Purtoppo non so quante srate seguirò a causa di WOW e altri impegni, tuttavia cercherò di documentare quanto più mi è possibile.
Premessa #2:
La tastiera del computer dell’ufficio (dal quale ho scritto questo post) non prende bene alcune lettere, se trovate parole che hanno perso caratteri per strada, è per questo motivo.
Ieri sera è finalmente cominciato quel carrozzone mediatico che è sanremo. Io ero pronta a sopportare stoica, in contemporanea al raid ad icc, ore e ore di agonia televisiv-radiofonica, in compagnia dei gialappi su radio 2, che puntuali da diversi anni accompagnavano le mie (dis)avventure sanremesi, regalandomi perle comiche epocali come “Svolta Rock” e tante altre coniate negli anni. Purtroppo ieri sera verso le otto e mezzo ho scoperto con mio rammarico che la diretta radiofonica era stata cancellata :( e rimpiazzata con una trasmissione sanremese condotta da Carlo Pastore.
Ho cercato di rifugiarmi in WOW, concentrandomi sul raid in programma, ma con poco successo perché oltre alla delusione per la maratona radiofonica cancellata, c’era anche la stanchezza accumulata durante un’ordinaria giornata in ufficio (evviva il data entry!).
Così dopo qualche try infruttuoso sul Prof, ho deciso di andare a fare il mollusco sul divano e vedere a che punto erano dalle parti dell’Ariston.
Arrivo che mancano solo poche canzoni, e ovviamente mi sono persa tutte quelle che mi interessavano :P, però il quadro generale è sconfortante, quando giro su rai1 la Clerici, che è vestita come una maitresse di una casa d’appuntamenti, – e credetemi la vista delle sue tette su un 40 pollici full HD non è un bello spettacolo – si trova in compagnia di Cassano (il tipico usufruitore di case d’appuntamento), ma questo è solo l’inizio, al peggio, si sa, non c’è mai limite.
La Clerici mi lascia perplessa, dice di presentare sanremo, ma in realtà nel suo intimo è convinta di trovarsi alla prova del cuoco. La sua conduzione è talmente ingenua e sempliciona che è in grado di trascendere le barriere del trash del kitch. Consegnare nelle mani di Antonellona la conduzione del programma più importante della stagione, non solo aziendalmente parlando, è un suicidio, tanto che fare ironia sulla serata è praticamente sparare sulla croce rossa. Le sue competenze in materia di prime serate sono pari a quelle di una massaia mandata a relazionare ad una conferenza mondiale sulla fisica quantistica.
Dopo una coreografia inutile al confine tra Mulin Rouge e We Will Rock You e un cambio d’abito dell’Antonella (sempre sullo stile casa d’appuntamenti), sale sul palco Ruggeri che canta la sua “La notte delle fate”.
La canzone di Enrico mi lascia perplessa, non so se mi sembra una brutta canzone di Vasco o una brutta canzone di Ruggeri.
Subito dopo la Clerici chiama i Sohnora (o come diavolo si scrive) con l’acca. I due sono francamente imbarazzanti e si presentano con due chitarre, che fingono di suonare. Loro ci credono tantissimo e il biondo pettinato con i mortaretti si esalta manco fosse Joe Satriani. Intanto in prima fila qualche biNbaminkia viene colta da crisi isterica e abbandona questa valle di lacrime, con buona pace della sottoscritta.
E’ il turno di Povia e la sua discussa canzone su Eluana. Povia si prsenta sul palco con una mise che definire terrona è fargli un complimento. Complice la stempiatura incipiente, il nostro sembra una fusion tra il cantante dei Tazenda e un pappone albanese (si lo so, sono sul pezzo oggi :P). Francamente non potevo sperare di meglio.
Ascolto la canzone. Sono interdetta (e sono a 2).
E’ un motivo orecchiabile, intarsiato dalla presenza di archi che lo rendono armonioso, ma il testo mi sembra paraculo, perché mi da l’impressione di prestarsi a diverse interpretazioni e quindi di non schierarsi apertamente né da una parte né dall’altra. A rendermi ancora più insopportabile il momento c’è l’interpretazione gestuale del testo da parte di Povia. In quel momento sento l’irefrenabile impulso di rapire 6 vergini e offrirle in sacrificio al dio del metal. In tutto questo il lato veramente negativo della faccenda è che il brano è davvero orecchiabile e, purtroppo, mi è entrato subito in testa, infatti il mio mattino è accompagnato dalla tedioso ritornello.
Sale sul palco la figlia di Zucchero accompagnata dai Nomadi. La sua canzone si chiama “Il Mondo Piange”. Credo che la canzone stessa sia il motivo della disperazione del mondo. Mentre la ascolto (mio malgrado) la mia attenzione è catturata dal naso ipnotico della Zuccherofiglia e dal cantante dei Nomadi, vestito come un soldato sudista.
Le ultime due canzoni sono di Noemi (che non avevo mai sentito prima, nonostante il suo successo) e di Fabrizio Moro.
La canzone di Noemi mi piace, o forse mi piace come la canta lei, ma soprattutto mi piacciono i suoi capelli.
Della canzone di Moro rimango colpita dall’ecletticità (sanremisticamente parlando) del sound. Il brano parte ska e poi si evolve generando rif graffianti e sonorità crossover.
In tutto questo fa la sua comparsa anche Dita Von Teese (La Mia Signora e Padrona), ovviamente introdotta dalla premiata ditta Clerici/Cassano. Ovviamente Cassano si distingue per la sua mediocricità e ignoranza non sapendo cosa sia il burlesque e chi sta per salire sul palco.
LMSP arriva, fa quello che deve fare in un tripudio di svarosky, esprssioni ammiccanti e vodka martini, ed io vorrei essere quell’oliva in quel momento, vorrei TANTO essere quell’oliva.
Terminato il numero de LMSP l’espressione di Cassano è impagabile.
Ci avviciniamo a grandi falcate (era ora) alla conclusione della prima serata e l’annuncio dei tre eliminati, ma Antonellona la tira per le lunghe ed il pensiero di me inglobata dal mio divano tylosand si fa pressante.
Dopo pause pubblicitarie, messaggi promozionali, inutili filmati di presentazione del Gggiovani, arriva la busta.
Rimango basita dall’ingenuità civettuola della Clerici. Se hai una lista di X cantanti, che conosci perché sei la presentatrice (quindi devi sapere a memoria chi ti sale sul palco e canta cosa), e sai che a fine serata tre saranno eliminati è logico che, andando per esclusione saprai chi passa e chi no.
Invece Antonellona continua con fare giulivo e spensierato, senza fare caso ai cantanti che hanno superato la prima selezione. E a questo punto si consuma il dramma psicologico della maitresse (che è ancora convinta di presentare la prova del cuoco).
Vengono eliminati Toto Cutugno, Nino d’Angelo e Pupo e scEmanale Filiberto!
Questa non è un’eliminazione, questa è pulizia etnica, e nel mio piccolo non posso che gongolare. L’espressione della Clerici, una volta realizzati i nomi degli scartati, è di puro terrore; sul suo volto si legge chiaramente ciò che sta pensando:
AC: “Ommioddio! Hanno eliminato i tre a cui avevo promesso la vittoria del Festivalle!”
Chiaramente i manager riuniti degli interpreti scartati le faranno trovare la testa mozzata di Bigazzi nel letto di Antonellona, con buova pace della sottoscritta.
Fine della prima serata.
Premessa #1:
Ieri sera non pensavo proprio che oggi avrei redatto una cronaca mabbsca di sanremo, tuttavia la visione ridotta dello stesso mi ha fornito una quantità considerevole di materiale (tragi)comico.
Purtoppo non so quante srate seguirò a causa di WOW e altri impegni, tuttavia cercherò di documentare quanto più mi è possibile.
Premessa #2:
La tastiera del computer dell’ufficio (dal quale ho scritto questo post) non prende bene alcune lettere, se trovate parole che hanno perso caratteri per strada, è per questo motivo.
Ieri sera è finalmente cominciato quel carrozzone mediatico che è sanremo. Io ero pronta a sopportare stoica, in contemporanea al raid ad icc, ore e ore di agonia televisiv-radiofonica, in compagnia dei gialappi su radio 2, che puntuali da diversi anni accompagnavano le mie (dis)avventure sanremesi, regalandomi perle comiche epocali come “Svolta Rock” e tante altre coniate negli anni. Purtroppo ieri sera verso le otto e mezzo ho scoperto con mio rammarico che la diretta radiofonica era stata cancellata :( e rimpiazzata con una trasmissione sanremese condotta da Carlo Pastore.
Ho cercato di rifugiarmi in WOW, concentrandomi sul raid in programma, ma con poco successo perché oltre alla delusione per la maratona radiofonica cancellata, c’era anche la stanchezza accumulata durante un’ordinaria giornata in ufficio (evviva il data entry!).
Così dopo qualche try infruttuoso sul Prof, ho deciso di andare a fare il mollusco sul divano e vedere a che punto erano dalle parti dell’Ariston.
Arrivo che mancano solo poche canzoni, e ovviamente mi sono persa tutte quelle che mi interessavano :P, però il quadro generale è sconfortante, quando giro su rai1 la Clerici, che è vestita come una maitresse di una casa d’appuntamenti, – e credetemi la vista delle sue tette su un 40 pollici full HD non è un bello spettacolo – si trova in compagnia di Cassano (il tipico usufruitore di case d’appuntamento), ma questo è solo l’inizio, al peggio, si sa, non c’è mai limite.
La Clerici mi lascia perplessa, dice di presentare sanremo, ma in realtà nel suo intimo è convinta di trovarsi alla prova del cuoco. La sua conduzione è talmente ingenua e sempliciona che è in grado di trascendere le barriere del trash del kitch. Consegnare nelle mani di Antonellona la conduzione del programma più importante della stagione, non solo aziendalmente parlando, è un suicidio, tanto che fare ironia sulla serata è praticamente sparare sulla croce rossa. Le sue competenze in materia di prime serate sono pari a quelle di una massaia mandata a relazionare ad una conferenza mondiale sulla fisica quantistica.
Dopo una coreografia inutile al confine tra Mulin Rouge e We Will Rock You e un cambio d’abito dell’Antonella (sempre sullo stile casa d’appuntamenti), sale sul palco Ruggeri che canta la sua “La notte delle fate”.
La canzone di Enrico mi lascia perplessa, non so se mi sembra una brutta canzone di Vasco o una brutta canzone di Ruggeri.
Subito dopo la Clerici chiama i Sohnora (o come diavolo si scrive) con l’acca. I due sono francamente imbarazzanti e si presentano con due chitarre, che fingono di suonare. Loro ci credono tantissimo e il biondo pettinato con i mortaretti si esalta manco fosse Joe Satriani. Intanto in prima fila qualche biNbaminkia viene colta da crisi isterica e abbandona questa valle di lacrime, con buona pace della sottoscritta.
E’ il turno di Povia e la sua discussa canzone su Eluana. Povia si prsenta sul palco con una mise che definire terrona è fargli un complimento. Complice la stempiatura incipiente, il nostro sembra una fusion tra il cantante dei Tazenda e un pappone albanese (si lo so, sono sul pezzo oggi :P). Francamente non potevo sperare di meglio.
Ascolto la canzone. Sono interdetta (e sono a 2).
E’ un motivo orecchiabile, intarsiato dalla presenza di archi che lo rendono armonioso, ma il testo mi sembra paraculo, perché mi da l’impressione di prestarsi a diverse interpretazioni e quindi di non schierarsi apertamente né da una parte né dall’altra. A rendermi ancora più insopportabile il momento c’è l’interpretazione gestuale del testo da parte di Povia. In quel momento sento l’irefrenabile impulso di rapire 6 vergini e offrirle in sacrificio al dio del metal. In tutto questo il lato veramente negativo della faccenda è che il brano è davvero orecchiabile e, purtroppo, mi è entrato subito in testa, infatti il mio mattino è accompagnato dalla tedioso ritornello.
Sale sul palco la figlia di Zucchero accompagnata dai Nomadi. La sua canzone si chiama “Il Mondo Piange”. Credo che la canzone stessa sia il motivo della disperazione del mondo. Mentre la ascolto (mio malgrado) la mia attenzione è catturata dal naso ipnotico della Zuccherofiglia e dal cantante dei Nomadi, vestito come un soldato sudista.
Le ultime due canzoni sono di Noemi (che non avevo mai sentito prima, nonostante il suo successo) e di Fabrizio Moro.
La canzone di Noemi mi piace, o forse mi piace come la canta lei, ma soprattutto mi piacciono i suoi capelli.
Della canzone di Moro rimango colpita dall’ecletticità (sanremisticamente parlando) del sound. Il brano parte ska e poi si evolve generando rif graffianti e sonorità crossover.
In tutto questo fa la sua comparsa anche Dita Von Teese (La Mia Signora e Padrona), ovviamente introdotta dalla premiata ditta Clerici/Cassano. Ovviamente Cassano si distingue per la sua mediocricità e ignoranza non sapendo cosa sia il burlesque e chi sta per salire sul palco.
LMSP arriva, fa quello che deve fare in un tripudio di svarosky, esprssioni ammiccanti e vodka martini, ed io vorrei essere quell’oliva in quel momento, vorrei TANTO essere quell’oliva.
Terminato il numero de LMSP l’espressione di Cassano è impagabile.
Ci avviciniamo a grandi falcate (era ora) alla conclusione della prima serata e l’annuncio dei tre eliminati, ma Antonellona la tira per le lunghe ed il pensiero di me inglobata dal mio divano tylosand si fa pressante.
Dopo pause pubblicitarie, messaggi promozionali, inutili filmati di presentazione del Gggiovani, arriva la busta.
Rimango basita dall’ingenuità civettuola della Clerici. Se hai una lista di X cantanti, che conosci perché sei la presentatrice (quindi devi sapere a memoria chi ti sale sul palco e canta cosa), e sai che a fine serata tre saranno eliminati è logico che, andando per esclusione saprai chi passa e chi no.
Invece Antonellona continua con fare giulivo e spensierato, senza fare caso ai cantanti che hanno superato la prima selezione. E a questo punto si consuma il dramma psicologico della maitresse (che è ancora convinta di presentare la prova del cuoco).
Vengono eliminati Toto Cutugno, Nino d’Angelo e Pupo e scEmanale Filiberto!
Questa non è un’eliminazione, questa è pulizia etnica, e nel mio piccolo non posso che gongolare. L’espressione della Clerici, una volta realizzati i nomi degli scartati, è di puro terrore; sul suo volto si legge chiaramente ciò che sta pensando:
AC: “Ommioddio! Hanno eliminato i tre a cui avevo promesso la vittoria del Festivalle!”
Chiaramente i manager riuniti degli interpreti scartati le faranno trovare la testa mozzata di Bigazzi nel letto di Antonellona, con buova pace della sottoscritta.
Fine della prima serata.
Friday, February 12, 2010
@Accabiccì
Martedì ho iniziato il nuovo lavoro.
Mi hanno assunto con la qualifica di Master Data Operator, ovvero data entry. Anni fa avrei snobbato una posizione del genere, visto i trascorsi di qualche anno fa, ma visto il periodo di magra degli ultimi mesi ho deciso di buttarmi in questa avventura.
Il primo impatto, dopo tre giorni in azienda è stato davvero positivo. Sorvolando su alcuni inconvenienti di perco, mi sono inserita subito bene.
Al momento il mio peggior nemico è il sys admin, che ha bloccato l'accesso ad internet al nostro gruppo... così per controllare la posta ed altro sono costretta a scroccare il computer ai vari colleghi abilitati.
Vi terrò aggiornati.
Mi hanno assunto con la qualifica di Master Data Operator, ovvero data entry. Anni fa avrei snobbato una posizione del genere, visto i trascorsi di qualche anno fa, ma visto il periodo di magra degli ultimi mesi ho deciso di buttarmi in questa avventura.
Il primo impatto, dopo tre giorni in azienda è stato davvero positivo. Sorvolando su alcuni inconvenienti di perco, mi sono inserita subito bene.
Al momento il mio peggior nemico è il sys admin, che ha bloccato l'accesso ad internet al nostro gruppo... così per controllare la posta ed altro sono costretta a scroccare il computer ai vari colleghi abilitati.
Vi terrò aggiornati.
Friday, February 05, 2010
I dolori di un giovane Jedi
Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana, avevo promesso alla mia amica Eva che avrei fatto il costume di Barris Offee, da portare in coppia con il suo da Luminara Unduli.
Questo accadeva qualche anno fa, finalmente, complici alcune condizioni favorevoli, mi sono decisa a mantenere questa promessa. Se visto superficialmente il costume di Barris sembra molto semplice, infatti si tratta di una gonna lunga dall'ampissima campana, un dolcevita nero ed un mantello.
I tre pezzi in se del costume non sono particolarmente difficili, se escludiamo il dolcevita, richiedono solo una gran quantità di tessuto (solo la gonna ne vuole 3), ma i problemi iniziano ad arrivare nel momento in cui ci si inizia a soffermare sui dettagli del vestito.
Come si vede chiaramente da questa immagine la maglia non è "liscia" ma presenta una serie di pieghe e pieghine, che danno l'impressione che il tessito sia in qualche modo crespo e mosso, in più la tonalità della maglia così come quella della gonna non è esattamente nero, ma di un blu scuro quasi nero.
Pur essendo maniaca dei particolari non ho molta voglia di creare ex-novo la maglia, dato che in commercio se ne trovano di già pronte a una cifre più che ragionevole, perchè il problema sarebbe nel trovare una stoffa particolare che sia allo stesso tempo aderente e crespa, senza parlare del colore impossibile.
Un altro problema legato a questo costume è il mantello. Si tratta di un tessuto tipo tela di lana che, vedendo nella foto come ricade, ha anche un certo peso, ma il problema è anche in questo caso la particolarità del tessuto.
Non si può non notare come questo la tela sia completaente operata con degli strani motivi grigio-azzurro.
Dopo un'estenuante ricerca durata più di mezz'ora nel mio negozio di fiducia, ho trovato del tessuto misto lana nero per la gonna, mentre per il mantello ho deciso di optare per questo raso blu che vedete nella foto.
Ho scelto questo tipo di stoffa perchè mi ha colpito il motivo impresso sulla stoffa, ed ho pensato che potesse essere un buon compromesso tra la versione originale e la mia rivisitazione del costume.
Resta da vedere come sarà il risultato del mantello, per quel che riguarda il peso e quindi di come ricadrà la stoffa una volta tagliata e cucita, ma credo che nel caso sia troppo leggero e svolazzante, aggiungere della fodera di raso all'interno possa dare il giusto peso al mantello.
E se credete che i miei problemi siano finiti qui, vi sbagliate di grosso. Nei prossimi episodi avrò a che fare con la forgiatura di una spada laser - prima che me lo chiediate non ho intenzione di usare la mia Windu per due motivi: il primo è che la lightsaber di Barriss è azzurra, il secondo è che non voglio portare fuori di casa la mia master replica, dopo averla pagata tutti quei soldi - e la creazione di una cintura.
Questo accadeva qualche anno fa, finalmente, complici alcune condizioni favorevoli, mi sono decisa a mantenere questa promessa. Se visto superficialmente il costume di Barris sembra molto semplice, infatti si tratta di una gonna lunga dall'ampissima campana, un dolcevita nero ed un mantello.
I tre pezzi in se del costume non sono particolarmente difficili, se escludiamo il dolcevita, richiedono solo una gran quantità di tessuto (solo la gonna ne vuole 3), ma i problemi iniziano ad arrivare nel momento in cui ci si inizia a soffermare sui dettagli del vestito.
Come si vede chiaramente da questa immagine la maglia non è "liscia" ma presenta una serie di pieghe e pieghine, che danno l'impressione che il tessito sia in qualche modo crespo e mosso, in più la tonalità della maglia così come quella della gonna non è esattamente nero, ma di un blu scuro quasi nero.
Pur essendo maniaca dei particolari non ho molta voglia di creare ex-novo la maglia, dato che in commercio se ne trovano di già pronte a una cifre più che ragionevole, perchè il problema sarebbe nel trovare una stoffa particolare che sia allo stesso tempo aderente e crespa, senza parlare del colore impossibile.
Un altro problema legato a questo costume è il mantello. Si tratta di un tessuto tipo tela di lana che, vedendo nella foto come ricade, ha anche un certo peso, ma il problema è anche in questo caso la particolarità del tessuto.
Non si può non notare come questo la tela sia completaente operata con degli strani motivi grigio-azzurro.
Dopo un'estenuante ricerca durata più di mezz'ora nel mio negozio di fiducia, ho trovato del tessuto misto lana nero per la gonna, mentre per il mantello ho deciso di optare per questo raso blu che vedete nella foto.
Ho scelto questo tipo di stoffa perchè mi ha colpito il motivo impresso sulla stoffa, ed ho pensato che potesse essere un buon compromesso tra la versione originale e la mia rivisitazione del costume.
Resta da vedere come sarà il risultato del mantello, per quel che riguarda il peso e quindi di come ricadrà la stoffa una volta tagliata e cucita, ma credo che nel caso sia troppo leggero e svolazzante, aggiungere della fodera di raso all'interno possa dare il giusto peso al mantello.
E se credete che i miei problemi siano finiti qui, vi sbagliate di grosso. Nei prossimi episodi avrò a che fare con la forgiatura di una spada laser - prima che me lo chiediate non ho intenzione di usare la mia Windu per due motivi: il primo è che la lightsaber di Barriss è azzurra, il secondo è che non voglio portare fuori di casa la mia master replica, dopo averla pagata tutti quei soldi - e la creazione di una cintura.
Tuesday, February 02, 2010
Lost in Sesto San Giovanni
Stamattina colloquio, era da mesi che qualcosa non si muoveva, e grazie ad un inaspettato risvolto di una situazione mi dicono che ci sarebbe un posto per addetto di back office che farebbe al caso mio. Anche se non ho mai avuto a che fare con cose di questo genere decido di accettare, in fondo la paga è più di quanto prendessi per impaginare figurine (sic!).
Il posto è a Sesto San Giovanni, terra di nessuno per la sottoscritta. E siccome non ho idea di come raggiungere il raggiungibil chiedo aiuto all' ATM, di solito giro-Milano ci prende abbastanza, così inserisco i dati del mio persorso nell'appostito form.
Un secondo dopo salta fuori il percorso che devo fare. Comodo penso.
Così, siccome voglio essere più che puntuale parto con un mostruoso anticipo, perchè non ho idea di come girino i mezzi fuori Milano. Arrivo a Cologno, trovo quasi subito la fermata dell'autobus e un quarto d'ora dopo scendo all'incrocio con via Edison.
Il più è fatto, penso, ora devo solo trovare il palazzo. Errore!
Ora il problema è che via Edison è un vialone lunghissimo, e che il sito dell'atm deve avere sbagliato, perchè nelle sue indicazioni c'erano segnate poche centinaia di metri a piedi per arrivare al punto di arrivo, invece grazie all'aiuto di un vecchietto autoctono, scopro che il palazzo in cui devo andare a fare sto colloquio è in fondo alla via e che è talmente alto che si vede stagliarsi, all'orizzonte, orgoglioso nel suo color verde petrolio.
Non mi perdo d'animo, sono in anticipo sui tempi, ho l'iPod carico, ed è una bella giornata, capace di mettere di buon umore chiunque, così gambe in spalla e mi affido al random del mio lettore emmepitré.
E una decina di minuti dopo sono in dirittura di arrivo, i Boston di sottofondo rendono l'atmosfera quasi cinematografica, sembra uno di quegli arrivi a destinazione da film.
Il più è fatto, penso di nuovo, ora devo solo salire all'undicesimo piano. Cerco invano una portineria. Alla faccia delle misure di sicurezza, il passaggio è libero, accedo senza problemi all'ascensore e salgo all'undicesimo piano, magari c'è una reception sul piano, ma mi sbaglio di nuovo. Esco dall'ascensore e mi trovo chiusa fuori dagli uffici con una porta chiusa che si apre solo con i badge.
Oddio, forse ho sbagliato qualcosa, scendo di nuovo, torno al pian terreno, ma di guardiole e portinerie nemmeno l'obra. salgo su al primo piano, magari lì troverò qualcosa, ma ancora nulla, finchè non incrocio una signora che senza fatica nota la mia aria completamente spaesata e mi chiede cosa st cercando.
Le dico del colloquio e che la porta al piano è chiusa, lei mi sorride e mi dice di bussare, qualcuno mi aprirà.
Mi chiedo a cosa servano tutte ste menate sulla sicurezza se tanto poi basta bussare per entrare. Ma vabbè, se l'onnipotente vuole potrei anche riuscire a non ritardare a sto colloquio.
Busso una volta. Nula.
Rprovo, questa volta un po' più forte. Un signore sui 40 (o un trentenne che li porta male) mi apre e palesemente spiazzato dalla mia presenza mi chiede che cosa voglio, gli spiego che devo vedere la dottoressa I.T., mi dice di aspettarla in un angolo, che al momento non c'è e non sa dove sia. Mi metto tranquilla e aspetto, intanto le mie mani riprendono una temperatura quasi umana.
Poco dopo I.T. arriva, mi chiede quello che deve chiedermi, sembra che il mio modo di affrontare il colloquio le piaccia.
Un quarto d'ora ed un caffè dopo mi saluta, dice che avrò sue notizie a breve.
Non mi sembra vero, il colloquio è andato bene, l'idea di ver superato questo scoglio mi fa sfoderare un sorriso ebete. Poter tornare a lavorare è come riemergere da un'apnea forzata, come se anche solo respirare fosse un lusso.
E mentre mi avvio sulla strada del ritorno, scopro che girando l'angolo la stazione di Sesto Marelli mi sorride beffarda. Maledetta ATM.
Il posto è a Sesto San Giovanni, terra di nessuno per la sottoscritta. E siccome non ho idea di come raggiungere il raggiungibil chiedo aiuto all' ATM, di solito giro-Milano ci prende abbastanza, così inserisco i dati del mio persorso nell'appostito form.
Un secondo dopo salta fuori il percorso che devo fare. Comodo penso.
Così, siccome voglio essere più che puntuale parto con un mostruoso anticipo, perchè non ho idea di come girino i mezzi fuori Milano. Arrivo a Cologno, trovo quasi subito la fermata dell'autobus e un quarto d'ora dopo scendo all'incrocio con via Edison.
Il più è fatto, penso, ora devo solo trovare il palazzo. Errore!
Ora il problema è che via Edison è un vialone lunghissimo, e che il sito dell'atm deve avere sbagliato, perchè nelle sue indicazioni c'erano segnate poche centinaia di metri a piedi per arrivare al punto di arrivo, invece grazie all'aiuto di un vecchietto autoctono, scopro che il palazzo in cui devo andare a fare sto colloquio è in fondo alla via e che è talmente alto che si vede stagliarsi, all'orizzonte, orgoglioso nel suo color verde petrolio.
Non mi perdo d'animo, sono in anticipo sui tempi, ho l'iPod carico, ed è una bella giornata, capace di mettere di buon umore chiunque, così gambe in spalla e mi affido al random del mio lettore emmepitré.
E una decina di minuti dopo sono in dirittura di arrivo, i Boston di sottofondo rendono l'atmosfera quasi cinematografica, sembra uno di quegli arrivi a destinazione da film.
Il più è fatto, penso di nuovo, ora devo solo salire all'undicesimo piano. Cerco invano una portineria. Alla faccia delle misure di sicurezza, il passaggio è libero, accedo senza problemi all'ascensore e salgo all'undicesimo piano, magari c'è una reception sul piano, ma mi sbaglio di nuovo. Esco dall'ascensore e mi trovo chiusa fuori dagli uffici con una porta chiusa che si apre solo con i badge.
Oddio, forse ho sbagliato qualcosa, scendo di nuovo, torno al pian terreno, ma di guardiole e portinerie nemmeno l'obra. salgo su al primo piano, magari lì troverò qualcosa, ma ancora nulla, finchè non incrocio una signora che senza fatica nota la mia aria completamente spaesata e mi chiede cosa st cercando.
Le dico del colloquio e che la porta al piano è chiusa, lei mi sorride e mi dice di bussare, qualcuno mi aprirà.
Mi chiedo a cosa servano tutte ste menate sulla sicurezza se tanto poi basta bussare per entrare. Ma vabbè, se l'onnipotente vuole potrei anche riuscire a non ritardare a sto colloquio.
Busso una volta. Nula.
Rprovo, questa volta un po' più forte. Un signore sui 40 (o un trentenne che li porta male) mi apre e palesemente spiazzato dalla mia presenza mi chiede che cosa voglio, gli spiego che devo vedere la dottoressa I.T., mi dice di aspettarla in un angolo, che al momento non c'è e non sa dove sia. Mi metto tranquilla e aspetto, intanto le mie mani riprendono una temperatura quasi umana.
Poco dopo I.T. arriva, mi chiede quello che deve chiedermi, sembra che il mio modo di affrontare il colloquio le piaccia.
Un quarto d'ora ed un caffè dopo mi saluta, dice che avrò sue notizie a breve.
Non mi sembra vero, il colloquio è andato bene, l'idea di ver superato questo scoglio mi fa sfoderare un sorriso ebete. Poter tornare a lavorare è come riemergere da un'apnea forzata, come se anche solo respirare fosse un lusso.
E mentre mi avvio sulla strada del ritorno, scopro che girando l'angolo la stazione di Sesto Marelli mi sorride beffarda. Maledetta ATM.
Wednesday, January 27, 2010
Dacci oggi il nostro Mac quotidiano.
Attendo con trepidante attesa la conferenza di S. Jobs da Cupertino con le novità dell'anno Apple.
Sono proprio curiosa di vedere come sarà questo iSlate.
PS se verso le 5 sentite qualcuno ululare sono solo io che sto esultando al sentire le nuove profezie di Fatima rivelate.
Sono proprio curiosa di vedere come sarà questo iSlate.
PS se verso le 5 sentite qualcuno ululare sono solo io che sto esultando al sentire le nuove profezie di Fatima rivelate.
Sunday, January 24, 2010
Anche io ho visto Avatar... non ancora!
Se vi state chiedendo come mai non ho ncora scritto nulla su Avatar (in questo periodo rete sembra che non si parli d'altro insieme a Mater Morbi), è perchè non sono ancora riuscita a vederlo, purtroppo quando programmo di andare al cinema trovo sempre tutte le sale 3d piene a tutti gli spettacoli, e vederlo in 2d non avrebbe senso dato che ci hanno frantumato i coglioni per mesi con fregnacce come "Avatar è il film che cambierà la storia del cinema".
A giudicare dalle critiche medie che girano in rete direi proprio il contrario. La prossima volta per gonfiare ancora un po' l'hype dite che azzererà anche il debito dei paesi in via di sviluppo, curerà il cancro, eliminerà la fame nel mondo e cosucce di questo tipo.
A giudicare dalle critiche medie che girano in rete direi proprio il contrario. La prossima volta per gonfiare ancora un po' l'hype dite che azzererà anche il debito dei paesi in via di sviluppo, curerà il cancro, eliminerà la fame nel mondo e cosucce di questo tipo.
Friday, January 22, 2010
Vecchia dentro
Il mio condominio è formato da pochi appartamenti, sfortunatamente quelli del pian terreno sono abitati quasi tutti da universitari.
Non faccio in tempo a godermi la dipartita dell'Uomo In Mutande, che subito un altro nemico si affaccia a minacciare la puubblica quite.
A onor del vero non si tratta di un nuovo nemico, ma di una scala di priorità dei nemici da combattere, così andato l'UIM,la minaccia più minacciosa sono gli studenti universitari.
Non dovrei essere mal disposta nei loro confronti, perchè sono gggggiovani, e anagraficamente anche io e Marito lo siamo, ma credo che nella loro ottica distorta da studenti di design ci vedano già come degli anziani incapaci di divertirci, o forse gli sembriamo solo strani con i nostri modi di fare da nerd. Fatto sta che il loro livello di considerazione nei miei confontri è tale da non garantirmi nemmeno il saluto quando ci incrociamo in cortile :(
Ma quel che è peggio è che sono universitari, e questo porta inevitabilmente a feste universitarie. Le suddette partono verso le dieci e mezzo per protarsi fino ad orario da definirsi, con musica, schiamazzi ricchi premi e cottillons. Ovviamente sempre in mezzo alla settimana, perchè tanto quando festeggi per gli esami che hai dato il giorno dopo non devi fare un cazzo.
E siccome io sono nata con la camicia il loro appartamento è esattamente sotto la mia camera da letto. Vi lascio immaginare il rumore generato da 30 persona (ma anche di più) stipate in poco più di 50mq con tanto di musica di sottofondo.
E provateci voi a prender sonno con tutta quella bagarre.
Ieri notte, qualcuno si deve essere laureato, o qualcosa del genere. La festa si è svolta come copione (vedi sopra), e mentre Pao dormiva - fortunello lui - io non potevo fare a meno di girarmi e rigirarmi nel letto, cercando di isolarmi dal resto dell'odiato mondo, con poco successo. All'una passata non ce l'ho fatta più e ho deciso che era giunta l'ora di fare il grande passo nel mondo dei matusa.
Salto giù dal letto, mi metto una felpa e decido di scendere a dirgliene quattro.
Ottengo silenzio per circa 10 minuti scarsi, poi è come se non fosse successo nulla.
Spero che sti ragazzotti di belle speranze finiscano a lavorare tutti in call center e che tra qualche anno siano costretti a dover affrontare una scenata simile, dl punto di vista della sottoscritta.
Tuesday, January 05, 2010
Lucido terrore?
Visto che ieri parlavo di bei film e che mi sto preparado psicologicamente all'incombente, imminente, inevitabile avatar.
Monday, January 04, 2010
Sherlock Holmes
Primo film per questo 2010, il tanto atteso Holmes non tradisce l'attesa.
In questo film ce n'è per tutti: abbiamo l'estetica Ritchiana (impossibile non cogliere l'autocitazione a The Snatch), una trama lineare ma che non lascia nulla al caso, una recitazione piacevolmente piaciona, fracassona e ignorante che diverte e coinvolge (sto sempre più promuovendo Robert Downey Jr. a mio attore preferito), una buona rilettura e caratterizzazione dei personaggi e ottimi elementi di contorno come colonna sonora, scenografie e costumi.
In sostanza, e per non farla troppo lunga che non ho proprio voglia di sbrodolarmi in filippiche indolenti, ci troviamo davanti ad un film divertente e piacevole - dal quale la mia compagnia di D&D del venerdì ha già in programma il saccheggio sistematico in fatto di dotte citazioni - ma che non ha assolutmente le pretese di incoronarsi anzitempo a film del secolo che cambierà il mondo del cinema, curerà il cancro e eliminerà la fame nel mondo. Se ve lo state chiedendo, si, è una stoccata all'imminente Avatar/Pochaontas, perchè ho il lucido sospetto che la trama (la trama badate bene!) sia una porcata colossale.
Unico neo, secondo me, l'aggancio nel finale per un sequel imminente, ma per fortuna la vicenda del primo capitolo si conclude senza cliffhanger stile Compagnia dell'anello.
E per finire vi lascio con The Rocky Road to Dublin, che un po' di folk irlandese fa sempre bene.
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